Il caso del “razzo cinese” ha generato clamore, arrivando anche in Italia, dove si è temuta la possibilità che colpisse 11 regioni

Di: Giovanni Pasquali

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Lo scorso 29 aprile, la Cina ha lanciato il Long March 5B Y2, dal sito di lancio di Wenchang, stazione spaziale di Tiangong 3. L’obiettivo era portare in orbita Thiane, il primo modulo della nuova stazione spaziale cinese. Definito “razzo cinese”, si tratta di un razzo vettore che sarebbe rientrato nell’atmosfera terrestre una volta terminata la missione.

La perplessità, tra alcuni scienziati internazionali, è sorta dal timore che i rottami potessero provocare danni, schiantandosi al suolo. Essi rappresentano solo una piccola parte del razzo, il cui relitto di circa 18 tonnellate si è disintegrato al contatto con l’atmosfera, come ha riportato l’Agenzia spaziale cinese, portavoce il Ministero degli Esteri.

Le previsioni del rientro del razzo

Cr. ph. Il Post

È difficile stabilire con esattezza la traiettoria di un oggetto di grandi dimensioni. Le stime sulle orbite del razzo sono state, perciò, in continuo aggiornamento. Nella giornata di venerdì, l’agenzia europea EUSST aveva avvertito che i detriti sarebbero caduti in una regione della Terra coperta per la maggior parte dall’oceano, o in un’area, in ogni caso, disabitata.

Le stime iniziali indicavano il Nord Atlantico come probabile punto focale. La seconda ipotesi è stata il bacino del Mediterraneo. Infine, la conferma dell’avvenuto rientro sopra l’Oceano Indiano, a Nord Ovest delle isole Maldive, ad opera dell’agenzia spaziale cinese, la CNSA.

Il rientro è avvenuto entro i limiti temporali previsti, dalle 3:11 alle 5:11 italiane. L’EUSST, il servizio di sorveglianza e monitoraggio dello spazio dell’Unione europea, aveva difatti fissato l’ora prevista all’alba, le 04:11, di domenica ora italiana, con un margine d’errore di poco superiore alle sei ore: tre ore prima e tre dopo.

Il clamore generato

La vicenda ha acquisito l’aspetto di un caso mediatico estremamente pervasivo. La Protezione Civile ha spiegato, tramite un comunicato, che la caduta accidentale dei frammenti del razzo avrebbe interessato 11 regioni italiane. Il consiglio, rivolto a tutti, prevedeva di ripararsi e non avvicinarsi alle finestre e alle porte vetrate. In aggiunta, di rimanere nei piani bassi delle abitazioni. Si temeva che i detriti irrompessero negli stessi, perforando i tetti e i solai sottostanti. Da escludersi la possibilità di crollo degli edifici.

Tuttavia, già nelle ultime ore di sabato era evidente che il razzo non sarebbe caduto in Europa né in Italia. Ad oggi, come previsto dagli esperti, non c’è stato alcun impatto con il territorio italiano. Cosa, invece, temuta per giorni.

Il caso ha generato perplessità a causa della scelta della Cina di rinunciare ai sistemi di controllo in fase di rientro del CZ-5B. Dopo la caduta del razzo, la NASA ha pubblicato un duro comunicato, in cui si è avanzata l’accusa di irresponsabilità alla Cina per aver ignorato le procedure di controllo. Questa, dal canto suo, ha sempre ritenuto improbabile che la caduta del razzo potesse causare danni.

Un altro caso mediatico

Ma poteva rappresentare davvero un disastro? È altamente improbabile. I rischi per la caduta dei detriti sulla Terra erano “estremamente bassi”, secondo la Cina.

Nei giorni scorsi, i giornali della propaganda statale cinese hanno minimizzato i disagi che l’impatto dei frammenti del CZ-5B poteva comportare al resto del mondo. Indubbiamente, lo Stato ha risentito della pressione internazionale, tanto da accusare la stampa di aver creato eccessivo sensazionalismo intorno alla notizia.

Che la situazione, seppur gonfiata dai media, potesse andare complicandosi lo ha confermato sabato Bill Nelson, il nuovo Amministratore della Nasa

“Le nazioni in viaggio nello spazio devono ridurre al minimo i rischi per le persone e le proprietà sulla Terra, per quanto riguarda il rientro di oggetti spaziali, e massimizzare la trasparenza riguardo a tali operazioni. È chiaro che la Cina non riesce a soddisfare gli standard di responsabilità per quanto riguarda i propri detriti spaziali”, ha dichiarato. “È fondamentale che la Cina e tutte le nazioni e le entità commerciali agiscano in modo responsabile e trasparente nello spazio per garantire la sicurezza, la stabilità, la protezione e la sostenibilità a lungo termine delle attività spaziali”

Bill Nelson, Amministratore della NASA