Tra il cinema e la scienza: la differenza tra realtà e finzione
Di: Chiara Tomasella
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Con i suoi oltre 3.200 video, quello di Wired non è un canale di cui sia semplice trattare la storia: nato nel 2005, a pochi mesi dalla data di fondazione dell’allora nuovissima piattaforma di YouTube, pubblica il suo primo video (ancora visibile) nel 2007, anno in cui il layout del sito è ancora ben diverso da quello odierno.
Attualmente, possiede più di otto milioni di iscritti e un vertiginoso totale di visualizzazioni: queste ultime superano infatti i due miliardi e mezzo.
I primi caricamenti
Gli inizi, si sa, non hanno ancora un’identità definita: quelli di Wired non fanno eccezione, coinvolgendo clip di natura disparata. La tecnologia e l’astronomia s’intervallano ai videogames, ma anche a frammenti di storia della medicina (per esempio, di diagnostica per immagini).
La passione per la scienza – che si tratti di robotica, paleontologia o biologia – è tuttavia un tratto distintivo che rimane costante, da quattordici anni a questa parte. Anche i primi dialoghi con attori e registi prendono una piega tecnica, convergendo sulla CGI e, in generale, sul lato digitale di una realizzazione filmica.
O sul lato culinario, se vogliamo strizzare l’occhio ad Halloween:
A proposito di cinema
La serie “Technique Critique” è una miscela perfetta di scienza e cinematografia: nel corso dei video che attualmente fanno parte di questa playlist, Wired invita svariati esperti a recensire alcune scene tratte da diverse pellicole, con lo scopo di mostrare agli spettatori quanto realtà e finzione siano distanti – o sorprendentemente vicine – nelle situazioni messe in scena.
Così, incontriamo Erik Singer, un dialettologo che commenta accenti e linguaggi costruiti per il grande schermo (come sindarin, serpentese, na’vi, ma anche klingon, alto valyriano e dothraki).
Incontriamo Matthew Steiner, detective che commenta svariate analisi di scene del crimine tratte da Castle, NCIS, Criminal Minds e altri show televisivi; Samy Kamkar, hacker, o ancora Lucy Lang, ex procuratore, entrambi interessati a dare un’immagine più realistica della propria professione.
Alcuni esempi
In questo periodo, discutere delle modalità di nascita e diffusione di nuovi patogeni è certamente una tematica saliente: Brian Amman, impiegato all’interno del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (il cui lavoro è ben spiegato qui), ci aiuta a capire quanto accurate e affidabili siano le drammatizzazioni filmografiche di epidemie e pandemie rispetto a ciò che può accadere nella realtà.
Contagion, film del 2011 diretto da Steven Soderbergh, viene utilizzato come spunto per spiegare le dinamiche del passaggio di un virus tra specie diverse (l’ormai famoso spillover), nonché per confermare che è realmente possibile visualizzare modelli 3D molto accurati delle strutture proteiche presenti nel patogeno, per poterle analizzare meglio.
Annie Onishi, chirurgo, commenta invece alcune clip in cui si raffigurano diversi interventi di sala operatoria, descrivendo le procedure seguite dai medici, il comportamento del personale, le modalità con cui viene rappresentato lo stato dei pazienti. Nella maggior parte dei casi, in questo campo, la finzione devia in maniera consistente rispetto alla realtà.
Wyatt Knox, dal canto suo, commenta la fisica degli inseguimenti, dei salti e delle manovre realizzate in auto per Fast and Furious e altri film, pur riconoscendo che la spettacolarizzazione della guida sportiva (per usare un eufemismo) contribuisce a rendere il prodotto finale indimenticabile per lo spettatore.
Conclusioni
Se il cinema non differisse affatto dalla realtà, non avremmo alcun motivo per acquistare un biglietto di andata e ritorno per un mondo diverso dal nostro, raffigurato attraverso la macchina da presa.
Tutto ciò che occorre tenere a mente, una volta usciti da un multisala o una volta spenta la TV, è che la vita quotidiana non sottosta alle stesse regole di quella creata ad arte grazie alla magia del montaggio, all’abilità degli scenografi, al genio di una regia innovativa.
E le regole – o l’assenza di regole – della finzione non devono essere erroneamente applicate alla realtà.
Video consigliati:
- L’evoluzione della motion capture – Come sono state realizzate fate madrine di Maleficent (2014, regia di R. Stromberg);
- Pillole di retorica: l’argomento ad hominem e il suo uso per demolire (fallacemente) le posizioni di un avversario nel corso di un dibattito;
- L’intera playlist “5 livelli (per spiegare qualcosa)”: qui, un esperto di un determinato argomento lo riassume in maniera facile di fronte ad un bambino, per poi aumentare la complessità e i dettagli della spiegazione di fronte ad una persona con un background culturale più ampio. Il link è il seguente: 5 levels.
Nell’immagine di copertina, il logo di Wired