Il 1° marzo, la municipalità di Pechino ha lanciato “Il tesoro della salute”, un servizio di tracciamento contenuto nelle app degli smartphone cinesi

Di: Lorenzo Bossola

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Mentre in Italia e in Europa continuano lockdown e restrizioni su larga scala e app come “Immuni” falliscono, la Cina, attraverso tutti i livelli amministrativi, ha intrapreso una serie di misure per contenere e ridurre la propagazione del virus. Il 1° marzo 2020, la municipalità di Pechino ha lanciato il “servizio” – tecnicamente, è un mini program – di tracciamento chiamato “Il tesoro della salute di Pechino” (běijīng jiànkāng bǎo, 北京健康宝). Questa funzionalità può essere sfruttata all’interno delle app WeChat, Alipay e BaiduApp, onnipresenti negli smartphone cinesi. Per tutti i cittadini di Pechino e per chi entra o ritorna in città, stranieri inclusi, l’utilizzo è obbligatorio: l’app deve essere mostrata ogni qual volta richiesta.

La registrazione richiede l’inserimento dei dati personali, il numero di telefono e una foto per il riconoscimento facciale. Ciò permette di controllare la propria o altrui situazione di salute. Il rischio di contagio viene suddiviso in tre categorie, rappresentate dai colori rosso, giallo e verde – in ordine decrescente di gravità. Il sistema si fonda sullo screening di massa della popolazione tramite test molecolari, come dimostrato dalla campagna di test avvenuta lo scorso 21 gennaio nel distretto Daxing a seguito di un aumento dei contagi. Inoltre, da quando Pechino ha riaperto i voli internazionali diretti, tutti i viaggiatori devono risultare negativi a tre test e rimanere sotto osservazione medica in quarantena.

“Il tesoro della salute”

Una volta che le informazioni di una grande percentuale della popolazione sono state inserite, processate e giornalmente rinnovate, utilizzando il database del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie, la app restituisce a ogni persona un colore, a cui corrisponde una diversa procedura prevenzione.

Solo con l’ottenimento del colore verde si può uscire dalla propria comunità residenziale e poter accedere ai luoghi pubblici della città. La stragrande maggioranza dei quartieri residenziali di Pechino è costruita in comunità recintate, con guardie al varco d’ingresso e con diversi servizi all’interno – “xiǎoqū” (小区); per poter uscire o entrare, dunque, bisogna mostrare il codice verde e farsi controllare la temperatura corporea.

I codici verde, giallo e rosso

All’esterno, nella città, il codice verde è fondamentale per poter accedere a luoghi come supermercati, uffici pubblici, ristoranti, centri commerciali e metropolitana. Questo, sebbene nelle ore di punta venga effettuato solo il controllo della temperatura, così da velocizzare il flusso ed evitare intasamenti. Ovviamente, il codice verde non significa essere totalmente protetti: esso prevede comunque di ottemperare alle vigenti norme sanitarie e tutti sintomi relativi al Covid-19 devono essere prontamente riportati.

Il codice giallo corrisponde al confinamento domestico ed è gestito dalle autorità della propria comunità residenziale. Se si viene contattati per effettuare un test molecolare, attraverso la app si può prenotare un appuntamento presso una struttura sanitaria indicata.

Il codice rosso rappresenta il massimo livello di gravità. Obbliga a un periodo di isolamento medico centralizzato presso ospedali o strutture specifiche del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie di Pechino.

Dubbi, preoccupazioni e problemi

Questo sistema consente una gestione minuta della popolazione, bloccando parti della città indipendentemente dalle altre. Secondo i dati ufficiali, i nuovi contagi giornalieri sarebbero da quasi un anno nell’ordine delle decine. Ciononostante, la mappatura pressoché totale della popolazione, la gestione dei dati personali e il potenziale tracciamento di tutti i movimenti sollevano inevitabilmente dubbi e preoccupazioni. Una notevole limitazione è la scarsa integrazione con altre città e province, in particolare con la vicina città di Tianjin (天津市) e la provincia adiacente di Hebei (河北省), in cui l’inserimento dei dati nel sistema è a discrezione dei viaggiatori.

La questione della privacy e la fragilità del sistema di sicurezza

Per quanto riguarda la privacy e la fruizione del servizio da parte del cittadino, i problemi si fanno più seri. Il criterio di assegnazione dei colori non è trasparente e chiaro, in quanto basta essere sospettati di essere contagiati per far scattare il codice rosso. Di conseguenza, non può essere esclusa la componente di arbitrarietà nell’isolare persone, intere comunità residenziali o commerciali. Il colore assegnato dalle autorità non è contestabile e il cittadino è tenuto ad osservarlo per evitare sanzioni legali.

I dati raccolti, gestiti dal Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie e archiviati nel sistema in cloud del governo di Pechino, hanno il solo scopo di favorire la prevenzione e la gestione dell’epidemia. Non sono dunque rilasciati a terze parti né utilizzati in altri modi, per altri scopi e da altri enti; e, una volta “scaduti”, vengono invalidati. Ciò non toglie che l’alta concentrazione di dati sensibili e la relativa fragilità del sistema di sicurezza abbiano già attirato l’attenzione degli hacker. A dicembre, alcuni pirati hanno rubato e rivenduto su internet, per esempio, foto e numeri di carta d’identità di varie celebrità.

Categorie penalizzate

Un’ultima problematica si ritrova nella difficoltà o impossibilità di utilizzo da parte di alcune categorie di persone. Non è raro trovare anziani che non possono uscire di casa o perché sprovvisti di smartphone o perché incapaci di utilizzarlo. Negli ultimi mesi, è stato rilasciato un aggiornamento per permettere ai famigliari di agire per conto di anziani e minori di 16 anni, ma ciò non risolve il problema nella quotidianità, lasciando le famiglie in una condizione di disagio.