Un luogo di incontro e di delizie, dove la degustazione di uno specialty coffee apre la strada alla comunità: ecco The Pure Café
Di: Maria Mele
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Come nasce il progetto di The Pure Café? Lo abbiamo chiesto a Alberto Agostinacchio che, insieme a Giacomo Vannelli, ha creduto in questa scommessa
Giacomo Vannelli e io ci siamo conosciuti collaborando con Sanremo Coffee Machines, l’associazione italiana dei costruttori di macchine, impianti e attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare. E stato allora che sono entrato in contatto con lo specialty coffee, che in Italia non è molto conosciuto, ma che nei paesi anglosassoni e nel nord Europa è molto diffuso. Lo specialty coffee è caratterizzato dal grande fascino che hanno tutti i settori enogastronomici premium. Il momento della degustazione per il caffè è importante.
Gli aromi e i gusti che si possono provare col caffè permettono un’esperienza altrettanto interessante e piacevole quanto quella del vino. L’espresso tradizionale italiano è un momento di stacco dall’attività che uno sta svolgendo, è un modo per iniziare un incontro di lavoro in modo leggero e viene associato ad un carico di energia, normalmente quindi è legato ad un’esperienza che non coinvolge la degustazione.
Allo specialty coffee è associato invece un importante momento di degustazione, con uno storytelling più ricco e un momento di condivisione che può essere più dilatato nel tempo. E’ nata così l’idea del Pure Cafè, dalla volontà di introdurre una realtà che sia non solo di divulgazione, dei sapori e degli aromi dei caffè specialty, ma anche e soprattutto dello spirito “specialty” fatto di condivisione e di comunità.
Quale pubblico volete intercettare con il vostro progetto?
Ci rivolgiamo ad un cliente curioso verso nuove esperienze gastronomiche salutiste, orientato alle relazioni umane (non solo di tipo virtuale), alle aggregazioni,predisposto ad essere parte di una comunità fisica. Il nostro cliente è interessato a viaggiare e a sperimentare uscendo dalla propria area di comfort.
C’è una definizione che indica un segmento di mercato che è molto in linea con lo specialty coffee ed è LOHAS: Lifestyle and Health Sustainability; parliamo a persone sensibili all’utilizzo di beni e risorse che cercano trasparenza e ne verificano la reale esistenza Anche il nome PURE è legato al bisogno che hanno i nostri clienti di trasparenza e di genuinità.
The Pure cafè: caffetteria o luogo di incontro?
Il Pure Cafè è un luogo in cui provare una coffee experience e accrescere la propria cultura del caffè. Il concept è simile a quello di un’enoteca nel mondo del vino. I valori di Pure Cafè sono il senso di appartenenza alla comunità dei coffee lovers, l’amore verso la sperimentazione nella degustazione di caffè sempre diversi, l’atmosfera rilassata del locale che permette di spendere del tempo per chiacchierare facendo comunità con gli altri avventori.
Abbiamo inserito un angolo lounge con un salottino ed un tavolo conviviale proprio per incentivare lo spendere del tempo di qualità condividendolo con i propri amici e con gli altri avventori. Anche la presenza di giochi di carte di libero utilizzo è orientata a questo scopo di creazione della comunità.
Non ultimo abbiamo avviato i Pure Moments, una serie di eventi che spaziano dalla musica, alle degustazioni, al design e alla stand up comedy. Tutti questi eventi sono caratterizzati dalla intensa condivisione e integrazione tra gli avventori.
Come far conoscere la distintività dello specialty coffee in Italia?
Con estrema rilassatezza e serenità. Molti clienti entrano al Pure Cafè e chiedono semplicemente un caffè, sono i nostri baristi a proporre con leggerezza se vogliono provare un caffè più evoluto e quello che succede è che i clienti curiosi assaggiano qualcosa di nuovo e poi ritornano per provare qualcosa di ogni volta diverso.
La divulgazione da parte dei nostri baristi è uno dei momenti più importanti.
Ogni caffè ha un suo mondo di aromi e sapori che va conosciuto per poterlo meglio apprezzare,ogni caffè ha una sua storia da raccontare che parte dalla fattoria di origine e passa, tramite la lavorazione di essicazione che subisce la ciliegia contenente il chicco di caffè fino alla tipologia di torrefazione
Anche se il fine ultimo del nostro lavoro è far assaporare una tazza che dia piacere al nostro cliente.
A questo poi associamo dei momenti più “istituzionali” con le degustazioni e con i food pairing tra caffè selezionati da Giacomo Vannelli e i piatti stellati del nostro chef Silvio Salmoiraghi. Un momento molto importante a questo riguardo sarà l’11 Novembre in una serata in cui, oltre a Giacomo Vannelli (campione italiano brewers) e Silvio Salmoiraghi (chef stellato del ristorante Acquarello) saranno presenti anche Matteo Pavoni (campione italiano barista) e Valentina Specialty_Pal (principale coffee blogger Italiana).
In che modo le vostre scelte sul caffè si raccordano alla cucina dello chef Salmoiraghi?
Quando è stato concepito il Pure Cafè abbiamo pensato che sono pochissime le caffetterie che associano specialty coffee alla cucina stellata e questo per noi è un forte elemento di differenziazione. Nello specialty coffee esiste una specie di codice culinario per cui le offerte di tutto il mondo si assomigliano. Noi abbiamo voluto introdurre un’offerta molto identitaria con una pausa pranzo stellata, divertente e colorata, tramite il concetto della componibilità della cucina kaiseki.
Stabiliti questi punti ci siamo trovati immediatamente d’accordo con lo chef Silvio Salmoiraghi che ci ha proposto il suo concetto di kaiseki all’italiana. I piatti sono concepiti da Silvio per essere assolutamente intercambiabili in modo che un cliente che pranzi ogni giorno al Pure Cafè possa provare pietanze sempre diverse. Tra l’altro, Silvio si è formato alla scuola di Gualtiero Marchesi in cui il gioco delle acidità è molto evoluto; in questo senso molti dei nostri caffè trovano una linea di collegamento con la proposta di sapori dei piatti di Silvio.
Come viene accolta la vostra proposta nella patria dell’espresso all’italiana?
C’è molta curiosità, la nostra proposta non è assolutista. Se un cliente desidera un semplice espresso abbiamo il nostro Pure Blend (100% Arabica composto da un 65% Brasile naturale e 35% Ethiopia lavato) che è incontra il gusto di chi ama l’espresso tradizionale. Se un cliente desidera lo zucchero nel caffè abbiamo lo zucchero. Ripeto, il fine ultimo del nostro lavoro è quello di far assaporare una tazza che dia piacere al nostro cliente e che gli faccia vivere un momento di benessere.
Articolo originale su Excellence Magazine Luxury