La comunità scientifica ha disposto nove limiti planetari per la salvaguardia dell’ambiente. L’uomo ne ha già superati sei, l’ultimo quello dell’acqua dolce

Di: Anna Maselli

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L’uomo ha oltrepassato il limite. Non solo, lo ha fatto per ben sei volte. Per preservare l’ambiente e gli ecosistemi naturali, la comunità scientifica ha stabilito nove limiti planetari al di là dei quali non ci si dovrebbe mai spingere. Ad oggi, l’essere umano è riuscito a superare anche il sesto. Considerando tali premesse, possiamo ritenerci vicini al punto di non ritorno.

Lo scienziato svedese Johan Rockström, affiancato da una trentina di collaboratori, ha disposto nel 2009 un diagramma in continua evoluzione, per evidenziare le aree del pianeta sulle quali urge un intervento immediato. Figura fondamentale per gli attivisti, Rockström è protagonista, insieme a David Attenborough, del docufilm prodotto da NetflixSuperare i limiti: la scienza del nostro pianeta”. Qui vengono approfonditi i nove limiti ambientali contenuti all’interno del saggio pubblicato in lingua inglese nel 2021.

Cr. Ph. greenreport.it

I nove limiti planetari

Dei nove confini planetari individuati dal modello di Rockström, quelli ufficialmente oltrepassati sono sei: la crisi climatica, la perdita di biodiversità, i cicli biogeochimici con l’inquinamento di fosforo e azoto, l’inquinamento da sostanze chimiche, il consumo del suolo e, infine, la disponibilità di acqua dolce. Fortunatamente (se così si può dire, ndr.), per il momento l’uomo non è riuscito a raggiungere l’acidificazione degli oceani, l’esaurimento dello strato di ozono e l’aerosol atmosferico – ancora non del tutto quantificabile.

Il sesto limite – quello dell’acqua dolce – che ci accingiamo a superare ora, prevede un consumo annuo di acqua pari a 4000 km3. Recentemente i parametri sono stati modificati e, all’estrazione esclusiva di acqua blu (quella proveniente dai laghi e dai fiumi), che raggiungeva quasi il limite, è stata aggiunta anche quella verde, che include l’acqua delle precipitazioni e del suolo. A questo punto, quindi, la soglia si può considerare abbondantemente varcata.

Il futuro del pianeta

Ventotto nazioni, tra cui l’Italia, nel mese di maggio hanno raggiunto l’Overshoot day, ovvero il giorno in cui hanno terminato le risorse rinnovabili che la Terra può generare durante un intero anno. Lo Stivale è in debito con il pianeta dal 15 maggio. 

Il futuro che si prospetta è quello che lo scienziato definisce:

“il decennio decisivo per il futuro dell’umanità sulla terra”

– Johan Rockström

Il 2031, infatti, dovrà rappresentare un punto di svolta, il momento nel quale l’uomo ritroverà la retta via per evitare ulteriori catastrofi naturali.