Una visita al Demo Hotel di Rimini, in compagnia dell’architetto Laura Verdi e all’host Piero Marini
Di: Maria Mele
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Dopo avervi raccontato il progetto nel nostro articolo di novembre, ho deciso di visitare per voi il Demo Hotel di Rimini, insieme all’architetto Laura Verdi, che ha coordinato l’intero progetto e ha curato direttamente la realizzazione di alcune aree comuni e a Piero Marini host della struttura estremamente attento ai dettagli e all’accoglienza.
Grazie ad una esposizione mediatica molto forte, alle campagne di sensibilizzazione nei confronti degli addetti ai lavori e all’entusiastica accoglienza degli ospiti, nel giro di poco più di un anno Demo è diventato un punto di riferimento per il mondo dell’hotellerie, “addirittura il terzo hotel del mondo segnalato da TripAdvisor”, raccontano Laura e Piero “ne siamo orgogliosi ed entusiasti!”
Demo nasce come una scommessa – continua Laura – dopo una splendida esperienza al SIA Hospitality Design di Rimini con il progetto Rooms, dove avevamo allestito 10 stanze campione con altrettanti studi di architettura, Mauro Santinato presidente di Teamwork Hospitality ed io ci siamo chiesti cosa potesse accadere se avessimo reso lo showroom permanente. Volevamo realizzare un’esperienza memorabile da vivere!
L’occasione è arrivata quando una pensioncina anni ’60 si è resa disponibile.
14 studi di architettura sono stati chiamati a trasformare gli spazi, 90 partner e un insieme di prodotti e servizi IOT all’avanguardia hanno trasformato la pensioncina in un’icona del design.
“Qual è stata la mia personale scommessa?” – continua Laura – “coordinarli tutti! Non c’è un materiale uguale all’altro, non una stanza uguale all’altra, non una maniglia uguale all’altra!”
Nelle suites, nei bagni, nella lavanderia e nelle parti comuni troviamo un concentrato di tutti i nuovi trend dell’architettura.
Dagli spazi ibridi e di coworking delle aree comuni, ai bagni di alcune suite con vasche free standing e addirittura private spa, dalla totale libertà e privacy nella gestione del check in, attraverso le soluzioni digitali, alla domotica più all’avanguardia, e tutto questo è stato possibile lasciando gli studi di architettura e design liberi di fare e di osare ciò che più desiderassero fare!
E quindi ecco Chiara Tabellini, founder di Ligh8Space occuparsi degli aspetti illuminotecnici degli esterni, oltre ad avere coordinato le scelte degli apparati luminosi, lo studio Caberlon Caroppi osare una pavimentazione in resina e pietra colorata per lo spazio comune dal nome intrigante ”Cerco l’estate tutto l’anno”.
La lavanderia “Spin the wheel” di Ovre.design® dove ogni singolo dettaglio rimanda a elementi iconici del design italiano, i bagni delle zone di coworking “Drama” di Laura Verdi che richiama elementi della tradizione operistica italiana, fino alle 9 suite dai nomi evocativi: The Circle Room, di Silvia Ticchi, Smoove di FDA Architetti, che già dal nome gioca con le attività ginniche e gli attrezzi per le attività fisiche che troviamo all’interno, Una vita d(a)mare, di Galimbertistudio, Colour episodes di Hub48, In a light wave, di Fragment Hospitality, suite accessibile per disabili per la cui realizzazione è stata preziosa la consulenza di Roberto Vitali presidente di Village for All, Just like home di Contract Lab e LAGO, Tropicana Club di Rizoma Architecture che ci travolge con il suo stile pop, Into the cloud di Barbara Vannucchi che ci invita alla leggerezza e da ultimo la penthouse con un’ampia terrazza, Sea Suite, dello studio Bizzarro.
Dopo questa presentazione ammetto che le mie aspettative sono altissime e sono impaziente di vivere una sorprendente esperienza nella suite a me destinata: The Circle Room di Silvia Ticchi, architetto paesaggista con una passione per il design.
Utilizzo il codice a sei cifre che mi è stato assegnato dopo un pratico self check in, per entrare nelle atmosfere morbide e soffuse dell’architetto Ticchi.
Il living è dominato da un comodissimo divano e dalle morbide volute del rivestimento murario che richiama immediatamente le atmosfere autunnali della natura.
La palette colori va dalle tinte bruciate al beige, dal terra di siena al rosa antico.
Ogni dettaglio è curato, personalizzato e studiato per ridurre al minimo gli sprechi in un ottica di sostenibilità, dai telecomandi delle tv che hanno una colorata, pratica e igienica mascherina usa e getta, alle borracce per rifornirsi di acqua ai dispenser in area comune. Gli spazi sono fluidi e casual, le linee morbide e insolite costruite intorno alla forma perfetta dell’ispirazione iniziale: il cerchio.
Il bagno “semi esploso” ha uno stile un po’ retrò con grandi gerbere disegnate sui rivestimenti murari che paiono galleggiare nell’aria e pesanti tende di velluto grigio a delimitare gli spazi che dialogano con la pavimentazione ultra attuale, in un insieme di praticità e femminilità che richiama alla memoria i caratteri delle eroine della letteratura per “signorine bene” di una volta.
Accompagna la mia inspection la colonna sonora, specifica per la mia suite, che tramite QR code ho potuto scaricare da Spotify e ascoltare tramite Alexa.
Al mattino, dopo aver indugiato lungamente sul meraviglioso materasso “Perdormire”, ed essermi fatta coccolare dall’abbraccio degli accappatoi di Pedersoli, ricevo in camera una bag da parte del nostro impagabile Host Piero che, liberato dalle incombenze burocratiche, può dedicarsi alla cura dei propri ospiti con la proverbiale ospitalità romagnola, come lo splendido bombolone ripieno di crema ancora tiepida che mi aspetta insieme al suo buongiorno.
Salutare Demo è difficile, meglio pensare ad un arrivederci, per una nuova esperienza da vivere.
Articolo originale su Excellence Magazine Luxury