Domenica 18 luglio, al 98° Opera Festival, il Maestro Scappucci ha diretto domenica il “Requiem” di Verdi con passione e determinatezza

Servizio e intervista di: Roberto Tirapelle

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“Sarà una notte speciale”

– Speranza Scappucci

E lo è stata, una notte speciale. Con un grande Direttore, organico imponente di orchestra e coro e un cast di voci di lusso. Domenica 18 luglio, il Maestro Scappucci ha diretto domenica il Requiem di Verdi con passione e determinatezza. Lo si è visto dall’arte del gesto e dalle sue volute in un costante equilibrio nel concertare orchestra, coro e compagnia di canto. Un gesto che è anche espressione di un mondo interiore.

Un duplice debutto per Speranza Scappucci: il suo personale nell’anfiteatro e come prima presenza femminile italiana sul podio dell’Arena. Romana di nascita e cosmopolita di formazione, dirige regolarmente il repertorio sinfonico e operistico in teatro e in sala da concerto a Vienna, Liegi, Parigi, Roma, Budapest, Dresda, Barcellona, Zurigo, Tokyo, Los Angeles e New York.

(foto sopra Hibla Gerzmava, cr ph galleria hibla.ru)

Anche le voci femminili hanno debuttato a Verona nella stessa serata: il soprano russo Hibla Gerzmava, tra le primedonne più richieste al mondo nel repertorio lirico spinto, e il giovane mezzosoprano francese Clémentine Margaine.

Con loro, sul versante maschile, due tra le voci verdiane più raffinate di oggi: il tenore Piero Pretti e il basso Michele Pertusi.

(Clémentine Margaine, cr ph. Operabase)

Le scenografie digitali sono realizzate in collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum e Velia e il Parco Archeologico di Pompei, capoluoghi dell’antichità dove il tempo si è fermato.

L’intervista a Speranza Scappucci

Maestro, la sua prima volta a Verona e in Arena. Come si sente?

“È un onore e una forte emozione per me. Sarà una notte speciale”.

E della citazione di Forbes sulle 100 donne italiane di successo?

“Anche questo un immenso onore, anche perché sono la sola donna del mondo della musica classica”. 

Speranza Scappucci.
Cr. ph. Silvia Lelli
Lei è ormai un Direttore affermato: come ha vissuto gli inizi della sua carriera in un mestiere considerato normalmente per uomini?

“Quando ho cominciato, circa una decina di anni fa, il mondo era già cambiato, e per fortuna c’erano – e ci sono – sempre più donne di talento sui podi in giro per il mondo. Questa domanda mi viene fatta spesso, ma io non mi sono mai sentita ‘diversa’, perché la musica unisce tutto e tutti” 

È stata la prima Direttrice italiana sul podio di Vienna. Come l’ha accolta l’Orchestra?

“Sono un orchestra meravigliosa, una Rolls Royce, e mi hanno seguita con entusiasmo e grande professionalità. Una delle serate più belle e importanti della mia vita”. 

Studi a Santa Cecilia e perfezionamento alla Julliard, due eccellenze. L’esperienza americana è stata importante?

“Sì, devo molto agli USA: hanno messo in risalto il talento e mi hanno dato tantissime opportunità di lavoro fin da giovanissima”.

Recentemente, è divenuta Direttore ospite della Royal Opéra de Wallonie, dove ha concertato molte rappresentazioni. Cosa l’attrae del lavoro a Liegi?

“Sono Direttrice Musicale del teatro da 4 anni. Un’orchestra piena di risorse, che mi dà grandi soddisfazioni. Avere un proprio laboratorio dove continuare anche ad imparare è importantissimo”. 

È anche un’appassionata di calcio?

“Sì, da sempre amo lo sport, il calcio in particolare. Ho gioito con il cuore per la nostra Nazionale!”.

Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Fondazione Arena e PrimaFilaArtists