L’importanza del respiro, uno degli strumenti più potenti – ma anche il più sottovalutato – per attivare la nostra capacità di autoguarigione
Di: Mariapia De Carli
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“Fai un bel respiro”. Ce lo insegnano da piccoli prima di una prova importante o, più semplicemente, un attimo prima di tuffarci in acqua. Per il resto della nostra vita inspiriamo ed espiriamo l’aria senza nemmeno pensarci. Un po’ come dormire, respirare è una di quelle azioni naturali cui non badiamo fin quando non abbiamo problemi. Chi è sotto stress ha la sensazione di mancanza d’ossigeno ed è lì che comprende come questa attività sia più complessa di quel che si crede.
Lo stress è il male del nostro secolo; quando diventa cronico, provoca danni al sistema immunitario, ipertensione, infertilità, depressione. Se per anni la medicina occidentale ha cercato di contrastarlo con un approccio farmacologico, oggi, influenzati dalle discipline olistiche orientali, si prova a ritrovare la calma praticando yoga e meditazione. In altre parole, rivolgendo lo sguardo al nostro io. Si può ritrovare forza e fiducia grazie a uno degli strumenti più potenti – ma anche il più sottovalutato – per attivare la nostra capacità di autoguarigione: il respiro.
Siamo come respiriamo
Noi siamo come respiriamo. Ogni stato d’animo è collegato a questo gesto naturale. Una persona calma fa circa 14 respiri al minuto, una ansiosa molti di più. Ma esistono tipi diversi di respiro: fino a sei anni lo facciamo con il diaframma, quel muscolo che si contrae, abbassandosi, permettendo ai polmoni di riempirsi d’aria; poi, crescendo, perdiamo questa respirazione profonda, passando a una più alta, a livello del collo, senza averne consapevolezza.
Imparando le tecniche per regolare il respiro si può avere un duplice effetto: in primis, modificare il nostro stato emotivo, diminuendo il nostro livello di stress; in secondo luogo, migliorare le prestazioni fisiche, sollecitando le caratteristiche metaboliche di performance. In pratica, da una parte, modulando il respiro, rendendolo più lento e regolare, si allontanano le tensioni; dall’altra, irrorando meglio i muscoli di ossigeno, si ottiene più resistenza (o, per meglio dire, non si disperde l’ossigeno).
Il discorso non vale solo per grandi prestazioni sportive: usare al meglio i nostri polmoni può cambiare la vita di tutti. Che si tratti di stress da lavoro o meno, per rispondere alla mancanza di gratificazione personale, al senso di frustrazione e insoddisfazione, all’apatia e al disagio psicofisico, si ricorre a compensazioni che minano la salute. Fumo, sedentarietà, dieta errata e alcol sono i fattori principali che oggi ci fanno ammalare. Giovani che non fanno sport, adulti che si ammalano, tutti siamo immersi in un vortice di vita che ci lascia senza respiro e mettiamo a rischio il bene più prezioso che è e rimane la salute.
Un semplice esercizio
Cosa possiamo fare? Bisogna lavorare su quattro aree in contemporanea: il respiro per ritrovare la nostra forza; la mente come pratica di rigenerazione; la corretta alimentazione; l’attività fisica nell’acqua e sulla terra. Così facendo, si otterrà un benessere a 360 gradi.
Concludo suggerendo un semplice esercizio per calmare il respiro. Dobbiamo visualizzare un quadrato. Ogni lato corrisponde a un comando, da tenere per quattro secondi. Il primo è inspirare lentamente con il naso attraverso una respirazione diaframmatica. Poi bisogna trattenere il fiato come in apnea. Il terzo step è espirare attraverso il naso o la bocca. Infine, è necessario trattenere di nuovo il fiato (pausa apnea). Bisogna ripetere il ciclo completo almeno cinque volte affinché sia efficace e il respiro sarà subito più calmo.