Il dibattito fra le forze politiche, che troverà il suo approdo con il voto del 25 settembre, stia diventando sempre più una scampagnata
Di: Andrea Panziera
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Forse mi sbaglio ma ho la sensazione che il dibattito fra le forze politiche, che troverà il suo approdo con il voto del 25 settembre, stia diventando sempre più una sorta di scampagnata, in cui ognuno dei partecipanti sta dando il suo fattivo e originale contributo ad una sorta di “fake electoral competition”. Mi ricorda un po’ quelle gite fuoriporta nelle quali è d’uso lasciarsi andare e le si spara a ruota libera senza tanto rifletterci sopra, allentando le maglie della razionalità e il controllo dei freni inibitori. Le promesse di tasse più o meno piatte ed in ogni caso significativamente sforbiciate, le riduzioni dagli effetti miracolosi del c.d. cuneo fiscale, gli sforamenti di Bilancio a gogò, le mensilità extra e gli aumenti di pensioni e stipendi all’universo mondo, tutto ciò presuppone che si reperiscano le adeguate risorse, ossia le necessarie coperture finanziarie per farvi fronte (art. 81 della Costituzione). Ora, il consensus di tutti gli economisti di qualsiasi latitudine concorda nel ritenere che ci si stia avviando a grandi passi verso una recessione profonda la cui entità e durata appare al momento non determinabile. Forse sarebbe il caso di non creare delle aspettative che ad ogni evidenza non potranno essere mantenute. Mi rendo conto che parlare di difficoltà imminenti, di inevitabili e pesanti sacrifici, probabilmente di razionamento del gas, non porta voti. Tuttavia, mentire avendone la consapevolezza, può sì recare nel segreto dell’urna qualche beneficio nel breve termine ma diventa un boomerang quando gli incauti avventori si accorgeranno che gli è stata venduta merce mai arrivata a destinazione. Mi rifiuto infatti di pensare che chiunque vincerà le elezioni assumerà poi decisioni sui Conti Pubblici tali da metterci alla totale mercé dei Mercati finanziari, i quali iniziano a dare i primi segnali su quanto fra qualche settimana potrebbe accadere. Così come è del tutto fuori luogo la pretesa di spingere l’attuale Esecutivo, rimasto in carica per il disbrigo dei soli affari correnti, a prendere in considerazione l’ipotesi di un extra – deficit, qualunque ne sia l’entità. In realtà, questo giochino spudorato non è il più pericoloso ed insidioso che qualche forza politica sta architettando. Sento parlare sempre più spesso di revisione del PNRR, istanza da portare nelle stanze di Bruxelles non appena il nuovo Governo sarà insediato. Aldilà del fatto, sottolineo, che al momento non è affatto chiaro in che termini e con che finalità questa richiesta verrebbe poi avanzata. Certo, appare quantomeno strano e difficile da argomentare che il Paese maggiormente beneficiario del provvedimento proponga delle modifiche in corso d’opera, con la giustificazione del sopravenuto cambiamento del contesto internazionale. Questo vale per tutti gli Stati membri, Germania in primis, ma gli unici a muoversi in questa direzione saremmo solo noi. Non vorrei che, dietro questa mossa, se ne celasse un’altra, assai perniciosa se fosse vera. Una volta ricevuta la copiosa cascata di quattrini, grazie al lavoro di Mario Draghi e dei suoi Ministri, che ha consentito il rispetto degli obiettivi da raggiungere (leggasi rispetto delle condizioni concordate per l’erogazione) sarebbe grave se a qualcuno venisse in mente di smontare in tutto o in parte i provvedimenti adottati. Una sorta di “prendi i soldi e scappa”, o meglio “prendi i soldi e scassa”, in nome del diritto dei rappresentanti del popolo italiano appena eletti a non farsi imporre misure c.d. “antipopolari” o riforme sgradite a questa o quella clientela politica. La colpa verrebbe, come da prassi consolidata, attribuita all’Esecutivo precedente accusato di aver svenduto i diritti della Nazione alla modica cifra di 200 miliardi di euro. Nessuno sarà così pazzo da avventurarsi lungo questo percorso con il rischio di far azzerare la non cospicua dote di credibilità di cui ancora godiamo a livello comunitario? Ebbene lo confesso, non ne sarei così sicuro e basteranno pochi mesi per averne la riprova.