Nel Lampi News di oggi parliamo dei “deficienti telematici”, quegli individui che non lesinano dotte, inappellabili e sgrammaticate opinioni su scienza, coscienza e conoscenza

Di: Andrea Panziera

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Sciocco, stupido, scemo, idiota, ebete, stolto, grullo, tonto, allocco. Tralascio gli epiteti più volgari, ben noti ai lettori; e mi astengo dal commentare l’uso decisamente furfantesco degli aggettivi finto addolcitivi, quali utile abbinato a idiota.

Di contro, qualche persona di buon cuore ha definito il cretino un individuo “diversamente intelligente”; altri, parafrasando un famoso detto di origine shakespeariana, ritengono che “ci sia del metodo in certa idiozia”.

Rimane sempre vivo e controverso il dibattito sull’equiparazione fra imbecillità ed ignoranza, perché a fronte dei molti che sostengono l’indissolubilità dei due requisiti, non mancano quelli di parere contrario, evidenziando l’esistenza del cretino specializzato, che saprebbe fare bene una sola cosa mandata a memoria e sarebbe psichicamente alieno rispetto a ogni differente contesto.

Qualche analista aduso all’utilizzo di strumenti interpretativi più raffinati si è addentrato nell’analisi categoriale dell’imbecille. Questo processo mentale mi fa per alcuni versi venire alla mente uno stupendo film di Lina Wertmüller, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, pellicola in cui Giancarlo Giannini, con riferimento al ceto sociale della co-protagonista Mariangela Melato, la apostrofa con l’appellativo di “bottana industriale”.

I deficienti telematici sotto la lente di Lampi News

La fattispecie identificata dai qualificati studiosi di cui sopra è quella dei “deficienti telematici”. In sostanza, si tratta di quegli individui, particolarmente e numerosamente presenti nei vari social media, i quali ogni giorno interloquiscono sull’universo mondo. Individui che non lesinano dotte e inappellabili opinioni su scienza, coscienza e conoscenza, spesso infarcite da divagazioni dottrinali o religiose, dimostrando una proprietà di linguaggio pari alla profondità dei contenuti.

Lo confesso, mi sento in qualche modo conquistato da questa schiera agguerrita di aspiranti “opinion lider” quotidiani (questa è solitamente la loro portanza terminologica). In primo luogo, invidio la loro grande disponibilità di tempo e l’innato presenzialismo; in secondo, ne apprezzo la schietta ripulsa a qualsivoglia tentazione verso la razionalità; quindi, la spesso complessa e fantasiosa elaborazione mentale che ipotizza l’esistenza di complotti planetari degni dei migliori action movies; e, infine, l’azzardo e la sfrontatezza nel citare le Sacre Scritture senza magari averne mai letta una, titolo incluso. Come avrebbe sentenziato il Guccini dell’Avvelenata, il diritto di sparare cazzate, fino a prova contraria, è consentito all’inclita e al colto.

A questo popolo, in continuo e forse inarrestabile fermento, chiedo solo una personale cortesia: sarebbe possibile, contestualmente o, meglio, prima di ogni intervento, controllare il bigino delle regole grammaticali basilari, incluso il rispetto della consecutio temporum? Lo so, la mia pretesa può apparire eccessiva, ma il suo soddisfacimento recherebbe sicuro beneficio alle mie facoltà di apprendimento. E, certo, al mio equilibrio psichico. Grazie di cuore.

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Disclaimer

Le immagini sopra, tratte dalla pagina Facebook de Il Basso Adige, raffigurano alcuni dei commenti sull’articolo Vaccino per il SARS-CoV-2: considerazioni scientifiche e implicazioni economiche. Il pezzo, redatto dalla Dottoressa Diana Scatozza e dal Dottor Andrea Panziera, non si prefigurava l’obiettivo di spingere le persone a vaccinarsi, bensì quello di spiegare quali fossero e come funzionassero i tre tipi di vaccini per il SARS-CoV-2 attualmente in via di sviluppo. Non un fine propagandistico, dunque, ma conoscitivo e divulgativo.