Una domanda fondamentale, la cui risposta pare più complicata del previsto: qualcuno ha capito quale sia stata la causa dell’attuale crisi di Governo?
Di: Andrea Panziera
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Se lo strumento lo consentisse, vorrei porre una domanda a tutti i lettori e chiedere loro una risposta immediata online. Qualcuno di voi ha capito quale sia stata la causa scatenante dell’attuale crisi di Governo?
Penso che nelle cronache parlamentari, che di stranezze ne hanno raccontate tante, mancasse quella di senatori che votano in modo difforme dai loro colleghi di casacca dell’altra Camera sulla medesima questione, peraltro non banale: la fiducia all’Esecutivo di cui fanno parte e nel quale sono rappresentati da Ministri che occupano dicasteri di importanza tutt’altro che marginale.
Uno di questi Ministri in queste ore ha diffuso “urbi et orbi” il seguente comunicato: “Le eventuali dimissioni del Governo potrebbero condurre a uno scenario estremamente critico relativamente all’iter dei principali provvedimenti, già presentati alle Camere, con particolare riguardo a quelli relativi alle riforme abilitanti per raggiungere gli obiettivi del PNRR entro dicembre 2022 e a quelli di conversione dei decreti-legge attualmente pendenti in Parlamento”.
Per dirla alla Irving Stone, il Tormento senza l’Estasi. Tradotto, i miei hanno fatto un harakiri in piena regola. Qualcuno obietterà: il casus belli è l’inceneritore di Roma. Ah, ecco spiegato l’arcano. Sulla questione non mi pronuncio ed ognuno è libero di trarre le conclusioni che vuole. Solo di sfuggita, da convinto amante della natura quale penso di essere, osservo che in tutti i Paesi del Nord Europa, sicuramente con una coscienza più green della nostra da sempre, i termovalorizzatori esistono; anzi, fanno soldi con i rifiuti che noi gli conferiamo pagando per il servizio da loro svolto. Peraltro, da questi oppositori non mi sembra che in questi anni siano state ideate e adottate misure alternative così efficienti e risolutive, o sbaglio?
Detto questo, facendo la tara ad ogni altra considerazione visto che il Basso Adige non si occupa di diatribe fra forze politiche, l’unica questione che a mio avviso merita un approfondimento appare quella di delineare i possibili scenari del post Esecutivo Draghi, sul cui operato ho espresso il mio giudizio nel Post It di questo giornale titolato Cari amici, vi scrivo. Il primo elemento da prendere in considerazione sono le reazioni internazionali di queste ore, quelle provenienti dai Paesi amici e alleati, nonché quelle degli altri con cui i rapporti non sono per così dire idilliaci. Molto preoccupate le prime, di qua e di là dell’Oceano, sarcastiche le seconde, fra brindisi neanche tanto metaforici e vignette compiaciute.
Chiunque raccoglierà il testimone non potrà non tenerne conto, pena un isolamento magari non conclamato che però potrebbe costarci molto caro, in tutti i sensi. Il secondo fattore per importanza scaturisce, neanche a dirlo, dalla dichiarazione del Ministro riportata poco sopra: esiste il rischio molto concreto che la ricca dote del PNRR, ottenuta soprattutto grazie al prestigio ed al lavoro di Draghi e dei suoi più stretti collaboratori, arrivi solo in parte, con i Partiti a fare campagna elettorale ed un Parlamento a mezzo servizio. I danni per il sistema Paese, come hanno prontamente compreso gli amministratori locali di ogni partito, sarebbero di dimensioni inimmaginabili.
Il terzo aspetto da valutare con molta attenzione attiene alla probabile reazione dei Mercati qualora nei prossimi giorni venga confermata la fine della Legislatura e si vada al voto ad inizio autunno. Per molti anni ho diretto Società di Intermediazione finanziaria e posso dire per conoscenza diretta cosa accade quando gli operatori fiutano l’odore del sangue. A chi non ne avesse idea consiglio di guardare una bellissima serie trasmessa di recente da Sky, dal titolo molto significativo: “Diavoli”.
Grazie a Draghi, allora Presidente BCE ed al suo ormai celebre “Whatever it takes”, ci siamo salvati una volta, ma assai di rado la storia replica il medesimo copione, nonostante l’input del nostro a Christine Lagarde per la creazione dello scudo anti – spread. Come in tutte le cose, è questione di credibilità, che è un po’ come il coraggio di Don Abbondio: se non ce l’hai, o ne hai poco, non te lo puoi dare. E questo, ahimè, vale per la gran parte dei personaggi che calcano la scena politica tricolore.