Oggi, abbiamo il privilegio di incontrare Monica Conesa, una artista che vanta un canto importante e ricco di espansioni

Di: Roberto Tirapelle

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Sempre alla ricerca di nuove voci per l’opera, oggi abbiamo il privilegio di incontrare Monica Conesa, una artista che vanta un canto importante e ricco di espansioni, e a Verona ha già dimostrato la sua determinazione. Ha cantato in due Aide in Arena e al Filarmonico, ne “La Gioconda” al Filarmonico e si prepara all’Aida del Festival del Centenario.

L’intervista a Monica Conesa

Signora dall’anno scorso Lei, giovanissima, ha fatto già una preziosa raccolta di ingaggi a Verona, tanto da diventare, a nostro parere, la nuova regina della lirica nella nostra città. Cosa ne pensa dei teatri di Verona e della loro organizzazione?

(Aida, 2022, cr. ph. Ennevi)

“L’Arena di Verona e la sua organizzazione mi hanno accolta come in una famiglia; effettivamente il mio primo debutto in assoluto è stato l’estate scorsa in Arena nel ruolo principale di Aida con la direzione del M. Armiliato, non si immagina che privilegio sia stato per me lavorare con questa Fondazione e con il Maestro Armiliato, non potrò mai ringraziare abbastanza la Fondazione Arena e soprattutto la Sovrintendente Cecilia Gasdia per la fiducia che ha riposto in me, non dimenticherò mai nella mia vita questa esperienza e porterò sempre nel mio cuore il favoloso pubblico di Verona, sarò sempre grata alla Fondazione Arena per le opportunità che mi sono state concesse!”

Cominciamo alla sua presenza nelle Aide di Verona, prima l’anno scorso in Arena con la direzione di Marco Armiliato. A proposito di Regine, come vede il personaggio di Aida?

“Vedo il ruolo di Aida come un personaggio devoto, una donna che sa bene come guidarsi, sa di essere umile, stoica con una fortezza d’animo esemplare di fronte alle sventure e alla morte. Il suo popolo, la sua famiglia e la sua patria sono nel suo cuore e li porta con sé fin nella tomba!”

(La Gioconda, 2022, cr ph Ennevi)

Al Filarmonico l’anno scorso ha partecipato nella “Gioconda”, nel ruolo della protagonista, conduzione di Francesco Ommassini. E’ stato un altro esordio e cosa ne pensa di questa figura sullo sfondo veneziano?

“Venezia era in quell’epoca quello che oggi è per noi New York, una città cosmopolita e di convergenza culturale. Venezia continua a essere un porto importantissimo per la sua bellezza e ricchezza culturale e come porto di scambio commerciale, in questo contesto conosciamo La Gioconda una donna senza nome che desidera emergere nella società per mezzo del suo Canto, che le apre porte e le permette sopravvivere, è una vera Sopravvissuta, ed è cosi che si prende cura di sua madre. Sfortunatamente e senza volere si ritrova in circostanze molto complicate, vedo un parallelismo molto interessante con il personaggio di Tosca che per me è molto affascinante!”

Adesso nell’Aida del Filarmonico, direzione d’orchestra di Massimiliano Stefanelli. L’opera più importante dell’Arena trasferita in un teatro. Cosa potrà cambiare della sua interpretazione.? E’ un ruolo che vocalmente sente anche come intimo, meno spettacolare di come siamo abituati a vederlo a Verona?

“Aida quando la vedi in Arena hai quel tipo di comunicazione che è un incontro personale, che comunica direttamente al pubblico come solo in Arena è possibile, ma questa produzione al Filarmonico ti permette di essere sul palco con Aida e vivere con lei tutte le vicende quasi in prima persona.”

(Aida, febbraio 2023, cr ph Ennevi)

Ritornerà in Arena nel 100° anniversario sempre con Aida. Una situazione molto importante e soprattutto con un nuovo allestimento (regia, scene, costumi, luci, coreografia di Stefano Poda). Sta diventando il suo repertorio più importante?

“Aida mi ha dato vita come cantate ed è il primo personaggio a cui ho dato vita nella lirica, far parte della stagione del Centenario dell’Arena è un grande onore e privilegio che mi permette onorare all’Arena la sua tradizione e servire la lirica italiana e Verdi con il rispetto e la devozione più grandi che esistono in me Aida sarà sempre al centro dei miei personaggi che sviluppo e sarà sempre parte fondamentale della mia vita artistica come cantante.”

Un soprano d’eccezione

Monica Conesa, soprano cubano-americano di 26 anni, laureata alla Manhattan School of Music di New York, debutta a livello internazionale al Vienna Summer Music Festival con il ruolo di Maxine per la prima mondiale dell’opera Bridesmaids di Scott Joiner. In collaborazione con l’Accademia di Belcanto Italiano e l’International School of the Voice debutta a Modena nel ruolo di Santuzza in Cavalleria rusticana di Mascagni. Partecipa a masterclass e concerti in tutta Europa con l’European Music Institute, sotto la guida di Francesco Araiza.

Prosegue gli studi presso l’International School of the Voice seguita da Mauricio Trejo e Elizabeth de Trejo. Debutta a New York nell’opera La Fanciulla di neve di Rimskij-Korsakov nel ruolo di Kupava. Canta nei Vesperae solemnes de confessore di Mozart per la Oratorio Society di New York. Vince il Primo Premio Assoluto al Concorso Internazionale di Canto Lirico Fausto Ricci 2021 di Viterbo e il Primo Premio e il Premio del Pubblico al Concorso di Canto Internazionale Maria Caniglia di Sulmona 2021. Debutta all’Arena di Verona nel ruolo principale in Aida di Verdi per il 99° Opera Festival 2022. Per la Stagione Lirica 2022 al Teatro Filarmonico esordisce come protagonista de La Gioconda di Ponchielli. Ritorna al Teatro Filarmonico in occasione della Stagione Lirica 2023 nel ruolo principale di Aida.

(Aida, febbraio 2023, cr ph Ennevi)

(Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Fondazione Arena e Giulia Bruni/DM Artist)