Attore, drammaturgo, regista: è scomparso nel giorno del suo ottantesimo compleanno il grande mattatore d’Italia Gigi Proietti. L’ultimo saluto giovedì 5 novembre in Piazza del Popolo

Di: Simone Massenz

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Ci lascia il giorno del suo ottantesimo compleanno Gigi Proietti, il grande mattatore d’Italia. La morte sembra essere sopraggiunta a causa di gravi problemi cardiaci, che ne avevano comportato il ricovero in terapia intensiva una decina di giorni fa.

I funerali si terranno giovedì 5 novembre in Piazza del Popolo, a Roma, presso la chiesa degli artisti. Probabile la forma privata, così da non creare assembramenti. Non mancherà tuttavia una diretta televisiva.

Una carriera tanto lunga quanto ricca quella di Proietti, distintosi tra scena e set per oltre mezzo secolo. Il talento unico, la capacità autoironica e “romanamente” cinica e lo stemperamento continuo mediante battute e gag hanno contribuito a renderlo una tra le più grandi personalità italiane nel settore.

Scoprì il teatro all’Università: “I miei ci tenevano alla laurea. Io studiavo, si fa per dire, Giurisprudenza, ma la sera mi esibivo” aveva raccontato. “Poi, il mio amico Lello, che suonava nella nostra band, una sera viene a vedermi e mi dice: ‘Devi fare questo’. Ho capito che recitare mi piaceva tantissimo ed è diventata la mia vita. Ma per papà non era la scelta giusta. Era preoccupato e mi ripeteva: ‘Prendi un pezzo di carta: se piove o tira vento, è una sicurezza’”.

Passò dalla musica al celebre Shakespeare, riscuotendo grande successo sul palcoscenico. Ricordiamo nello specifico la grande occasione del 1970, quando sostituì Domenico Modugno nel musical Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini. Tra gli anni Settanta e Ottanta, proseguendo fino al 2000, si concentrò sul teatro e sulla direzione di film e serie televisive. Nel 1996, protagonista della serie Il maresciallo Rocca, conseguì uno storico record di ascolti.

Ma la migliore peculiarità del mattatore era un’altra: amava il proprio Paese tanto quanto il proprio Paese amava lui. Ed è questa, a detta di molti, la chiave artistica dell’immortalità.

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