Il “Gala del Festival di primavera” è l’evento televisivo più importante in Cina. Come Sanremo, un rituale di forte identificazione culturale

Di: Lorenzo Bossola

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Ciò che accomuna il Festival di Sanremo al Gala del Festival di Primavera cinese, comunemente conosciuto come chunwan (春晚), non è tanto il format televisivo, il primo è un contest musicale mentre il secondo è un variety show, ma è la funzione che svolgono all’interno della società.

Il Gala del Festival di Primavera

Il Gala è prodotto da China Media Group (CMG), la più importate azienda statale di comunicazioni sotto il diretto controllo dal dipartimento della propaganda del partito comunista, ed è trasmesso su centinaia di piattaforme televisive (la principale è CCTV con le sue versioni locali e internazionali), in live streaming su Weibo (un social network molto diffuso in Cina) e su YouTube (sito bloccato in Cina), o sul sito di CCTV.  Viene trasmesso la sera della vigilia del nuovo anno cinese (chuxi, 除夕) dal 1983, anno della sua prima messa in onda. Anche se in Italia, e in occidente più in generale, è un programma quasi del tutto sconosciuto, infatti è seguito solo dalle varie comunità cinesi, dagli appassionati e dagli studiosi, l’edizione del 2021 è stata vista da circa 1 miliardo e 240 milioni di persone ed è lo show d’intrattenimento più seguito al mondo, solo i maggiori eventi sportivi internazionali hanno un’audience maggiore.

Struttura del Gala

Negli anni e nei decenni, il Gala è stato sviluppato e raffinato, anche a livello tecnico e di spettacolarità, e ha attratto sempre più l’attenzione della politica e dei cinesi stessi, fino a diventare un rituale di identificazione nazional-popolare.  Allo stesso tempo, la politica, cioè il partito comunista, ne ha fatto la sua vetrina ideologica in cui esibire e glorificare sé stessa e la Cina. Il programma è diventato il prodotto mainstream per eccellenza in cui elementi culturali, storici, economici (il partner ufficiale del gala JD.com, un sito di e-commerce, ha registrato un totale di 69,1 miliardi di scambi di “buste rosse”, un regalo in denaro che viene scambiato tradizionalmente in buste, appunto, rosse in questo periodo, per un valore di circa 240 milioni di dollari) sono mischiati a propaganda e politica. Insomma, ciò che accade sul palcoscenico è ciò che il partito reputa che sia giusto e buono mostrare alla Cina e al mondo.

La trasmissione dura circa quattro ore, dalle ore venti della vigilia fino all’una del primo giorno dei quindici che compongono il periodo di feste del “capodanno cinese” (sarebbe meglio chiamarlo Festival di primavera 春节 o capodanno lunare 农历新年). Generalmente è composta da 30/40 mini-atti in cui si alternano balli, canzoni, esibizioni di arti marziali e folkloristiche, spettacoli comici e vengono anche celebrati i vincitori della Medaglia del Primo Luglio, medaglia che viene assegnata ai membri del partito che si sono contraddisti per gli eccezionali servizi resi alla nazione e al partito. Gli ospiti sono generalmente cantanti e attori molto famosi, vi hanno partecipato, per esempio, l’attore Jackie Chan (成龙), il cantante taiwanese Jay Chou (周杰伦) e il pianista Lang Lang (朗朗). Anche star occidentali come Celine Dion nel 2013 e Andrea Bocelli nel 2021 vi hanno preso parte. Le critiche non mancano e molti spettatori si lamentano dell’estrema politicizzazione, dell’eccessiva lunghezza, e della pedanteria paternalistica della trasmissione.

Cultura condivisa

Veniamo al parallelismo con Sanremo. I due prodotti sono confezionati appositamente per essere sfruttati dalla massa. Sono due trasmissioni che caratterizzano e monopolizzano l’attenzione mediatica di un certo periodo dell’anno e sono diventati così propri della cultura massificata italiana e cinese che si sono trasformati in veri produttori di simboli e significati nazionali. Le famiglie si riuniscono e ritualmente guardano il Festival, poi parlano del Festival tra di loro e con gli amici, scambiano commenti e critiche. I social hanno intensificato il processo e l’attività incessante su internet delle persone, dei giornali e dei broadcaster rafforza la portata dei festival. Decine di milioni, o centinaia di milioni nel caso cinese, di persone partecipano al rituale e, di anno in anno, partecipano alla creazione e ricreazione della cultura nazional-popolare.  

Il rituale, che è nella sua natura ripetizione del quasi identico, serve da collante sociale e ideologico della nazione. Il gusto individuale e l’opinione che abbiamo al riguardo sono irrilevanti, anche i detrattori più accaniti partecipano inevitabilmente al rituale del Festival. In questo periodo, tutti sono coinvolti, chi più e chi meno. Essere totalmente indifferenti vuol dire solo una cosa: non si è parte della cultura nazionale. Vuol dire che non si è in grado di scambiare simboli e significati con quelli che dovrebbero essere i tuoi concittadini. È un’esagerazione, ma non del tutto. Noi in Italia generalmente ignoriamo il Gala del Festival di Primavera, così come i cinesi ignorano l’esistenza del Festival di Sanremo, infatti noi non siamo cinesi e loro non sono italiani. Lo share “alle stelle” conferma quanto questi Festival sono importanti per l’identificazione nazionale delle masse.

La corazza rossa

I Festival in questione non sono solo produttori di simboli e significati ma forniscono anche la chiave interpretativa corretta. Molto spesso la chiave è morale, per non dire moralistica, e non lascia spazio al dubbio. Lo sdegno di alcuni si rifugia nella non-curanza. Il Gala cinese corazzato di rosso, date le condizioni politiche estremamente diverse tra i due paesi, è decisamente più autoritario nel fornire l’interpretazione corretta dell’ideologia presentata. Anche se dal 2017 la glorificazione diretta del partito comunista e dei suoi leader è venuta meno e il compito dell’impresa è stato delegato agli importanti risultati economici e sociali (come la lotta al Covid-19) la narrazione è sempre la stessa: il Partito è l’unica guida che può riportare la Cina alla grandezza passata. Questa è l’unica interpretazione possibile dei balli, dei canti, degli sketch comici e delle varie esibizioni. Vi è, dunque, una sostanziale differenza tra i due show ed è il verso del rapporto società-ideologia. Nel caso cinese, è la politica che con lo show presenta l’ideologia accettabile che poi sarà fatta cultura nazional-popolare, mentre nel caso italiano, Sanremo mette assieme e utilizza idee, comportamenti e elementi (anche i peggiori) già presenti in maniera confusa nella società e cerca di rincorrerli per ripresentarli alla massa.

Come ho già detto, i due spettacoli televisivi sono diversi e il grado di forza autoritaria che ha il Gala cinese è ben superiore a quello di Sanremo, ma la scopo di rafforzamento dell’identità culturale nazionale tramite la condivisione di simboli e significati è la stessa. In questo periodo siamo tutti costretti a partecipare al gioco, si fa per dire, dei Festival.