La stagione lirica 2022 si conclude con la nuova Bohème diretta da Alevtina Ioffe e con regia di Stefano Trespidi. Appuntamento al Filarmonico dall’ 11 al 18 dicembre

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Poco dopo il 98esimo anniversario della morte di Puccini (29 novembre 1924), la Fondazione Arena di Verona celebra anche la sua ben 126esima rappresentazione della Bohème. Un’ opera che Cecilia Gasdìa, Soprano dalla sterminata carriera nella lirica italiana, ritiene una delle più straordinarie opere mai scritte. La cantante, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona, ha presentato in conferenza stampa la nuova produzione con orgoglio.

Giovani sono i sentimenti che la famosa Opera trasmette, nel continuo evolversi di amori, amicizie, divertimenti. Sentimenti sostenuti dalla poetica musicale di Puccini, delicata e inesauribilmente preziosa. Ma giovanissimi sono anche il cast di talenti, già ben affermati a livello internazionale, e il pubblico che vuole includere e la novità della regia di Stefano Trespidi.

All’ impegno di quest’ ultimo, si aggiungono quelli di Guillermo Nova, Silvia Bonetti e Paolo Mazzon per scene, costumi e luci. Lo spirito libertario della gioventù è rappresentato dalla rivoluzione giovanile del maggio 1968, a Parigi e in tutta la Francia.

L’Orchestra di Fondazione Arena, il Coro preparato da Ulisse Trabacchin e le voci bianche di A.LI.VE. dirette da Paolo Facincani, saranno diretti dalla giovane Alevtina Ioffe, pluripremiata direttrice di origini russe che con questo prezioso ed impegnativo titolo fa il suo atteso debutto sul podio a Verona.

Sulla Direttrice

Conclusa da poco la sua carriera come Direttrice musicale del Teatro Natalya Stas a Mosca, Alevtina Ioffe è ora la nuova Direttrice musicale del Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo. È la prima donna a dirigere un così importante Istituto musciale in Russia.

La direttrice condusse la sua prima Bohème nel 2010 allo Stanislavskij di Mosca, dopo aver vinto il famoso Concorso di Direzione orchestrale Victor De Sabata a Trieste . Dopo questa stagione veronese, si preparerà per dirigerla ancora al Washington National Opera.

È nota, in ambito musicale, la difficoltà delle opere Pucciniane che mettono alla prova persino i più esperti. Alevtina, già ricca di una certa dimestichezza con il repertorio pucciniano è stata scelta, a Verona, per affrontare le significative sfide che la Bohème, più di tante altre opere, pone.

In conferenza stampa, la Direttrice ha condiviso questi scogli che si trova a fronteggiare, esprimendo al tempo stesso l’ onore e la grande soddisfazione che deriva da una altrettanto grande responsabilità: quella di condurre una delle più importanti opere italiane in una delle più importanti sede operistiche italiane.

Alevtina Ioffe Cr.ph.: @alyaioffe

Le sfide della Ioffe

Dal meno al più ostico, Ioffe ha elencato gli aspetti più impegnativi della Bohème

Una prima sfida deriva dalla ricerca del giusto equilibrio tra orchestra e cantanti, tra la musica che sta sotto e quella che sta sopra il palcoscenico: la prima, infatti, deve essere particolarmente leggera e soffusa, in confronto alla presenza delle voci liriche. Aspetto, questo, che ha dichiarato, con sua enorme soddisfazione, essere riuscita a realizzare con estrema immediatezza con l’ Orchestra areniana.

Il secondo aspetto, invece, è la continua variabilità dei tempi che costringe chi la dirige ad una vigilanza e flessibilità che non ammettono eccezioni.

Ma la terza impresa è quella più importante, perchè è quella che riguarda l’ obiettivo più profondo dell’ Opera nel suo complesso. Un po’ come la terza prova finale che lo spasimante di Turandot, principe persiano, deve affrontare per conquistare la mano della bellissima principessa cinese.

La sfida, quindi, più decisiva perchè quella riguardante i sentimenti. La talentuosa Direttrice musicale ha dichiarato di poter affermare, senz’ ombra di indugio, che l’ impattivo emotivo, psicologico e intellettuale dell’ arte pucciniana è paragonabile all’ impatto della scrittura di Dostojevskij in letteratura. Saper replicare tale grandiosità è compito per cui Alvtina è stata scelta per questa nuova e ancora più potente Bohème.

Una scenografia firmata Trespidi

Se la prima esecuzione assoluta dell’ Arena come ente autonomo, con l’ Aida di Verdi, segnò la nascita del nuovo stile scenografico dalle tipiche scene dipinte a quelle tridimensionali, la nuova Bohème con la regia di Trespidi amplia ulteriormente questa tridimensionalità, ma in ambito temporale. Tutto questo riuscendo a rimanere fedelissimo alla drammatrugia di Puccini

Alla stregua di un ormai consolidato dibattito circa la legittimità e l’ intelligenza del connubio tra tradizione e contemporaneità nell’ Opera, si colloca l’ esplorazione artistica di Stefano Trespidi. Il regista, infatti, ha scelto, come chiave di congiunzione tra atmosfera bohèmienne ottocentesca e generazioni attuali, i movimenti del Maggio francese nel ’68. Un evento storico che, nonostante la sua breve durata, ha prodotto conseguenze nella società il cui eco risuona ancora ai giorni nostri.

Una scelta operata in nome dei valori che questi due movimenti francesi condividono: la ricerca della verità, della libertà e della bellezza. Ricerche di nuove dimensioni dell’ umano spesso condotte attraverso provocazioni all’ ordine costituito borghese.

