Nell’odierno Lampi News salutiamo Svetlana Tikhanovskaja, la candidata dell’opposizione contro l’ultimo dittatore europeo

Di: Andrea Panziera

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Fino a qualche giorno fa, la Bielorussia evocava nella mia mente soltanto quattro ricordi lontani: i trattori Belarus, perlopiù di colore rosso scuro o nocciola, di dimensioni imponenti, che vedevo non di rado circolare da bambino nelle nostre campagne; Peppone, il quale smoccolava estenuato nel vano tentativo di farne partire uno, che come d’incanto si rianimava dopo la benedizione richiesta a Don Camillo; la vicinanza del suo confine di Stato con la centrale di Chernobyl e tutte le disgrazie che per la sua popolazione che ne sono scaturite; infine, Vladimir, per tutti Vova, il bambino proveniente assieme a molti altri da un orfanotrofio dalle parti di Minsk che ho ospitato circa 20 anni fa a casa mia per più di un mese.

Esperienza questa promossa da – e con entusiasmo condivisa con – una benemerita Associazione della Bassa, che ogni anno regalava un soggiorno estivo a questi sfortunati ragazzini, figli in molti casi di genitori tossicodipendenti o alcolizzati. Venivano accolti presso numerose famiglie di Legnago e dintorni, disposte a concedere affetto, calore umano e spesso qualche prospettiva di una vita meno problematica.

Nondimeno, in questi giorni molti media si occupano di Bielorussia per un altro motivo. Tra meno di una settimana, infatti, si terranno le elezioni presidenziali; e forse per la prima volta il presidente Alexander Lukashenko, in corsa per il sesto mandato consecutivo, si troverà di fronte un avversario non fittizio. Un rivale da lui stesso scelto così da far apparire come democratica una contesa finora sempre dall’esito predeterminato.

Svetlana Tikhanovskaja

La candidata dell’opposizione, Svetlana Tikhanovskaja, moglie di un noto blogger fatto arrestare proprio per non consentirgli di candidarsi, ha raccolto attorno a sé la protesta di tutti coloro che non sono più disposti ad avvallare il rito ripetitivo di elezioni farsa. Almeno 60mila persone hanno partecipato a Minsk al suo ultimo comizio. Al suo fianco altre due donne, a rafforzare questa pacifica ribellione al femminile contro “l’ultimo dittatore europeo”. Un uomo che, a dispetto dei baffoni da Guerra Fredda, sta a Stalin come una rappresentazione del Bagaglino starebbe a un dramma di Tolstoj.

Svetlana ha pensato bene di spedire all’estero i suoi due figli, ancora piccoli, per evitare ricatti o qualcosa di ancora peggio. Si è quindi lanciata in un’impresa invero assai difficile, dall’esito quasi scritto, visto che Lukashenko controlla l’apparato politico, amministrativo e la quasi totalità dei media.

Ma l’attenzione con cui i giovani e la componente più acculturata della popolazione seguono le performance oratorie di questa casalinga riciclata suo malgrado a esponente politico inducono a ritenere che, per il ras della Bielorussia, i giochi saranno un po’ più complicati che in passato. Forse, potrebbe essere iniziato il suo ultimo giro di pista.