Nell’odierno Lampi News parliamo di Mario Draghi, salito al Quirinale per annunciare al Presidente l’insediamento dell’Esecutivo entro le prossime 24 ore

Di: Andrea Panziera

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Dopo poco più di una settimana dal conferimento dell’incarico, il Prof. Mario Draghi è salito al Quirinale per annunciare al Presidente della Repubblica che i suoi sforzi sono stati coronati da successo. Il nuovo Esecutivo può insediarsi già entro le prossime 24 ore.

Come da prassi, di concerto con il Capo dello Stato ha stilato la lista dei nuovi Ministri, rendendola immediatamente pubblica. La compagine è composta da 23 persone, 15 uomini e 8 donne, per due terzi provenienti dai partiti che hanno confermato il loro appoggio all’ex Presidente della BCE; i restanti titolari dei dicasteri sono invece note personalità del mondo scientifico o manageriale.

Non inganni questo apparente sbilanciamento a favore della componente politica. Una lettura attenta, infatti, evidenzia come in tutti i posti chiave, quelli che dispongono dei “portafogli” più pesanti, le posizioni siano state assegnate a tecnici di chiara fama ed esperienza.

Da questa scelta emerge in tutta evidenza il sigillo inconfondibile del modo di interpretare il mandato che verosimilmente contraddistinguerà l’azione di Draghi. Potremmo riassumerlo come segue: “Il mio intendimento è quello di avvalermi delle risorse migliori per raggiungere gli obiettivi che reputo di vitale importanza per il Paese, in primis la riscrittura del Recovery Plan, passo ineludibile per farlo accettare senza obiezioni dalla Commissione europea”.

Lampi News: ruoli chiave? Esperienza e credibilità

Per riuscire in questo intento, alla luce anche dei ritardi accumulati nella sua stesura, si è ritenuto necessario collocare in tutti i ruoli chiave ministri di provata esperienza e credibilità. Figure, in breve, delle cui capacità il neo Presidente del Consiglio possa fidarsi ciecamente.

Dalle prime mosse e dallo stile adottato si percepisce che cambierà moltissimo anche la modalità di comunicazione. Si parlerà lo stretto indispensabile e solo se si avrà qualcosa di importante da dire. Quindi, fine alle comparsate ad usum delphini e adozione della sobrietà come cifra distintiva del modus operandi di tutti i componenti dell’Esecutivo.

Più o meno, tutti i partiti si dichiarano contenti di questa soluzione. In cuor loro, probabilmente, si rendono conto che il perimetro di gioco è cambiato e che prima ancora sono mutati regole ed arbitro.

Durerà questo new deal? È presto per dirlo, ma una cosa è certa: assumersi la responsabilità di mettere in crisi o far cadere un Governo che, prima ancora di nascere, ha fatto scendere lo spread di oltre 30 punti base e gode del credito incondizionato di tutte le Cancellerie e dei media internazionali rischia di costare carissimo ad eventuali improvvidi “complottardi”.