Punti di riferimento e lenti che hanno guidato la prospettiva di Trespidi nel suo progetto artistico sono tre capolavori contemporanei: il regista ha nominato la Bohème di Zeffirelli come riferimento assoluto, oltre la quale ritiene impossibile poter realizzare di meglio. Due, invece, sono i film da cui ha dichiarato aver tratto ispirazione per l’ aspetto iconografico, ovvero The Dreamers di Bernardo Bertolucci e Les amants réguliers di Philippe Garrel.

Le trasposizioni

Nel primo atto non sarà la misera soffitta, pensata dai librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, ad accogliere le prime vicende e presentare i personaggi. Bensì un atelier dove sono in preparazione i manifesti e i cartelloni da utilizzare nella protesta

Un raccordo tra fatti e invenzione caratterizza il secondo atto della produzione di Trespidi: l’ ambientazione sarà quella del Caffè Momus che i librettisti di Puccini avevano immmaginato trovarsi nel Quartier Latino. Lì veniva rappresentata la vita più gioiosa e albertina dei personaggi. Il Momus apparirà però nella sua accezione reale come simbolo delle rivolte del Maggio francese.

É il cantiere dell’ Università di Nanterre, epicentro dei moti sessantottini, e non la barriera d’ Enfer, ad ospitare le tragiche separazioni del terzo atto.

Il ritorno all’ atelier nel quarto atto, invece, accompagna il senso di sconfitta della protesta, in parallelo con le sconfitte amorose dei personaggi. Protagonista è da un lato la disillusione che aveva visto chi aveva combattuto in prima linea nelle manifestazioni studentesche, tornarsene alla vita borghese che tanto contestava. Dall’ altro è la metafora del passaggio dalla gioventù all’ età matura.

“Il pregio di fare questo tipo di trasposizioni è quello di innescare un meccanismo empatico nei ragazzi più giovani. Questi, riconoscendosi in ciò che vedono sul palcoscenico, sentono l’ Opera più vicina a loro, riuscendo a comprenderla nel suo messaggio più profondo, andando oltre la barriera storica, temporale e culturale”

Stefano Trespidi

Tutto ciò viene fatto per intercettare grandi fasce di nuovi spettatori e dimostrare ai giovani che l’ Opera parla di loro, a loro e per loro

Un cast giovane e internazionale

Ed è anche con giovanissimi talenti che la nuova Bohème debutterà questo inverno. Molti di questi hanno vinto il Concorso As.Li.Co. per voci emergenti  di Como

Bohème quest’ anno vanterà un cast internazionale, oltre che giovane, per l’ autore operistico che ha reso l’esotismo un suo tratto distintivo, aggiungendo un valore inestimabile al suo talento creativo.

Cr.ph.: @gianfaldonigiuliana

Dal Messico proviene la coppia più affiatata della Bohème: la voce dello squattrinato poeta Rodolfo sarà quella di Galeano Salas, tenore che ha già conquistato il mondo operistico per il suo timbro romantico e italianeggiante; mentre a fargli perdere la testa è Karen Gardeazabal, nelle vesti della bellissima condomina Mimì, altrettanto umile di condizioni, nonchè gravemente malata.

Colline è il basso Francesco Leone, Schaunard il baritono catalano Jan Antem; per il pittore Marcello si alternano i baritoni Alessandro Luongo (11, 16 e 18 dicembre) e Andrea Vincenzo Bonsignore (14 dicembre). A far ingelosire il pittore sarà la sua ex fidanzata Musetta, interpretata dalla raffinata belcantista Giuliana Gianfaldoni.

Jan Antem si è dichiarato entusiasta delle scene, della dinamicità dello spettacolo, della giovane età e talento che ha unito tutti i cantanti. Una vivacità e dinamica di lavoro che ha entusiasmato anche la Ioffe stessa.

Le nuove frontiere dell’ educazione al Teatro d’ Opera

Fondazione Arena ha già presentato la nuova Bohème anche all’ Università di Verona, in un evento del 29 novembre, in collaborazione con il Dipartimento di Culture e Civiltà. Il regista e alcuni degli interpreti hanno incontrato molti studenti, quasi coetanei dei cantanti, per far conoscere le inziative riservate agli universitari da Fondazione Arena

Un’ ora prima dello spettacolo del 14 e 16 dicembre ci sarà l’opportunità di partecipare ad un Preludio, rispettivamente alle 18 e alle 19. Sarà un momento di approccio alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, che avrà luogo nella prestigiosa Sala Maffeiana.

Tra l’ inventiva di chi, come Stefano Trespidi, ha messo in dialogo tradizione e contemporaneità e gli impegni di Fondazione Arena rivolti alle Scuole, si congiungono gli sforzi e le visioni di chi vuole confermare il Teatro d’ Opera come un’ arte che sa comprendere e allo stesso tempo educare l’ umano. Arena Young, infatti, come ogni anno si rivolge a studenti e personale di scuole, università, accademie; il progetto si articola in tutta una serie di attività volte a soddisfare ogni esigenza dell’ inclusione delle giovani generazioni al mondo della Lirica.

Fra queste iniziative richiestissima è Anteprima scuole, lo spettacolo riservato a studenti e giovani venerdì 9 dicembre alle 16, ma prseguirà anche la rassegna Ritorno a teatro, un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica.

Programma

Domenica 11 dicembre ore 15.30

Mercoledì 14 dicembre ore 19.00

Venerdì 16 dicembre ore 20.00

Domenica 18 dicembre ore 15.30

Informazioni e prenotazioni: Ufficio Formazione scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933.

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 596517

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880