Dal 15 novembre al 17 aprile 2022, il Museo Nazionale del Cinema di Torino celebra i 100 anni dalla nascita del regista Francesco Rosi
Di: Benedetta Breggion
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Il 15 novembre 2022 ricorrono i 100 anni dalla nascita di Francesco Rosi. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino lo celebra con l’esposizione Le mani sulla verità. 100 anni di Francesco Rosi, a cura di Domenico De Gaetano e Carolina Rosi con Mauro Genovese e Maria Procino.
L’omaggio vuole ricordare uno dei grandi maestri del cinema e ripercorrere il suo lavoro, delineando il segno profondo lasciato dalla sua figura. Una figura capace di coniugare l’arte cinematografica con l’impegno civile e che ha influenzato profondamente il cinema italiano e internazionale.
“Un tributo doveroso e necessario a uno dei più conosciuti maestri del cinema italiano a livello mondiale, ancora straordinariamente attuale grazie a un’opera che ci permette di riflettere sulla complessità del presente. I suoi film hanno la capacità di trasmettere un messaggio universale fatto di temi civili e sociali, ricerca della verità e della giustizia”. Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema
I TEMI
Incentrata su cinque titoli particolarmente significativi nella ricca filmografia del regista, la mostra è un viaggio multimediale che impiega le nuove tecnologie per sollecitare l’interesse delle giovani generazioni verso temi importanti e ancora attuali. Ogni sezione è rappresentata da foto di scena, manifesti, dichiarazioni dell’autore e materiali originali provenienti dall’archivio del Museo Nazionale del Cinema.
Napoli, la camorra e la speculazione edilizia sono i temi forti di Le mani sulla città vengono raccontate da Francesco Di Leva, mentre l’assurdità della guerra e l’antimilitarismo di Uomini contro hanno la voce di Artem. I misteri italiani, gli intrecci tra mafia, lobby di potere e politica di Salvatore Giuliano e Il caso Mattei sono raccontati rispettivamente da Marco D’Amore e da The Jackal, così come l’Italia di ieri, il fascismo e la questione meridionale di Cristo si è fermato a Eboli hanno come testimonial Valeria Parrella
L’ INCONTRO TRA L’ARTE DI ROSI E LE PROBLEMATICHE DELLE NUOVE GENERAZIONI
L’intento è di celebrare e svelare l’opera di Francesco Rosi alle nuove generazioni, avvicinandole alla sua arte proprio in un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui gli strascichi sociali della pandemia si fondono con nuove incertezze e paure belliche.
“Acquisire il fondo Rosi è stato un grande privilegio. L’obiettivo della mostra è proprio quello di valorizzare questo patrimonio, non solo per i cinefili che già lo conoscono ma di raggiungere soprattutto i giovani, futuri interpreti di questi valori. Per questo motivo nel particolare allestimento multimediale si è dato spazio a testimonial che sanno interagire con le nuove generazioni”. Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e co-curatore della mostra
FRANCESCO ROSI, IL REGISTA DA PIÙ PROSPETTIVE
Il principio ispiratore del progetto è quello di raccontare Francesco Rosi da più prospettive: il cineasta “difficile” dell’impegno civile, delle storie che svelano un’Italia dai meccanismi oscuri, attraverso una ricerca delle fonti rigorosa e tenace; il regista di opere che rappresentano un itinerario morale e spirituale, che chiede allo spettatore di pensare, di entrare nei chiaroscuri della ragione; l’artista che crea storie per raggiungere sensibilità diverse e sollecitare alla riflessione collettiva le nuove generazioni, destinate a un impegno non facile come cittadini per la costruzione del futuro del Paese.
“Franco lo sento ogni momento accanto a me, nei momenti bui e in quello che faccio. Mi spronava sempre ad andare avanti, a vedere oltre lo stato delle cose. E proprio per questo motivo mi sembra giusto celebrarlo con questa mostra dove, attraverso foto, oggetti e film chi lo ha amato lo ritroverà, le nuove generazioni potranno leggere l’uomo, l’intellettuale, l’artista: potranno riscoprire il suo ‘cinema della realtà’ perché è così che definiva il suo lavoro, non amava etichette quali cinema politico o d’inchiesta.” Carolina Rosi, co-curatrice della mostra.
IL FONDO ROSI
Il Museo Nazionale del Cinema conserva l’archivio personale di Francesco Rosi, per volontà dello stesso regista. Straordinaria è la completezza della documentazione d’archivio rispetto a tutte le fasi di lavorazione dei film, dalla prima idea sino alla post-produzione: sono presenti materiali di ricerca, scalette, soggetti e sceneggiature, storyboard e disegni, corrispondenza con colleghi e grandi personalità, premi, diari e appunti.
Il Fondo Rosi è custodito presso l’Archivio Storico del Museo Nazionale del Cinema. Studenti, studiosi e ricercatori possono liberamente consultare tutta la documentazione: l’inventario analitico dell’archivio ed un’ ampia selezione di materiali digitalizzati sono disponibili online a questo link del sito web del Museo.