Quello che abbiamo sperimentato in questi mesi è ciò che da millenni il TAO insegna. Ne abbiamo parlato con Paola Neglia

Di: Maria Mele

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L’accelerazione esasperata verso l’innovazione che abbiamo sperimentato negli ultimi anni ha subito nostro malgrado un brusco rallentamento in questo 2020.

Trascorrere  molto tempo nelle nostre case, ci ha portato a riflettere e a rivedere molti stili di vita e di business.

Abbiamo avuto tempo per interrogarci su quale dovesse essere il comportamento più corretto dell’essere umano, abbiamo, sia pure in modo ancora troppo confuso, capito di dover ritornare ai principi ai quali l’uomo deve conformarsi, alle norme  etiche che regolano la sua esistenza e la complessa rete dei rapporti sociali.

Quello che abbiamo sperimentato in questi mesi è ciò che da millenni il TAO insegna, la necessità di trovare un giusto bilanciamento tra questa continua spinta all’innovazione e al progresso e il benessere fisico e mentale.

Ne abbiamo parlato con Master Paola Neglia titolare di Living Naturally che studia da anni le discipline orientali, per tentare di comprendere insieme quale indicazione la millenaria esperienza taoista ci suggerisca.

La Natura ci sta mandando un messaggio chiaro, stiamo correndo troppo!

Il TAO ci insegna che la risposta alla velocità eccessiva è la lentezza, quindi dobbiamo fermarci! Il TAO ci insegna a seguire il flusso, ci insegna ad essere flessibili e a cercare sempre il bilanciamento.

Posso testimoniare che in questi mesi si sono moltiplicate le richieste di consulenze per comprendere come poter affrontare questa nuova dimensione di vita.

Che genere di consulenza?

La necessità di stare a lungo in casa, la convivenza forzata hanno fatto emergere come le nostre abitazioni  spesso non siano sintoniche con le mutate esigenze di vita. Condividere lo spazio con altri, anche se li amiamo, può essere complesso.

Molti si sono rivolti a me per trovare una soluzione al malessere che sperimentano in casa. Nella mia esperienza ciò che può aiutare in questi casi è una consulenza Feng Shui.

In che modo il Feng Shui può dare un contributo al nostro benessere?

Risvegliando noi stessi, ascoltando la nostra voce interiore. Facendo sì che la casa entri in risonanza con le nostre esigenze. Ma non tutti ne sono consapevoli. Spesso siamo troppo condizionati. In questo senso cominciare a lavorare sulla casa con il Feng Shui aiuta, perché la casa siamo noi, in senso letterale.

La casa è il nostro vestito, la nostra protezione, ma non deve isolarci dalla Natura.

Spesso le nostre case vengono usate come dei caschi di protezione, per usare una metafora, ma proprio come nell’utilizzo di un casco la visiera deve essere sempre alzata o rischiamo di fare un salto nel buio. L’interazione con ciò che ci circonda non è solo  importante, ma necessaria.

Tornare all’ascolto dell’esterno, dei cicli naturali vuol dire ritrovare il proprio benessere.

Il primo passo per farlo è attraverso la sistemazione degli ambienti. Perché c’è un ordine naturale per ogni cosa e va rispettato.

Cosa intendi esattamente?

Il Feng Shui è la summa e la radice di molte discipline olistiche, è una scienza che tiene conto di fenomeni percettibili e di dati energetici che, se ben applicata, ottiene ottimi risultati.

Pensate per esempio a come è importante nella coltivazione agricola che un campo sia opportunamente esposto alla luce solare e protetto dai venti, o a quanto incidano sullo stato del nostro umore le condizioni meteorologiche, ebbene allo stesso modo dobbiamo curare l’esposizione e la protezione della nostra casa.

Nel Feng Shui ogni parte della casa rappresenta i membri della famiglia, gli organi vitali, il passato, il presente.

Lavorare sulla casa significa quindi lavorare su noi stessi, sul nostro presente e di conseguenza sul  nostro  futuro.

Esattamente come un corpo deve essere coperto adeguatamente, in modo coerente con le nostre necessità, la casa deve accompagnare i nostri cambiamenti e deve adattarsi al periodo storico  nel quale viviamo.

Ai tempi delle grandi dinastie imperiali cinesi, nulla veniva deciso dall’imperatore senza aver prima consultato i maestri Feng Shui, oggi naturalmente non possiamo essere così radicali. Spesso l’analisi dello spazio abitativo mi pone di fronte a realtà architettoniche che cozzano con le leggi universali spaziali e ambientali, il mio lavoro è risolvere queste criticità o almeno attenuarle per  tornare  in armonia con la persona, la famiglia e i loro progetti di vita.

Come è possibile attenuare una criticità architettonica? 

A volte non posso trasformare la casa e allora aiuto la persona a non essere troppo condizionata dalla casa stessa. Raggiungere la consapevolezza è il passo più importante.

La casa deve diventare alleata del nostro percorso di vita, aiutarci a trovare la migliore versione di noi stessi.

Spesso i bambini o gli animali, che sono i meno condizionati, sono anche  i primi a trarre giovamento dalle modifiche suggerite

In Italia molto spesso si vive l’investimento immobiliare come qualcosa di definitivo, il Feng Shui ci parla di cambiamento, come conciliare l’esigenza di stabilità che la casa simboleggia con la necessità di flessibilità di cui ci parla il Feng Shui?

L’obiettivo del consulente e quello di ottenere il maggior beneficio con il minor numero di interventi fisici e il meno impattanti possibili. Quando nemmeno questi piccoli interventi sono possibili, conta che si raggiunga almeno la consapevolezza di quello che serve. Il mio lavoro mira a raggiungere  questa consapevolezza e da li poi partire per raggiungere il benessere. Io non sono un architetto, non sposto pareti e non riprogetto gli spazi, ma  lavoro con quello che ho nell’intento di renderti consapevole delle eventuali criticità, degli eventuali difetti esistenti all’interno e all’esterno di casa, per cambiare o almeno attenuare ciò che non si può variare.

Si instaura una relazione a due vie: io modifico l’ambiente e l’ambiente modifica me. Si tratta di una grande trasformazione. Comprendere che c’è un problema è il primo passo per cambiare paradigma; Spesso scendere dai binari dei condizionamenti non vuol dire deragliare, ma semplicemente trovare una nuova via.

Non sarà stato facile in questi mesi di lockdown organizzare i sopralluoghi per le consulenze? 

Ho pensato infatti di creare percorsi on line di formazione per dare a ciascuno gli strumenti  per  una prima verifica dello stato dell’arte. Il mio lavoro è dare una traccia, un suggerimento che possa essere il punto di partenza per un cambiamento. Nella mia decennale esperienza mi sono resa conto che la presenza di un esperto che indichi la strada è fondamentale, ma ciascuno di noi è master di sé stesso. Credo molto in questo nuovo approccio.

Articolo originale su Excellence Magazine Luxury