Al debutto in campionato, l’Hellas Verona di Zanetti si prende la scena e travolge con un netto 3-0 il Napoli di Antonio Conte

Di: Nicola Sordo

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Ci eravamo lasciati otto giorni fa con un Hellas sconfitto ed eliminato dalla Coppa Italia dal Cesena, squadra neopromossa in Serie B. I presupposti per il debutto in campionato non erano dei migliori ma la squadra di Zanetti è stata la rivelazione di questa prima giornata di Serie A. Complice senz’altro la situazione tutt’altro che rosea che si respira in casa Napoli, con un Antonio Conte che già alla vigilia aveva messo le mani avanti sulle potenzialità della sua squadra, ancora fortemente incompleta a pochi giorni dalla fine del mercato. Sembrava quasi se lo sentisse il tecnico leccese, sembrava sapesse che il Bentegodi potesse trasformarsi nel teatro di un incubo. Ma forse nemmeno lui, come nessun altro, avrebbe potuto prevedere una debacle di questa portata. Un 3-0 netto, perentorio e per certi versi umiliante per un Napoli che anche nel primo tempo, quando ha effettivamente avuto il controllo del pallone, non ha mai dato l’impressione di essere pericoloso. È di Lobotka l’occasione più nitida, anzi diciamo chiaramente che il centrocampista slovacco si è divorato a tutti gli effetti un rigore in movimento, oltre a essere stato totalmente sopraffatto dal professore gialloblù Ondrej Duda, un gigante nella mediana dell’Hellas. Zanetti sceglie un approccio conservativo nei primi 45 minuti, atto più a prevenire le iniziative del Napoli che a far male. Ci prova con qualche lancio lungo ma Meret è spettatore non pagante per tutto il primo tempo. Nella ripresa si intuisce subito che è scattato qualcosa: Kastanos sfiora il palo dopo neanche un minuto e poco più tardi si materializza il contropiede perfetto, rifinito da capitan Lazovic e finalizzato dal nuovo arrivato Livramento, una delle poche note positive anche nella disfatta contro il Cesena. Il Napoli non reagisce, anzi come afferma Conte nel post partita “si è sciolto come neve al sole” e il gigante Mosquera, in campo da una manciata di secondi, sfrutta il filtrante di Duda per insaccare il 2-0. Gli azzurri ricorrono a tutti i mezzi offensivi, ma né Cheddira e tanto meno l’ex (applaudito) Ngonge riescono a invertire la rotta di una gara che nel finale assume i contorni di una Caporetto. Harroui irride Olivera sulla destra, appoggia per Lazovic, tiro di prima intenzione corretto in rete sul secondo palo ancora da Mosquera. Game, set, match. Il Bentegodi esplode, Zanetti è irrefrenabile ed entra in campo ad abbracciare i suoi ragazzi. Il triplice fischio è condito dal pubblico veronese che dopo aver ironicamente cantato “Vincerete il tricolor”, intona anche “O ‘surdato nnamorato” aggiungendo ulteriore sfottò ad una serata disastrosa per i partenopei.

Gli spunti di Verona-Napoli

È veramente difficile dopo un 3-0 trovare aspetti negativi di una partita che Zanetti ha preparato e gestito magistralmente. Troppo rinunciatari forse nel primo tempo i gialloblù, ma quando affronti quella che sulla carta è una big l’accortezza è inevitabile. La ripresa è puro godimento per i 20mila presenti al Bentegodi, l’azione del primo gol è la ripartenza da manuale: tacco delizioso di Kastanos, Duda lancia Lazovic sulla sinistra, cross di esterno e Livramento insacca. Non ce ne voglia Mosquera, che giustamente ruba la scena con i suoi due sigilli, ma sono due i giocatori che meritano più degli altri la palma di migliori in campo: il primo è, come anticipato, Duda. Padrone assoluto del centrocampo, maestro con il pallone tra i piedi e leader silenzioso dell’Hellas. Ci si augura che nessuno se ne sia accorto in questi ultimi 11 giorni di calciomercato… Il secondo è Jackson Tchatchoua. Il salvataggio su Kvaratskhelia nel finale di primo tempo vale più di un gol, ma nel complesso a livello difensivo ieri sera è stato impenetrabile. Nella ripresa aggiunge la spinta e cerca anche la rete. Anche qui, la speranza è che la trattativa con l’Everton (che offriva all’Hellas assegni a doppia cifra) sia definitivamente tramontata. L’unica nota stonata, se proprio la si vuole trovare, è Frese. Imballato davanti e pasticcione dietro, con un paio di amnesie che hanno rischiato di costare carissimo. Era la sua prima gara ed è stato infortunato, si rifarà. Menzione speciale anche per capitan Lazovic, che nel primo tempo si sacrifica giocando quasi da terzino aggiunto e nella ripresa confeziona i due assist che portano i gialloblù nell’Olimpo. Positivi anche i centrali, Coppola e Dawidowicz, ruvidi quanto basta per non far vedere il pallone all’ex Simeone. Ottimo l’impatto del giovane Belahyane, gettato nella mischia a freddo dopo venti minuti a causa dell’infortunio di Serdar (si spera nulla di grave) e autore di una prova di personalità a centrocampo. Poco da dire su Tengstedt, lotta come un leone in un primo tempo dove l‘Hellas gioca poco e si fa valere. Il giocatore è valido e lo dimostrerà.
Adesso la parola d’ordine è non adagiarsi e riprendere a lavorare. Lunedì prossimo arriva la Juventus e il Bentegodi sogna di rivivere un’altra serata come quella di ieri.

Crediti foto: ANSA