Stupor Mundi: un festival dal sapore medioevale nella città di Monselice
Di: Chiara Tomasella
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Si sono da poco concluse le serate di incontri con la storia e la letteratura ospitate presso i giardini di Villa Duodo, situati a metà del Colle della Rocca di Monselice e meravigliosamente illuminati per l’occasione.
Il primo appuntamento è stato dedicato alla musica, con l’intervento dell’orchestra Micrologus; il secondo, invece, ha visto la partecipazione della Società Dantesca Italiana e dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia, rispettivamente rappresentate dai professori Marcello Ciccuto e Alberto D’Atanasio, relatori di una conferenza-spettacolo dedicata al Sommo Poeta.
Il terzo incontro ha portato gli spettatori ad ascoltare un recital a cura dell’attore David Riondino, mentre protagonista dell’ultima serata, rimandata a causa del maltempo a data da destinarsi, sarà il docufilm Terre di Tiranni o Santi?, riguardante la biografia di Ezzelino III da Romano.
Il Piatto di Federico II
Il 28 agosto, nei giardini di via Argine Destro, si è tenuta – in aggiunta alla conferenza già citata – la selezione finale e la premiazione del concorso gastronomico dedicato a riportare in vita una ricetta medioevale, ispirata ai pasti che si potevano consumare nel padovano tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento.
L’evento, curato dall’Associazione Giostra della Rocca, dal Comune di Monselice e dall’agenzia DragoPress, ha visto la partecipazione delle autorità, a partire dal sindaco Giorgia Bedin e dal consigliere della regione Veneto Elisa Venturini; ai saluti iniziali si sono susseguiti gli interventi degli ospiti e della presidentessa della giuria, Anna Maria Pellegrino, fondatrice dell’Associazione Italiana Food Bloggers nonché Accademica della Cucina Italiana.
Tra i giurati troviamo anche Gioacchino Bonsignore, giornalista televisivo che dal 2002 cura la rubrica Gusto all’interno di Tg5; Gianluca Tomasi, oro olimpico della Nazionale Italiana Cuochi; Paolo Forgia, presidente dell’Associazione dei Cuochi Scaligeri; Dino Roncon, presidente onorario dell’Associazione Cuochi di Terme Euganee e Padova.
Al momento degli assaggi, il sentimento preponderante è la viva impressione che il vincitore verrà decretato da pochissimi decimali di scarto: i tre finalisti, infatti, hanno presentato tre pietanze sopraffine per ogni parametro di valutazione, dall’impiattamento al giudizio del palato. Vediamole dunque più da vicino.
Il podio – “Dopo il primo, sono tutti secondi”
Come fa notare anche la presidentessa di giuria, i piatti presentati sono tutti frutto di un lungo lavoro di ricerca, prodotto di una “cucina colta” che si rifà alle fonti storiche per costruire le proprie portate.
La prima idea può essere descritta da un solo aggettivo: sontuosa. Presentata dalla macelleria Garbin, la corona di costine ripiena di selvaggina fa la sua bella mostra in tavola, stuzzicando l’appetito già a partire dall’impatto visivo. Vitello, cinghiale, anatra e maiale trionfano all’interno del piatto, amalgamate in un nuovo sapore agrodolce cui partecipano le note del miele, delle noci, dei fichi secchi; in un tripudio d’ingredienti, si rende omaggio all’impero federiciano con tutta la magnificenza del caso.
La seconda idea proviene dal ristorante Origini, che presenta, più che una portata, un menu esteso, diviso in “primo atto” (in cui si omaggiano fagioli e porri in una zuppa raccontata dagli chef Marco Danelli e Luca Salomoni) e “secondo atto” (consistente in uno stinco di cinghiale laccato di miele di castagno e ricoperto di mandorle tostate). Di recente apertura, il ristorante di Riccardo Pitteo otterrà il favore della giuria, aggiudicandosi il trofeo in questa prima edizione:
Infine, la terza idea appartiene all’Osteria La Campana, che presenta un’oca dalla cottura tanto laboriosa quanto appetitosa: lo chef Nicolò Ermolli, il più giovane fra i tre partecipanti, l’ha scelta appositamente tra quelle del suo allevamento, parte di un’azienda agricola in costruzione.
Nonostante il premio materiale sia uno solo, la vera vittoria va alla buona cucina, con l’auspicio che l’eccellenza dimostrata nel settore contribuisca a rendere meno faticosa la ripresa post-pandemica.
Come nota conclusiva, tutti i piatti citati sono disponibili per la degustazione da parte del pubblico: non resta che recarsi a Monselice per poterli assaggiare!
Il mio personale consiglio è quello di visitare la città nel corso della prima edizione di “Viviamo il Castello”, che si terrà il 12 settembre a partire dalle 9.30: le Nove Contrade della Rocca presenteranno infatti, in quest’occasione, un mercatino medievale d’arti e mestieri – un salto indietro nel tempo nelle usanze, così come nella gastronomia.