La Legge di Bilancio vedrà la luce giusto in tempo per evitare l’Esercizio Provvisorio. Anche in altri Paesi europei si è scelto di percorrere la medesima via
Di: Andrea Panziera
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Probabilmente la Legge di Bilancio vedrà la luce giusto in tempo per evitare l’Esercizio Provvisorio, la qual cosa, a dirla tutta, non avrebbe costituito un dramma epocale visto che il tempo a disposizione del nuovo Esecutivo è stato decisamente ristretto e la durata di questa pratica transitoria non avrebbe superato i primi 60-90 giorni del 2023. In altre parole, non sarebbe stato così catastrofico spendere un dodicesimo ogni mese delle somme previste dalla Finanziaria dell’anno precedente in attesa di una discussione meno approssimativa, evitando l’ iter caotico quale si è palesato in questi giorni. Verosimilmente, con più tempo a disposizione, si sarebbero scongiurati errori materiali clamorosi (leggasi provvedimenti senza copertura, poi frettolosamente ritirati), conflitti con gli Uffici tecnici, nessuno escluso (dai funzionari del Tesoro, agli esperti della Ragioneria, fino alle accuse pretestuose verso la Banca d’Italia) e, soprattutto, non si sarebbe generata con tanta evidenza una marcata e incontestabile sensazione di improvvisazione ed incompetenza. Anche in altri Paesi europei, proprio per la vicinanza con le scadenze elettorali, si è scelto di percorrere la medesima via e in questa occasione, al contrario di quanto accadeva in passato, i motivi per una sua adozione sarebbero stati del tutto giustificati. Ora, seppur sul filo di lana ed a meno di clamorosi colpi di scena, il Paese avrà entro il 31/12 la sua Legge di Bilancio. Se sul metodo, come visto poc’anzi, le smagliature sono tutto sommato veniali, sul merito non si può dire altrettanto. Forse, l’ unico aspetto positivo è stata la marcia indietro su alcune misure, invero piuttosto imbarazzanti, la cui attuazione ci avrebbe messo sicuramente in difficoltà con l’Europa e avrebbe costituito un brutto biglietto da visita esibito al suo esordio da un Esecutivo che ha fatto della parola “svolta” la sua cifra identitaria. Mi riferisco in particolare alla proposta di modifica sull’utilizzo del POS, la cui introduzione quasi certamente avrebbe sollevato più di un’obiezione a Bruxelles. Anche i vari progetti di pace fiscale, scudi penali e tutto quel complesso di misure che in un modo o nell’altro strizzano l’occhio agli evasori e penalizzano coloro i quali le tasse le pagano regolarmente, sono stati abbandonati, si spera definitivamente, ma su questo intento non sarei pronto a nessun tipo di scommessa. Il grosso delle risorse, come peraltro suggerito dal Governo Draghi, è stato destinato a far fronte al caro – energia e, vista la situazione, non poteva essere altrimenti. Altri rivoli di spesa sono stati destinati ad alimentare lo sventolio di qualche bandierina dei partiti della coalizione, i quali possono così vantarsi presso i propri elettori dei risultati ottenuti. Invero poca cosa, giusto per gettare un po’ di fumo negli occhi, ma almeno per il momento sufficiente per placare qualche segale di malcontento che qui e là serpeggia fra settori non marginali della maggioranza. Sicuramente sarebbe stato molto più utile per la popolazione nel suo complesso investire i non moltissimi danari disponibili nella Sanità, messa a dura prova dal Covid e da politiche un po’ miopi che da un ventennio l’hanno oggettivamente trascurata. Si è preferito percorrere la strada dei “contentini” prenatalizi, ma vi è come la sensazione che la discussione su quale debba essere la direzione da intraprendere sia stata solo spostata un po’ più avanti, una volta digerita, magari obtorto collo, questa tribolata Legge di Bilancio. Con la speranza che gli appetiti non sopiti non mettano a rischio il percorso di riforme e gli adempimenti da onorare per l’implementazione del PNRR. Buone Feste a tutti i lettori da parte mia e da tutta la redazione de Il Basso Adige.