Un punto di riferimento nel cinema horror, ma non solo: Daria Nicolodi, attrice e sceneggiatrice fiorentina, è passata attraverso momenti importanti del cinema e del teatro italiano
Di: Roberto Tirapelle
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Daria Nicolodi non è stata solo un punto di riferimento del cinema horror, un genere considerato dai più di serie B e che invece porta con sé una storia fatta di segni, di colori, di interpretazioni, di musiche, di icone. È stata piuttosto un’attrice e una sceneggiatrice bellissima, magnetica, quasi stregonesca, che è passata attraverso momenti importanti del cinema e del teatro italiano.
Daria Nicolodi nel teatro…
All’inizio, infatti, ha avuto ben altra vocazione. Luca Ronconi la nota all’Accademia di Arte Drammatica di Roma e la sceglie per l’Orlando Furioso (1968), in scena alla Fenice di Venezia. Poi, partecipa al varietà televisivo Babau (1970) con Paolo Poli, spettacolo subito censurato dalla RAI e trasmesso solo alcuni anni dopo. In teatro continua con Gigi Proietti per La commedia di Gaetanaccio, andata in scena al Teatro Sistina e di seguito soppressa a causa dei contenuti scandalosi che riguardavano la vita religiosa del XV secolo. Continuerà con altre produzioni televisive insieme a Rossano Brazzi e Nino Castelnuovo.
… e nel cinema
Fa la sua prima presenza cinematografica stravagante nel Salomè di Carmelo Bene, per poi continuare con Elio Petri nel bellissimo La proprietà non è più un furto, suo primo ruolo in cartellone, e con Francesco Rosi nell’importante Uomini contro. Attraversa quindi il cinema d’autore con Sergio Citti (Il minestrone), Ettore Scola (Maccheroni), accanto a Marcello Mastroianni e Jack Lemmon, Cristina Comencini (La fine è nota), Mimmo Calopresti (La parola amore esiste), dove interpreta la madre di Valeria Bruni Tedeschi, e Giorgio Treves (Rosa e Cornelia).
Horror e thriller
Prima di avventurarsi nel suo sodalizio con Dario Argento, Nicolodi interpreta altri film horror, a cominciare da un regista famosissimo qual è Mario Bava con Schock, ultimo suo film e con la colonna sonora dei Libra. Partecipa anche a un film di Lamberto Bava, figlio di Mario, dal titolo Le foto di gioia, innescando tra l’altro eros e disco. Fa parte di Paganini Horror diretto da Luigi Cozzi, generalmente sconosciuto ai non addetti ai lavori. In realtà, Cozzi è una figura attivissima nel campo della fantascienza e dell’horror, nonché un docente e uno scrittore. È la volta di Michele Soavi, un regista discepolo del miglior Argento, che mescola umorismo nero, horror, aspetti grotteschi e surreali. Con Soavi, infine, Daria Nicolodi interpreta La setta, prodotto e scritto da Dario Argento.
Il sodalizio con Dario Argento
Nel corso del casting di Profondo Rosso, Daria Nicolodi conosce Dario Argento e da lì parte il loro sodalizio sentimentale e artistico. Scorriamo i titoli del film dal 1975 al 1987: Profondo rosso, Suspiria, Inferno, Tenebre, Phenomena, Opera. Su questo periodo ci soffermiamo per dire che Daria Nicolodi si pone in una collocazione horror femminile molto atipica nel cinema italiano dell’epoca. Quando ritorna a lavorare nel 2007 con Argento è per il film La terza madre, con la figlia Asia Argento. Il capitolo conclusivo della saga delle tre madri, tre streghe sorelle, madri degli inferi.
Che dire di una carriera così percorsa, tra la luce e le tenebre, gli effetti speciali, i brividi, il sangue, la musica progressiva, i Goblin, il Jazz, l’Opera, la polvere di stelle, il Tango della morte (in duetto con Proietti e inciso su 45 giri)? Una carriera folgorante per un’attrice con una marcia in più, negli anni di un importante cinema italiano rosso sangue.
Una nota, per chi volesse saperne di più: Rosso Italiano, 1977-1987: dieci anni di horror italiano con Argento, Bava, Fulci e… gli altri, a cura dell’Ufficio Cinema di Modena, di Alberto Morsiani. Con la collaborazione di Piera Detassis e Paolo Romano, Collana Sequenze, Cierre Edizioni.