Turandot al 98° Opera Festival. Il Maestro Bignamini, un cremasco a Detroit, senza dimenticare il suono italiano
Intervista di: Roberto Tirapelle
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Il Maestro Jader Bignamini, dirige quest’anno in Arena in tre recite (29/7 – 1 e 5/8) la Turandot di Puccini. Di origine cremasca, 44 anni, studi al conservatorio di Piacenza, attualmente è direttore residente dell’Orchestra La Verdi di Milano, e direttore della Detroit Symphony Orchestra. Più volte a Verona dal 2009 ha diretto sia al Teatro Filarmonico che in Arena.
Bignamini: “La Detroit Symphony ha una stagione sinfonica ma anche Pop e Jazz.” “Dirigo Jazz, mi piace molto e faccio tesoro dell’esperienza di questi grandi artisti.” “Lavorare con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov è stimolante e nello stesso tempo è una gioia”.
L’intervista.
Maestro può darci tre risposte sulle tre Orchestre che ormai lei conosce bene: La Verdi, Orchestra dell’Arena, la Detroit Symphony.
“Hanno caratteristiche molto diverse e repertori diversi.“
“La Verdi la conosco benissimo perché sono nato in questa orchestra come clarinettista. E’ molto flessibile e infatti ho fatto sinfonico ma anche qualche opera in forma di concerto, Verdi e opere molto appaganti come Andrea Chenier. Ha la caratteristica di avere un suono italiano, un suono brillante, ma avendo un background sinfonico quindi è molto precisa. Comunque è soprattutto un orchestra sinfonica.“
“Orchestra dell’Arena ha un suono italianissimo, molto brillante, ha una grande potenza essendo abituata a suonare anche all’aperto e tutti i professori sono bravissimi molto attenti ai cantanti, perfetti nella tradizione avendo suonato molte volte i titoli in repertorio, ma anche titoli meno consueti. Accompagnano benissimo i cantanti e sono molto flessibili con loro.“
E sono molto attenti anche verso il Direttore?
“Con me sicuramente ma anche credo con tutti gli altri Direttori.”
“Detroit Symphony, orchestra assolutamente sinfonica e con un suono più scuro rispetto ad una italiana, però devo dire che hanno ricevuto da me questa flessibilità italiana che subito hanno apprezzato e fatto loro. In una stagione abbiamo cambiato approccio della musica e hanno anche una grande precisione essendo sinfonici al cento per cento. Io li ho conosciuti facendo Turandot, perché avevo fatto l’opera in forma di concerto perché ero andato a sostituire il maestro Leonard Slatkin. E’ scattato subito qualcosa da entrambe le parti. Poi sono andato a fare una Quarta di Mahler e da lì mi hanno chiesto di fare il Direttore musicale.“
“Per noi che giriamo il mondo è importante capire il punto di forza di una orchestra, perché ogni organico ha un punto di forza.“
Maestro ha cominciato come musicista in una banda di paese. E’ una esperienza importante cominciare a suonare in una banda o è un fatto marginale?
“La possibilità di avere una esperienza in una Banda la ritengo importantissima. E’ bellissimo per i musicisti che suonano strumenti a fiato vivere la musica in un ambiente amatoriale, nel senso che si vuole fare la musica insieme e ho avuto il piacere e l’onore di dirigere una Orchestra amatoriale che è nella Verdi e l’ho diretta per tre anni. L’importanza di questi organici amatoriali è quella di poter diffondere la musica a tutti i livelli, anche con chi non diventerà musicista di professione. E’ importante avere un pubblico attento a conoscere non solo quello che si vede ma anche quello che il musicista sente.“
“Sono nato in banda come strumentista e come direttore, i miei figli suonano in banda, mia moglie ugualmente.“
Mi sembra che sua moglie suoni il clarinetto.
“Si, fino a qualche anno fa, adesso suona la tuba. Mi figlio suona il trombone e mia figlia la tromba.“
Potreste costituire un quartetto?
“Infatti a Natale suoniamo gli auguri e li inviamo ai nostri amici.“
Detroit e il Jazz. Si sente questa combinazione in città?
“E’ una parte molto importante della città, dai locali molto tipici dove è d’obbligo andarci. Amo molto questa commistione perché la Detroit Symphony ha una stagione sinfonica ma anche Pop e Jazz. Nella nostra sala, che ha una capienza quasi di 2300 persone, suoniamo questi tre generi musicali. E abbiamo tutti gli anni Wynton Marsalis che viene con la sua band. L’anno prossimo è in programma la sua Blues Symphony. E la incideremo. Abbiamo questa collaborazione con le grandi stars del Jazz. Dirigo Jazz, mi piace molto e faccio tesoro dell’esperienza di questi grandi artisti. Non mi reputo un Jazzista ma un amante del Jazz, studio tanto cerco di viverlo e credo che dia molto anche alla nostra orchestra, per trovare stimoli diversi e un nuovo sound.“
Maestro ci può parlare della sua collaborazione con Anna Netrebko (soprano) e Yusif Eyvazov (tenore) che tra l’altro sono presenti nelle sue recite in questi giorni.
“Io sono un grande amico di Yusif da molti anni. Feci una audizione alla Verdi per un mio concerto e lo scelsi per fare il tenore in un Gala. Siamo due persone molto simili, molto solari e a me piace molto come canta, mi è sempre piaciuto. E’ una persona molto seria che studia tantissimo, è diventato uno dei migliori tenori al mondo. Poi lui ha conosciuto Anna, e quindi l’ho conosciuta anch’io e dal 2015 è nata questa collaborazione che ci ha portato in giro per il mondo. Lavorare con loro è stimolante e nello stesso tempo è una gioia perché ci conosciamo così bene che basta un gesto, una occhiata o un sorriso per capirci su cosa vogliamo fare.“
Lei ormai conosce bene Turandot che ha tra i suoi personaggi tre maschere variopinte: Ping, Pong, Pang. Crede siano personaggi sottovalutati dalla storia e dal pubblico?
“Sono tre personaggi molto importanti e molto difficili perché musicalmente e ritmicamente devono essere molto precisi. Devono avere questa precisione ritmica senza mai dimenticare il canto, è veramente molto difficile perché si incastrano in continuazione e la scrittura è veramente molto moderna, perché Puccini ha scritto delle parti architettonicamente molto complesse. Abbiamo dei tempi in cinque ottavi veramente molto strani per l’epoca. Non credo siano sottovalutati ma sono importanti. Del resto quando io faccio Turandot mi interesso subito di sapere chi siano Ping Pong Pang. Ho bisogno di gente molto precisa , musicale. Devono collaborare tra di loro, devono andare d’accordo, devono restare in contatto con me. In questo cast abbiamo tre bravi cantanti.
(Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Fondazione Arena e Stefania Gamba)