In Veneto centinaia di insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia, in possesso di diploma magistrale ma non di laurea in scienze primarie (richiesto ora ma non al tempo dell’assunzione), hanno perso il posto per titolo di studio, considerato non adeguati, dopo decine di anni di insegnamento e aver svolto incarichi di responsabilità.
Interviene in loro difesa, ancora una volta, l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan.
“Amareggia e stupisce – afferma la titolare delle politiche regionali per l’istruzione – che questo governo si sia dimenticato dei propri insegnanti diplomati magistrali che non hanno nemmeno il sussidio di disoccupazione. Per loro nessun reddito di cittadinanza e, peggio, nessun riconoscimento del ruolo di educatori che dovrebbe essere prioritariamente tutelato proprio dallo Stato”.
“Maestre diplomate, ma senza laurea, sono state lasciate a casa nonostante le reiterate promesse di una soluzione politica – prosegue l’assessore – Sono state licenziate e sono quindi escluse dalle graduatorie ad esaurimento. Non hanno nemmeno diritto alla Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione e restano in un limbo. Inoltre, beffa ulteriore, pur essendo state espulse dalla scuola, risultano ancora dipendenti per l’Inps e quindi il TFR è a rischio”.
“Di fronte ad una vicenda paradossale come questa – conclude l’assessore – sono sempre più convinta che l’autonomia sia una condizione necessaria, perché responsabilizzerebbe maggiormente la classe politica e determinerebbe scelte decisamente più giuste ed eque nei settori strategici della funzione pubblica, dove la scuola non può che rappresentare la priorità”.
Comunicato n. 1350/2019 (SCUOLA)