Dicembre, tempo di viaggi e vacanze per decine di migliaia di italiani. Le agenzie vengono generalmente prese d’assalto. Quest’anno, però, qualcosa è cambiato

Di: Samuela Piccoli

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Il settore turistico è stato messo a dura prova dalla pandemia. Secondo i dati del quotidiano “La Repubblica”, solo durante l’estate 2020 l’Italia ha visto 65 milioni di presenze in meno rispetto agli anni precedenti e stima una perdita economica che si aggira intorno ai 100 miliardi.

Per il comparto del turismo verranno stanziati 3,1 miliardi, solo l’ 1,6% dei 196 previsti dal Recovery Fund. Pochissimo, se si pensa che un paese come la Germania, non propriamente nella top list dei desideri vacanzieri, ha previsto lo stanziamento di 35 miliardi per lo stesso comparto, mentre la Francia 15. Pier Ezhaya, amministratore delegato di Alpitour e presidente Astoi, Confindustria viaggi, appare molto seccato per la bozza del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR): i già esigui fondi devono infatti essere condivisi anche con il settore cultura. Se il turismo è da sempre il fiore all’occhiello della nostra economia, oggi appare tra i più penalizzati.

L’agenzia viaggi “In viaggio con Giulia”

Giulia Veneri ha aperto la sua agenzia “In viaggio con Giulia” nel 2018, quando il turismo era fiorente e la voglia di viaggiare quasi all’ordine del giorno. Fino a gennaio, il lavoro procedeva spedito: non avrebbe mai potuto immaginare quello che sarebbe avvenuto in seguito.

Verso fine febbraio sono iniziate le cancellazioni dei voli per la paura del virus. In seguito, a marzo, con la chiusura, c’è stato il tracollo totale. Venivano garantiti solo i voli di rientro, ma le partenze erano bloccate. I suoi clienti partiti in marzo hanno fatto ritorno in Italia quasi un mese dopo rispetto alla data prevista. Successivamente, sono stati cancellati anche i voli, già notevolmente ridotti.

“Stiamo vivendo una situazione paradossale” mi confida Giulia. “Non sono ancora stati creati protocolli adatti a chi vuol viaggiare per turismo. Se un italiano volesse andare in Thailandia, all’arrivo dovrebbe fare due settimane di quarantena, per poi godersi il mare e i paesaggi. Chi mai potrebbe permettersi vacanze così lunghe, proprio in questo periodo storico? Solo i pensionati, che non sono legati a impegni lavorativi e amano svernare in luoghi caldi”.

Ma, si sa, i pensionati e gli anziani sono la categoria più a rischio e, al momento,  quasi nessuno ha voglia di lasciare la sicurezza della propria casa.

Viaggi, rimborsi e voucher

I viaggi saltati sono stati rimborsati con voucher utilizzabili per i successivi 18 mesi. Se entro questa data una persona decide di non partire, solo in quel caso le verrà rifusa la somma spesa. Chiedo a Giulia cosa ne pensa: “Mi rendo conto che molti lo troveranno ingiusto, ma con il lockdown sia le compagnie aeree che i tour operator hanno praticamente smesso di lavorare“.

Se avessero restituito ai clienti tutte le somme investite per i viaggi, si sarebbe verificato un crollo a livello mondiale dei due comparti. Le agenzie ricevono continue pressioni per i rimborsi e gli acconti e i saldi sono già stati pagati dalle agenzie ai tour operator. Quindi, finché questi ultimi non rifondono le agenzie viaggi, le agenzie, a loro volta, non possono restituire i soldi ai clienti.

Decreto Ristori e fondi per le agenzie

Quasi tutte le attività produttive, ad oggi, hanno ottenuto  le somme stabilite dal Decreto Ristori, ma non il settore turistico. I soldi ci sono, ma transitano verso il MIBACT (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo), che deve controllare il corretto versamento dei contributi e dei premi assicurativi da parte di tutte le agenzie. Si potevano inoltrare le richieste per ricevere i cosiddetti “ristori” dal 24 settembre al 9 ottobre: le agenzie avrebbero dovuto ricevere la prima tranche a metà novembre e la seconda entro la fine di dicembre. Ancora nulla.

In questi dieci mesi, Giulia ha continuato a pagare tutto: tasse, bollette, contributi, IVA, fatture, ecc, senza avere nessun tipo di entrata. Grazie al decreto le verranno accreditati, con le percentuali di calcolo applicate, circa 7300 euro; briciole rispetto alle sue reali esigenze, visto che l’affitto del locale, considerando anche le spese fisse, le costa più di mille euro al mese.

Da febbraio ha speso circa 10.000 euro per sostenere la sua attività e quello che riceverà compenserà solo in minima parte le uscite. Durante il periodo estivo, ha effettuato poche prenotazioni per i treni e una sola pratica per l’Isola d’Elba. Non vede, purtroppo, alcuna prospettiva di ripresa. Un cliente speranzoso ha chiesto un preventivo per aprile, ma Giulia non è in grado di farglielo. Nessuno manda una bozza di programma, perché tutto è incerto. In questo clima, Giulia ha pochissime certezze e molte preoccupazioni. Sarà un nero Natale per lei e per i suoi colleghi.