Tecnologia e news dal mondo digitale: Computerphile, un portale per approfondire l’iperstoria

Di: Chiara Tomasella

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Creato nel 2013, il canale di Computerphile mira a parlare di informatica in maniera accessibile, seppur approfondita. Con le parole di Luciano Floridi, potremmo definirlo un’enciclopedia di tutto ciò che fa parte dell’iperstoria, la storia del mondo all’indomani della rivoluzione digitale.

Con quasi due milioni di iscritti, è un progetto in continuo sviluppo, arricchito di collaborazioni e ospiti d’eccezione. Fondato dal giornalista e videomaker Brady Haran, Computerphile fa parte di una rosa di canali – Numberphile, PhilosophyFile e Periodic Videos, tra gli altri – accomunati dalla cura nella realizzazione di contenuti di qualità.

Anche la quantità di tematiche trattate è molto alta: per ovvie ragioni di spazio, ne citeremo soltanto alcune, per dare un saggio dei contenuti presenti negli attuali 673 video caricati in piattaforma.

Computerphile è, inoltre, il primo canale interamente in lingua inglese che questa rubrica si propone di esplorare. In parte perché limitarsi ai contenuti italiani disponibili su YouTube è riduttivo; in parte perché alcune discipline, come per l’appunto l’informatica, sono strettamente collegate alla conoscenza dell’inglese.

PASSWORD

Una delle prime tematiche d’interesse generale sulla quale è utile richiamare l’attenzione è quella delle password. Le digitiamo tutti i giorni, accendendo il cellulare, accedendo ad un’applicazione di mobile banking oppure al nostro profilo social: quante ne creiamo, nel corso della vita?

La risposta è tante. Davvero, davvero tante.

Purtroppo, “tanto” non è anche la risposta alla domanda: quanto sicure sono? In un elenco, qualche punto sui criteri di scelta che occorrerebbe seguire.

  1. Non creare password troppo corte: il consiglio è utilizzare come minimo 8 caratteri.
  2. Scegliere parole tratte dal dizionario è un errore: sono estremamente facili da indovinare!
  3. Non inserire lettere solo maiuscole o solo minuscole. La cosa migliore è utilizzarle entrambe, aggiungendo numeri e caratteri speciali.
  4. Se pensate che sostituire 1 alla I o 3 alla E possa aiutare, vi sbagliate. Sono sostituzioni facilmente intuibili, se predisposte per singole parole (fl4v0r, 4maz0n…).
  5. Digitare caratteri in sequenza sulla tastiera NON è un’opzione sicura (QWERTY sarà tra i primi tentativi di scoprire la parola chiave prescelta, insieme a 12345).
  6. Non inserite nelle vostre password informazioni personali: basterà cercarle all’interno dei vostri social network e provare a inserirle (indirizzo, data di nascita, nomi propri, numero di matricola universitaria…).
  7. Non riutilizzare la stessa password per ogni sito o applicazione. Hackerata una volta, risulta hackerata per tutti i luoghi virtuali in cui viene utilizzata.

Infine, se risulta difficile ricordare ciascun insieme di simboli e caratteri alfanumerici, è sempre possibile affidarsi ad un sistema come LastPass: un software che memorizza e tiene al sicuro le nostre password al posto nostro.

Un ulteriore approfondimento sull’autenticazione a due fattori
INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Il tema delle IA è sempre stato attuale, dai primi prodotti di fantascienza che le menzionano ai più recenti passi avanti nella creazione di reti neurali e dispositivi “smart”.

La serie tenuta da Robert Miles offre una panoramica sulle problematiche dell’intelligenza robotica per come viene ipotizzata in molti film (artificial general intelligence): nei 13 episodi della playlist, si propongono diversi spunti di riflessione su che cosa voglia dire “intelligente” e su quali problematiche vi siano in relazione all’IA.

Uno spunto fra tanti: senza dubbio, un essere umano che sappia giocare a scacchi al livello di Kasparov o di altri campioni verrebbe considerato molto intelligente. Ebbene, abbiamo creato computer capaci di calcolare ogni possibile mossa e le sue conseguenze in frazioni di tempo inimmaginabili per la nostra mente: gli scacchi sono un gioco che non ha più misteri per una macchina specializzata nel vincerlo.

In termini generali, tuttavia, quella specifica abilità computazionale non è “intelligenza”. È circoscritta, limitata, inutile in altri campi; ad oggi, un’IA che meriti la prima vocale dell’acronimo – per fortuna o purtroppo che sia – deve ancora essere creata.

ALTRI TOPICS

Insieme agli argomenti che ciascuno di noi potrebbe voler approfondire, sul canale di Computerphile sono trattate tematiche più settoriali, che riguardano la protezione dei siti web dagli attacchi informatici, con una spiegazione dedicata a ciascuno dei più famosi (come il Man in the Middle Attack); la sicurezza dei dati stoccati in un hard disk; i segreti del Deep Dark Web, e così via.

Che siate utenti esperti o visitatori occasionali, comunque, Computerphile è una miniera ricca di contenuti: non resta che iniziare il data mining!

Un esempio di attacco informatico