Domenica 17 Settembre, la Pro Loco Carpanea APS ha organizzato un itinerario sulle vie dei vecchi mulini e delle antiche Pievi tra Erbè e dintorni

Di: Liliana Ghellere

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Domenica 17 Settembre, la PRO LOCO CARPANEA APS, all’interno del progetto
“Le Grandi Valli in Valigia sulle Ciclopedonali delle Terre di Carpanea” ha organizzato:
un itinerario sulle vie dei vecchi mulini e delle antiche Pievi tra Erbè (VR) e dintorni, per
conoscerne la storia e il paesaggio, con visite guidate e qualificate per il percorso
storico – paesaggistico – ambientale per riscoprire i gioielli architettonici di questo
territorio.

In occasione del trecentesimo della sua edificazione, il percorso è iniziato dal piccolo
Santuario Nostra Signora della Pellegrina, anche conosciuto come della Beata Vergine del
Carmelo o Beata Vergine del Mulin Novo, attiguo ad una corte rurale, un imponente
edificio dalle ampie barchesse, sulle rive del fiume Tartaro.
Luogo dove un tempo regnavano terre di palude e “isole sparse”.

La tradizione orale di questi luoghi vuole che la Madonna in occasione della sua
apparizione ad una fanciulla del luogo mentre questa stava pascolando le oche,
espresse il desiderio che venisse eretto in quel luogo un santuario a lei dedicato con
all’interno dipinta la sua immagine.

Un pittore locale dipinse la Vergine seguendo le indicazioni della fanciulla, in seguito, i
Monaci di San Zeno vollero costruire un oratorio per proteggere l’immagine miracolosa
della Vergine dipinta sul muro esterno di un’abitazione. L’affresco rappresenta la Madonna
del Carmelo con Bambino, con in mano lo scapolare, con a fianco San Rocco e
Sant’Antonio da Padova.

Con un salto a ritroso di cinque secoli, visto che le sue origini risalgono al 1535, la visita è
proseguita presso il “Mulino Novo”. Sito nel territorio comunale di Erbè, è comunemente
conosciuto come il Mulino di Pellegrina per la vicinanza con la frazione di Pellegrina di Isola
della Scala, o come Mulino della Madonna perché situato nei pressi dell’omonimo
Santuario.

I vecchi ingranaggi restaurati e funzionanti a cura dell’Associazione Vecchie Contrade,
sono stati accesi e utilizzando l’energia idraulica prodotta dalla corrente delle acque del
Tartarello e condotte alla grande ruota del mulino tramite canalizzazione,
hanno dato la sensazione che, come per magia si fosse risvegliata la vita al’interno
dell’antico mulino.

Di fronte alla Pila si trova l’ingresso della palude di Pellegrina.
Un’area che si sviluppa all’interno della valle del fiume Tartaro.
Una parte si estende nel Comune di isola della Scala e una parte nel Comune di Erbè.

Questa area ampia 111 ettari è stata inserita nella “Rete Natura 2000” prima come Sito di
Importanza Comunitaria (SIC) e successivamente come Zona Speciale di Conservazione
(ZSC). Il sito è anche una Zona di Protezione Speciale (ZPS) finalizzata alla protezione
dell’avifauna. Dal 2000, una parte della palude di Pellegrina, una striscia di terreno di circa
sette ettari, è oggetto di un’azione di ripristino ambientale intrapresa dalla Cooperativa
Agricola Ca’ Magre.

Presso l’Azienda Agricola Cà Magre si è tenuta la pausa pranzo.
Il folto gruppo di partecipanti ha potuto così riscoprire il sapore autentico dei prodotti
biologici certificati di qualità preparati appositamente per l’occasione.
Nel buffet erano presenti verdure e composte coltivate dall’Azienda Agricola,
preparate in vari modi. Prodotti locali legati alla stagionalità, genuini e gustosi.
Nel pomeriggio la Prof.ssa Romana Caloi, con un’esposizione dettagliata e coinvolgente, ha
illustrato la bellezza della Chiesetta di Santa Maria Novella di Erbedello, antico feudo del
monastero benedettino di San Zeno di Verona, definito nel 1882 dall’allora Ispettore della
Commissione Conservatrice dei Monumenti e oggetti d’arte, Carlo Cipolla, come “piccolo
tesoro artistico ricco di notevolissimi affreschi” che vanno dal XIII al XV secolo. La chiesa
rivela i ritmi pacati di un’architettura padana legata a quella tradizione contadina che
intorno alla chiesa realizzava il proprio microcosmo.
Il tessuto murario esprime la tipologia costruttiva del dopo terremoto del 1117.
A conclusione della giornata, Claudio, volontario culturale del CTG El Fontanil, ha accolto il
gruppo di visitatori presso il Santuario della Bastia di Isola della Scala, e con bravura e
competenza ne ha raccontando la storia. Il Santuario della Bastia, dedicato alla Madonna
delle Grazie, sorge su un rialzo nella valle del Tartaro. Osservando la mappa ottocentesca
non lontano dalla chiesa si trovava il Castello, di cui non rimane traccia, ma che era
collocato vicino al fiume Tartaro.
La fortezza ci riporta al millennio ed alle scorrerie Ungare, quindi alle misure adottate per
salvaguardare anche la chiesetta, costruendo una palizzata denominata “bastita” che
correva dal Castello alla Chiesa e che includeva uomini e cose nell’area di salvaguardia del
Castello.