di Mariapia De Carli
Succede, per esempio, quando vediamo un film o leggiamo un romanzo, se veniamo rapiti da un brano musicale o mentre sogniamo a occhi aperti. Ogni volta, insomma, che la nostra attenzione resta attratta da qualcosa e perde temporaneamente il controllo del mondo esterno e la percezione del tempo. E’ come uno stato di grazia che ci permette di mollare il controllo razionale che la mente esercita sui nostri sensi, ci fa trovare le risorse inaspettate e ci permette di migliorare le nostre performance o facilitare il ripristino dell’equilibrio e del benessere. Noi non lo sappiamo, ma quel momento di alterazione della nostra mente è, a tutti gli effetti, uno stato di ipnosi. Del resto la tecnica dell’ipnosi punta proprio a questo: grazie alla guida del terapeuta che aiuta a favorire il rilassamento e il distacco dalla realtà, il paziente arriva all’inconscio, quel luogo dove abitano le informazioni che abbiamo appreso nel corso della vita e di cui abbiamo perso coscienza, dove si ritrovano anche la nostra creatività, immaginazione, intuizione. In quella “zona buia” si recupera la visione d’insieme di tutte le nostre esperienze. Libera dai rigidi schemi della realtà, la nostra mente riesce a liberare i malesseri e a potenziare energie. Ecco perché l’ipnosi può essere una risorsa per alleviare disturbi fisici e mentali, ma anche per migliorare le performance fisiche ed intellettuali. Sarà per questo che, tra scetticismo e curiosità, in tanti ormai si sentono tentati di avvicinarsi a questa dimensione. Secondo i risultati della prima indagine sull’ipnosi in Italia, Realizzata dal Centro di Ipnosi clinica di Roma, il 57 per cento degli italiani si dice propenso a “provare”. La ricerca indica, però, che ben pochi conoscono l’utilizzo dell’ipnosi in ambito medico, nella terapia del dolore, nella prevenzione, nel trattamento di patologie specifiche. Infatti, questa pratica può in certi casi sostituire l’anestesia, aiutare a superare la paura del dentista o contribuire a ridurre i dolori del parto. Inoltre, più del 51% dice di non sapere che cosa sia l’autoipnosi e solo il 14% la intende come una pratica utile a fare da sé al bisogno. L’ipnosi va intesa come modalità innata di funzionamento della nostra specie e come strumento sempre a nostra disposizione. Lo stato di trance permette lo spostamento dell’attenzione del soggetto dalla parte del corpo che è oggetto di cura o di intervento alla concentrazione sensoriale su momenti piacevoli e staccati dal contingente, neutralizzando logica e razionalità e potenziando le emozioni positive. Inoltre nelle sedute, ma anche con l’autoipnosi, si creano le condizioni di rilassamento e si aiuta la persona a ritrovare la propria soggettività, quella che permette di avere fiducia in sé. Si tratta, in pratica di una dimensione incosciente che non è mediata dalla mente ma che ci consente di rinforzare quell’unità di mente e corpo e ci permette di stare bene. Imparare a “sentirsi” è una vera rivoluzione per la nostra vita, perché ci porta a essere liberi e a credere anche di più nelle nostre risorse. Ogni persona può arrivare a seguire da sola il proprio percorso ipnotico una volta acquisita padronanza nel metodo e un’adeguata conoscenza dei principi del funzionamento del proprio corpo.