Nel Lampi News di oggi parliamo di piccioni viaggiatori, quei veicoli di comunicazioni che, stante l’attuale situazione delle poste, forse ci converrebbe riscoprire

Di: Andrea Panziera

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In questi ultimi giorni, una notizia ha suscitato grande scalpore. Finalmente un Organo di Controllo ha alzato la voce contro uno dei servizi pubblici che interessa tutti gli italiani. Mi riferisco ovviamente alla consegna della corrispondenza e, casus belli, delle raccomandate.

Definire il Gruppo Poste semplicemente come l’Ente controllato dallo Stato tramite CDP e Ministero dell’Economia addetto al recapito delle lettere appare oltremodo riduttivo. Esso si configura infatti come un player di prima grandezza nel risparmio gestito e più in generale in tutti i servizi finanziari/bancari. Nondimeno, ad oggi rimane di gran lunga il principale operatore, anche se non più l’unico, attivo nella sua funzione primigenia, appunto trasmettere dal mittente al destinatario comunicazioni scritte in forma ordinaria o in qualsiasi altra richiesta a seconda delle loro funzioni o del grado di celerità necessario.

Ebbene, l’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha comminato a Poste Italiane una sanzione di 5 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge, “per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate”.

In particolare, si accerta che la consegna delle medesime in molti casi non avviene con le modalità sbandierate negli annunci pubblicitari; al contrario, molto più spesso si limita al deposito presso la cassetta delle lettere di un foglietto che ne comunica l’avviso di giacenza presso qualche ufficio postale di zona. Questo senza neanche esperire il tentativo di verificare la presenza in casa del destinatario.

L’invito di Lampi News: si punti sul piccione

Posso asserire senza tema di smentita che la cosa è successa anche a me, a parenti e ad amici. Vista la dimensione e la consistenza del minuscolo pezzo di carta, è capitato che esso non venisse notato dall’ignaro destinatario o risultasse del tutto illeggibile dopo la prima precipitazione atmosferica.

In molti casi il disservizio ha cagionato gravi problemi al sistema giudiziario, ma non solo. Si pensi per esempio ai cittadini con handicap fisici, che magari per giorni non escono di casa. Come da prassi, le contestazioni sono state sdegnosamente respinte, preannunciando immediato ricorso al solito TAR del Lazio.

Una delle controdeduzioni appare invero singolare: secondo Poste Italiane, il loro cliente, l’unico al quale rispondere del proprio operato, è il mittente, “quello che paga”; non esiste dunque relazione commerciale, quindi obbligo contrattuale, verso il destinatario.

Lascio ai lettori libertà di commento e di sfogo, anche se da un Gruppo che grazie agli utenti ha ottenuto nel 2019 un risultato netto di 1.342,5 milioni di € sarebbe lecito attendersi scuse e non cavillose stupidaggini. Mi chiedo se, per garantire efficienza, sicurezza e celerità, non sia il caso di riscoprire il magnifico lavoro dei piccioni viaggiatori, che in un sol giorno riescono a volare per quasi 1000 chilometri. Non sono un esperto ornitologo, ma ad occhio è probabile che il loro mantenimento costi addirittura meno di una raccomandata.