Italia, bellissimo e sciagurato Paese! Quella dell’altro ieri a Ischia è la terza alluvione negli ultimi 15 anni che ha causato vittime

Di: Andrea Panziera

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Italia, bellissimo e sciagurato Paese! Quella dell’altro ieri a Ischia è la terza alluvione negli ultimi 15 anni che ha causato vittime. Mentre scrivo non si conosce con certezza il loro numero, ma probabilmente le persone decedute saranno più di dieci. Parlare di evento tragico tout court risulta in tutta evidenza un insulto alla ragione. Non esiste casualità, bensì favoreggiamento di un accadimento nefasto ampiamente previsto e prevedibile. In queste ore, come da prassi nel mediocre circo tricolore, è iniziato il disgustoso torneo delle facce di bronzo (per rispetto nei confronti dei lettori non uso locuzioni peggiori). Non è colpa di nessuno, magari del destino cinico e baro, che si ostina a riproporre con cadenze sempre più ravvicinate disastri naturali dagli esiti funerei. Abusivismo, chi era costui? Con quale senso del pudore, fisico oltreché etico, si fa finta di ignorare che a Casamicciola una casa su due è abusiva. Le abitazioni, spesso edificate 30-40 anni fa, sono state costruite nei luoghi più improponibili, con sommo dileggio per qualsiasi legge urbanistica e di rispetto per l’integrità ambientale: a ridosso dei canali di scolo, su costoni franosi, in un territorio noto da millenni per la sua fragilità e l’elevata sismicità. Tutti sapevano, ma a parte poche eccezioni si è deciso di volgere lo sguardo altrove. Come ha detto correttamente in queste ore il Governatore della Regione Campania, “non esiste l’abusivismo per necessità” ed in ogni caso in uno Stato degno di questo nome non è ammissibile. Questo in via del tutto teorica, perlomeno da noi. Perché all’atto pratico non soltanto si è chiuso un occhio od entrambi (anche i proprietari di immobili fuorilegge votano), ma non di rado si è proceduto a colpi di condoni alla sanatoria degli scempi edilizi. Non più tardi di 4 anni fa l’Esecutivo allora in carica, all’interno del Decreto per la ricostruzione del ponte di Genova, inserì una norma che prevedeva un condono per Ischia, colpita l’anno precedente da un terremoto. Dall’ isola arrivarono quasi 30 mila richieste di sanatoria edilizia: nei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, che in totale contano 13 mila abitanti, le pratiche di condono avanzate furono seimila, il 50% dei residenti. In queste ore, as usual, fioccano le smentite e le controrepliche piccate ma la lettura degli atti ufficiali non lascia spazio a dubbi interpretativi o distinguo di varia natura. All’interno del provvedimento veniva data la possibilità di riaprire i termini di un vecchio condono (quello previsto da una legge del 1985) e sanare gli abusi commessi nel corso degli anni. Ma il problema non riguarda solo i colpi di spugna pro-voti, ma anche la mancata manutenzione di aree notoriamente a rischio elevato e l’incapacità conclamata da parte soprattutto degli Enti locali (ma non solo) di spendere i soldi stanziati per effettuare gli investimenti e le opere di manutenzione necessarie per mettere in sicurezza i territori strutturalmente fragili. In occasione di ogni catastrofe naturale si ripete il solito mantra che sarà l’ultima e che gli interventi di risanamento verranno celermente intrapresi; questa triste litania è stata reiterata decine di volte ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nel 2021 la Corte dei Conti ha dichiarato che nel nostro Paese ci sono 18 miliardi di euro stanziati e non ancora utilizzati per far fronte al dissesto idrogeologico. Nel 2017 subito dopo il terremoto il Governo aveva destinato 100 milioni di euro per la ricostruzione, ma di quella somma non è stato speso praticamente nulla. Cos’altro aggiungere di fronte a questi numeri impietosi ? I volti contriti, le lacrime di coccodrillo, le rinnovate promesse di azioni sollecite non costano nulla. Nessun dubbio, cari lettori, ne vedremo a profusione , in attesa di una futura, assai probabile e forse neanche tanto lontana sanatoria. Tanto, l’ormai irreversibile vulnus ambientale lo pagheranno le future generazioni e quelle ancora non votano.