Oggi, Lampi News si sofferma su Tersite, figura dell’Iliade che, a distanza di millenni, pare più che mai attuale

Di: Andrea Panziera

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Qualche giorno fa, mentre ci scambiavamo gli auguri di inizio anno, un mio carissimo amico, noto docente universitario in quel di Padova e Conegliano, mi ha fatto notare come, a suo avviso, si stia sempre più deteriorando la qualità del dibattito pubblico riguardo le questioni sulle quali verosimilmente si giocherà il destino del nostro Paese nei prossimi anni.

Rafforzava questa sacrosanta constatazione con un rimando all’Iliade molto pertinente, che riprenderò tra breve. Non c’è da stupirsi, concordavamo entrambi, della proliferazione fuori controllo degli interventi – soprattutto via social media, ma non solo – di schiere crescenti di tuttologi da avanspettacolo.

Talvolta ingenui, talvolta farneticanti, non di rado sconcertanti, probabilmente hanno trovato nell’ingiuria perlopiù anonima o nominalmente taroccata la valvola di sfogo della loro frustrazione quotidiana.

Invero è altresì probabile che l’attivismo scadente dei “leoni da tastiera” rappresenti anche la manifestazione del loro disagio esistenziale. O, magari, più semplicemente cercano in quel modo di conquistarsi un posto al sole. Qualunque sia la scaturigine di tanto frenetico presenzialismo, vi è un punto fermo che ammette poche repliche: l’esempio che questi “internauti socializzanti” ricevono dalla cosiddetta classe dirigente non si configura propriamente come un must di eccelso livello; anzi, spesso fa venire a mente la sgangherata invettiva dell’omerico Tersite.

Tersite

Tersite è un personaggio dell’Iliade, descritto dal poeta come brutto e deforme, nonché “parlatore petulante […] dalle scurrili indigeste dicerie”. Egli si rende colpevole di lesa maestà, perché offende Agamennone durante un discorso da questi tenuto per saggiare il morale delle truppe.

Lo accusa pubblicamente di essere avido, corrotto, egoista; soprattutto, lo accusa di aver trascinato gli Achei in guerra solo per assecondare la propria brama di ricchezza e la sua lussuria. “D’auro hai fame, […] cerchi schiava giovinetta a cui mescolarti” e incita i soldati alla diserzione. Finché non interviene Ulisse, che lo percuote “sulle terga e sulle spalle”. Facendogli “la schiena rubiconda”, lo costringe al silenzio.

Queste considerazioni a due voci col mio amico e in primis questo riferimento, che avevo sepolto nel ripostiglio della memoria di liceale, mi hanno fatto molto riflettere. Hanno suscitato l’inevitabile paragone con le figure più emblematiche e rappresentative dell’establishment d’antan.

Pubblico Dibattito, ma pubblico dibattito

In effetti, che il livello del Pubblico Dibattito (maiuscolo, come dovrebbe essere) raggiunga sempre più spesso punte di inaudita mediocrità e bassezza appare verità di difficile contestazione. Se penso agli Uomini delle Istituzioni della seconda metà del secolo scorso , alcuni dei quali ho conosciuto personalmente – i Moro, i La Malfa, i Berlinguer, per citarne alcuni – e li raffronto con quelli attuali, la comparazione risulta impietosa e improponibile. Per cultura, preparazione, moralità e serietà, la distanza è abissale, probabilmente incolmabile.

La loro stella polare si rifletteva in concetti quali competenza, preparazione e soprattutto onestà. Tutti vocaboli, questi, spesso desueti nella prassi politica del nostro tempo; e peraltro sostituiti dal vaniloquio, dalla beceraggine, dal semplicismo come unico metodo di approccio a tutti i problemi. In una classifica virtuale, ne salverei veramente pochi e, visti i tempi non facili che ci aspettano, incrocio le dita.

So che molti dissentiranno da questo mio auspicio, ma in una congiuntura problematica come quella attuale, con le risorse del Recovery Fund da non perdere o dissipare in progetti senza capo né coda, sarebbe a mio avviso preferibile affidarsi alla mente sapiente di una figura super partes, dotata di carisma e grande credibilità internazionale, e attorno ad essa chiamare a raccolta le forze più responsabili di tutto il cosiddetto “arco costituzionale”. Il resto, tutto il resto, mi sembra allo stato delle cose inadeguato e destinato a produrre solo guai.

Un doveroso P.S.

Mentre questo articolo sta per essere pubblicato, i TG di tutto il mondo stanno trasmettendo in diretta le immagini dei manifestanti pro Trump che, aizzati dal presidente uscente, hanno invaso Capitol Hill, la sede del Congresso americano. C’è da chiedersi se siamo in presenza del tragicomico colpo di coda di uno sconfitto che non smentisce la sua tristissima decadenza o, peggio, di un tentativo eversivo in piena regola. Quello che al momento risulta indiscutibile è la pessima figura planetaria del sistema democratico a stelle e strisce.