Un focus – a latere – sul nuovo e pluripremiato film biografico “Air”: la contesa fra le tre multinazionali Nike, Adidas e Converse
Di: Camilla Piazzon
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Ben Afflek ammalia lo spettatore con una pellicola non solo diretta, ma anche interpretata da lui stesso. Nel cast, Matt Damon nel ruolo di Sonny Vaccaro e Viola Davis che interpreta la madre del pluripremiato campione di basket Michael Jordan. Il film biografico marchiato Warner Bros ha già incassato 106.952,0 euro nelle sole prime due settimane di distribuzione.
Gli anni Ottanta, si sa, sono stati anni di grandi cambiamenti. Si pensi alle lotte antimafia in Italia, al primo Macintosh presentato da Apple; o, ancora, si pensi alla musica con brani come Born in the USA di Sprinsteen, non a caso colonna sonora della pellicola. Ed è nel 1984 che il mondo del basket si prepara ad accogliere Michael Jordan, star che ancora prima di giocare in NBA è contesa tra tre colossi multinazionali: Nike, Adidas e Converse.
Come andarono le cose sicuramente non è un mistero. Basti pensare che nel 2019 il marchio Air Jordan ha registrato ricavi per 3,1 miliardi di dollari – stando alla rivista economica Forbes. Ma anche il più famoso dei lietofini nasconde un percorso piuttosto burrascoso, ed è questo che vuole raccontare la pellicola.
Adidas e Converse detenevano la maggior parte delle quote sul mercato finanziario delle scarpe da basket, reparto che era invece in crisi in sede Nike. La svolta avvenne grazie a Sonny Vaccaro, il quale decise di puntare tutto il budget su Michael Jordan, che inizialmente nemmeno voleva aver a che fare con l’azienda della Pennsylvania. Altri ruoli fondamentali nella logica del marketing sportivo furono giocati dall’allora amministratore delegato, Phil Knight, e Peter Moore, disegnatore della scarpa.
Air è un film che incolla lo spettatore allo schermo, permettendo un’esperienza immersiva nel clima competitivo e dinamico dell’industria sportiva. Inoltre, sono presenti video originali dell’epoca, foto e testimonianze.
La spinta del film, si potrebbe dire, non consiste soltanto nel cast ma nel modo di raccontare una leggenda senza mai annoiare, lasciando allo spettatore un messaggio di forte ispirazione.