Gli esperimenti di James J. Orgill, ingegnere chimico fondatore del progetto di “The Action Lab”

Di: Chiara Tomasella

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Il canale di The Action Lab inizia il suo percorso nel maggio del 2016, con una serie di brevi clip dedicate a mostrare l’azione di una pressa idraulica su diverse tipologie di oggetti (da una palla da golf a Chuck Norris). A quest’altezza cronologica, il progetto ha come obiettivo principale quello di divertire lo spettatore, mostrando il comportamento bizzarro dell’oggettistica quotidiana ad alte pressioni o nel vuoto.

Ad oggi, i 657 video presenti all’interno del portale hanno raggiunto un totale di quasi 700 milioni di visualizzazioni, a fronte di 3,41 milioni di iscritti: l’impianto contenutistico, nel tempo, si è via via modificato, includendo una parte educativa sempre più preponderante.
Nei prossimi paragrafi ne daremo qualche esempio.

CHE COSA SUCCEDEREBBE SE…?

Ingegnere chimico laureato alla Brigham Young University, curioso per natura, James Orgill idea i suoi set-up sperimentali a partire da interrogativi più che insoliti: si può cancellare la luce con un laser? È possibile concentrare l’albedo della Luna abbastanza da accendere un fuoco? Oppure ancora: perché è così difficile camminare sull’acqua?

Le risposte, mai banali, mirano a mostrare nel modo più creativo cosa ci può essere da imparare ragionando su quesiti randomici, che ad una prima occhiata potrebbero sembrare semplici trivialità da non prendere neppure in considerazione. Spesso, invece, approcciarsi alla realtà in questo modo permette di indagarla più proficuamente: ritornare bambini e inseguire i “perché?”, pur tenendo presenti le conoscenze acquisite tra le scuole superiori e l’università.

UN ESEMPIO SPERIMENTALE

Accendere un fornello per cucinare è un’azione quotidiana che tutti abbiamo intrapreso. Forse non tutti, però, ci siamo accorti di ciò che accade realmente quando una scintilla fa magicamente comparire le fiammelle azzurre che scalderanno l’acqua per la pasta.

Per accendere un fuoco, gli ingredienti sono tre: il combustibile, il comburente e il calore (vale a dire, nel caso del fornello, metano, ossigeno e la scintilla dell’accendigas). Se manca uno di questi – per esempio, l’apporto di energia termica – nulla accade. Cosa succederebbe, dunque, se togliessimo calore ad una fiamma?

Il video di The Action Lab mostra come ottenere questo risultato con la semplice frapposizione di una griglia metallica fra la sorgente di calore e la sorgente di propano: nella parte sottostante la griglia, il gas non s’infiamma, proprio perché la rete disperde il calore fornito dalla scintilla sovrastante.

Questo principio venne usato nel 1815 per realizzare una lampada molto particolare: sir Humphry Davy realizzò infatti un lumino contornato di una fitta rete di rame, che serviva a illuminare le miniere di carbone senza il rischio di provocare un’esplosione. Il gas che entrava nella lampada, infatti, bruciava, ma la propagazione del calore terminava contro la grata metallica, permettendo inoltre di valutare la quantità di grisù presente nell’atmosfera grazie alla colorazione bluastra del fuoco.

CONSIGLI CONCLUSIVI:
  • LIT – Illuminare una stanza senza alcuna sorgente di luce: come giocare con la vernice più luminosa al mondo.
  • Vedere gli effetti della relatività – Cosa succederebbe se la velocità della luce fosse di 2m/s? Un videogame didattico per capire la teoria di Einstein.
  • Viviamo in una simulazione? – Le ipotesi sulla natura della realtà in cui siamo immersi: quali prove ci sono a favore di questa bizzarra teoria?
  • Fare scienza con un paio di palloncini – Cos’è l’isteresi elastica e come usarla per vincere una scommessa.