Nel Lampi News di oggi parliamo dell’immagine di sé, per molti Capi una questione di indubbio prim’ordine

Di: Andrea Panziera

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Non ho mai ricoperto incarichi pubblici; quindi, posso solo immaginare la difficoltà che si incontra ad amministrare la “cosa comune”, a livello sia nazionale che locale. Per questo motivo mi asterrò da qualsiasi giudizio sulla vicenda che da giorni occupa ampi spazi sui media di ogni tipo e tendenza.

Un distinguo mi pare tuttavia opportuno: forse, il consigliere comunale che percepisce poche centinaia di euro (o meno ancora) andrebbe giudicato con maggiore indulgenza rispetto a chi ne guadagna 10.000 al mese. Ciò premesso, la mia curiosità non vuole appuntarsi tanto sugli episodi di ordinario malaffare, materia in primis dell’Autorità giudiziaria e in seconda battuta del cittadino elettore, chiamato a giudicare la corrispondenza fra proclami e azione delle forze partitiche in competizione.

Alcuni accadimenti di questi giorni mi stimolano più di una riflessione. Anzitutto, chissà quali sono le ansie recondite dei potenti, dei leader che hanno in mano il destino di un Paese; e poi, in che misura queste angustie influiscono sulla lucidità delle decisioni? E sul corretto perseguimento del bene pubblico a favore della collettività nel suo complesso?

Un problema d’immagine

Sono consapevole che alcuni indizi non costituiscono una prova, ma spesso ho la sensazione che, più che sul merito dei problemi e delle relative soluzioni, il timore maggiore che affligge molti Capi sia l’immagine. O, meglio, la paura di fornire di sé un’impressione, anche visiva, lesiva dell’immagine medesima.

Un esempio si ritrova negli atti di contrizione palesemente fasulli; un altro, al contrario, nella sicumera ostentata, ma priva di sostanza. Qualcuno non ci crederà, ma proprio il Dominus della principale potenza planetaria relativamente al suo apparire ha un problema molto più concreto: la difficile convivenza fra la doccia e i capelli. Proprio oggi l’agenzia Reuters ha pubblicato un articolo in cui si dice che il Presidente Trump avrebbe chiesto di modificare per legge la pressione del getto delle docce (clicca qui). A quanto sembra, quella attuale non gli consentirebbe una adeguata sistemazione della bionda chioma e la sua immagine pubblica ne trarrebbe nocumento.

Questo annuncio mi induce a guardare con maggiore ottimismo al futuro. Ora che è stata disvelata l’importanza decisiva della potenza del soffione della doccia sull’umore dell’inquilino della Casa Bianca, ritengo che, nel caso di una sua rielezione, tutta la comunità internazionale farà tesoro di questa notizia e non farà mancare il suo fattivo e materiale supporto.

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