Con i piedi, con le mani, con tutte le parti del corpo utili a respingere il pallone. Questa l’essenza di Claudio Garella
Di: Andrea Panziera
LEGGI ANCHE: L’angolo di Eupalla – Il pensiero minimo dei tifosi “full time”
Con i piedi, con le mani e con tutte le parti del corpo utili a respingere il pallone che l’avversario cerca invano di mettere in porta. Questa l’essenza di Claudio Garella, il portiere del Verona dello scudetto, che si ripeterà due anni più tardi con il Napoli di Maradona.
Ascoltando uno dei tormentoni di questi mesi viene quasi automatica l’associazione delle parate inconfondibili di Garella con le parole della canzone della Rappresentante di Lista. Sicuramente lui non sarà ricordato nella Hall of Fame dei portieri in quanto a stile, ma se il giudizio si basasse unicamente sull’efficacia degli interventi, un posto di assoluto rilievo gli spetterebbe di diritto. Mi sono chiesto quanto abbiano inciso le sue performance nel primo ed unico scudetto finora vinto da una squadra veneta.
Certo, la compattezza del reparto difensivo è stata molto importante, corroborata dalle scorribande continue e inarrestabili di Hans Peter Briegel sulla fascia. I guizzi di Fanna, la regia illuminante di Antonio Di Gennaro, l’abnegazione di Volpati e Sacchetti, la potenza e la velocità di Elkjær e gli inserimenti improvvisi di Nanu Galderisi: un mix di solidità, compattezza, organizzazione, gol, frutto del sapiente amalgama di un grande maestro dell’ars pedatoria il cui nome è Osvaldo Bagnoli. Ma tutto questo forse non sarebbe stato sufficiente a vincere uno scudetto del tutto inaspettato sovvertendo ogni pronostico della vigilia, senza le uscite a valanga di quel portiere all’apparenza un po’ goffo, per gli esteti del beau geste pallonaro decisamente sgraziato, i cui interventi miracolosi strozzavano in gola l’esultanza dei tifosi avversari.
E’ impossibile e probabilmente anche ingiusto attribuire percentuali di merito per un successo in cui non credeva praticamente nessuno. Ma quelle di Claudio Garella sono sicuramente elevate e , senza tema di smentita, decisive. Come non di rado capita, il destino crea disegni che mettono alla prova l’intelligenza e l’umana sensibilità delle persone. In questo caso, ha posto di fronte in questa prima giornata di Campionato le due squadre dove il nostro ha dato il meglio di se stesso, lasciando un ricordo indelebile.
Due compagini le cui rispettive tifoserie travalicano la normale rivalità sportiva e che spesso negli anni hanno dato vita a scontri violenti connotati da palesi manifestazioni di stampo razzista. Per una volta sarebbe bello che esse onorassero la memoria del loro ex portiere lasciando a casa rancori, becerumi e insulti e si unissero in un lungo applauso nel ricordo di un calciatore che è stato grande protagonista dei non molti successi di entrambi i club.