“Gelato a mezzanotte” è fuori: l’album d’esordio del cantante veronese Elia Truschelli è stato pubblicato su tutte le piattaforme digitali il 15 maggio 2021

Di: Arianna Mantoan e Samuela Piccoli

LEGGI ANCHE: “Elia Truschelli”: un artista, un album

Il numero 15, l’abbiamo capito, ad Elia porta fortuna: è del 15 gennaio il suo primo singolo di successo “E invece”, ed è del 15 maggio il suo EP d’esordio altrettanto ben riuscito “Gelato a mezzanotte”.

Il Basso Adige ha avuto la possibilità e il piacere di intervistarlo nuovamente, stavolta in merito alla creazione e produzione dell’album in un momento storico così particolare. Per ascoltare l’album, clicca qui.

L’intervista

Raccontaci un po’ come hai vissuto questi mesi un po’ strani.

“Durante il primo lockdown non ho avuto grossi problemi, ho vissuto quel periodo serenamente… quest’ultimo anno invece è stata dura, soprattutto a livello di creatività e voglia di fare, stimoli… è calato tutto. Per fortuna c’era il progetto del disco che mi teneva su di morale, altrimenti sarebbe stato molto più duro… per chi, come me, è abituato a stare in mezzo alla gente e a contatto col pubblico, trovarsi di punto in bianco senza poter fare nulla non è facile, specie perché non si sapeva quando e se saremmo tornati alla normalità. Per fortuna quest’estate ho recuperato completamente e ho avuto una stagione ricca di concerti per la promozione del disco. Ho anche ricontattato vecchie conoscenze, e i mesi estivi sono andati molto bene”.

Come ha influito la pandemia sulla preparazione del disco?

“Devo dire che ho ultimato i brani anche ‘grazie’ alla pandemia; ho avuto molto più tempo per rivederli e chiuderli meglio. Grazie a questo stop forzato ho lavorato con musicisti interessati al mio progetto e per gli arrangiamenti abbiamo lavorato a distanza. A causa, o forse grazie alla pandemia ho potuto concludere il disco, su cui lavoravo da anni. Questo stop prolungato però ha fatto slittare le scadenze: avremmo voluto pubblicare prima l’album ma abbiamo dovuto posticipare e attendere la fine del lockdown“.

Hai considerato la possibilità di fare eventi digitali oltre che fisici?

“Non ci ho mai pensato, perché la vedo troppo come una barriera; abituato a suonare dal vivo, ho sempre preferito questa via. Siamo riusciti a fare una presentazione del disco l’11 luglio, a San Zeno di montagna. Purtroppo però coincideva con la finale degli Europei, quindi non abbiamo avuto tutti gli spettatori che avremmo voluto. Abbiamo comunque avuto occasione di suonare in live, e il 12 novembre suoneremo al Teatro Corallo di Bardolino… suonare in un teatro è sempre stato un mio sogno.

Il concerto all’inizio era programmato per settembre, al massimo ottobre, ma la nostra pianista ha avuto un figlio e abbiamo dovuto posticipare la data. Comunque, anche quando non riesce a essere presente tutta la band, continuo a fare musica. Ho creato un duo acustico con Luca Pasqua (il chitarrista, ndr), con cui ho suonato quest’estate, e farò la stessa cosa con Giuseppe D’Antoni (il batterista, ndr) quest’inverno”.

Il pubblico come ha accolto i tuoi singoli?

“Quando esce un disco, prima di tirare le somme bisogna far passare un po’ di tempo… a parere di molti, ma anche statistiche alla mano, il primo singolo E invece è stato quello più apprezzato, forse perché ricalca un po’ il folk americano. Io davo per scontato che avendo lavorato per tre anni su Gelato a mezzanotte sarebbe stato questo il brano ‘portante’ del disco; invece è risultato al terzo posto nelle classifiche di Apple Music. Sbagliamo è al secondo. Abbiamo cercato di toccare diversi punti del panorama musicale per quanto riguarda linguaggio e sound: capendo quali brani sono piaciuti di più, ci si indirizza meglio”.

Se dovessi fare una classifica dei tuoi brani, dal preferito al meno preferito?

“Faccio fatica, ti dirò… (ride). Mi sento molto legato a E invece: ci ho lavorato tanto sopra, ed è stata la canzone che mi ha spinto a fare il resto. Uscivo la sera, e quando tornavo a casa la ascoltavo e ci ragionavo sopra. Sentivo che mi avrebbe dato soddisfazioni. Non ne ho una più o meno preferita… ci possono essere pareri contrastanti: a qualcuno piace una, ad altri ne piace un’altra…

C’è stato un enorme lavoro di fondo, e il merito non è solo mio ma anche della mia band che si è occupata della composizione musicale. Quello che si sente nel disco è frutto della loro creatività; hanno compreso subito il messaggio dei brani, e sono entrati in sintonia.

Il producer in studio ha poi contributo ad arricchire il brano, sia con strumenti decorativi sia con strumenti tecnici – ad esempio, in Circostanze c’è un organo che si abbina particolarmente bene al sound generale. È importantissimo affidarsi a professionisti che sappiano come completare i tuoi pezzi senza snaturarli”.

Progetti futuri

Elia ci ha inoltre lasciato delle anticipazioni sui suoi progetti futuri: oltre a due singoli programmati per l’anno prossimo, starebbe già pensando al progetto per un nuovo album.

“Andrò piano, perché questo disco mi ha svuotato… però ho già in mente il tema del prossimo disco, e da qualche mese ho iniziato a lavorarci – con calma”.

Non ci resta che attendere, consapevoli che proprio la calma è la migliore delle consigliere.