Nell’odierna analisi de L’angolo di Eupalla, qualche considerazione sullo stato delle nostre squadre calcistiche. In più, alcune (dolenti) note nerazzurre

Di: Andrea Panziera

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Ho atteso il turno di Coppe prima di esprimere un parere motivato sullo stato di salute delle nostre squadre e del calcio italiano in generale. Questo perché il Campionato, anche nell’ultimo turno, ha sostanzialmente confermato l’andamento delle precedenti settimane.

Il Milan procede senza intoppi al vertice della classifica, inanellando l‘ennesima vittoria su un campo ostico come quello della Sampdoria. E oltretutto senza Ibrahimovic, a dimostrazione della indiscutibile solidità della sua idea di calcio, ribadita con il successo in Uefa sul campo dello Sparta Praga. Le altre inseguono, ma al momento i 5 punti di distanza dalla seconda e le zero sconfitte sono la prova che la leadership rossonera è più che meritata.

Le note dolenti de L’angolo di Eupalla

Le note dolenti, dolentissime per molti versi, arrivano dall’altra sponda meneghina. Dopo qualche match che sembrava far presagire una svolta nella stagione in senso positivo, è arrivato il desolante pareggio a reti bianche con gli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Risultato che ha comportato non soltanto l’inattesa eliminazione dalla Champions, ma anche dall’altra competizione europea, con un danno economico valutabile in qualche decina di milioni di euro.

Da tifoso interista, sono rimasto basito nel constatare la totale mancanza di grinta, di cattiveria agonistica, di precisione. La mancanza, soprattutto, di una trama differente dalla continua ricerca di Lukaku (gigante, pensaci tu!), che a sua volta si è reso involontario complice della disfatta, trovandosi, a pochi istanti dalla fine, sulla traiettoria di un colpo di testa di Sanchez destinato senza tema di smentita a finire nel sacco.

Alla resa dei conti, i nerazzurri di Conte hanno consegnato ai loro tifosi l’ennesima cocente delusione. E l’hanno fatto nella partita che segnava il confine fra piombare per l’ennesima volta nel girone dei mediocri e far parte dell’élite. Quantomeno a livello continentale. Per consolarsi, qualcuno fra i giocatori ha dichiarato che non tutto è perduto: che tutti i calciatori, cioè, daranno l’anima per vincere il Campionato e la Coppa Italia.

Solo i prossimi mesi ci diranno se queste frasi di circostanza si trasformeranno da vacui propositi privi di sostanza a fatti concreti. Per ora, l’unico dato certo è che l’Inter è la sola compagine italiana eliminata da tutte le competizioni. E le prestazioni mediocri, in alcuni casi pessime – come con il Real Madrid -, sono state di gran lunga superiori a quelle realmente convincenti.

Per il resto, chi vivrà vedrà. Non vorrei di sicuro essere nei panni di Conte e Marotta, se alla fine della stagione, come direbbe l’indimenticato Josè Mourinho, il bilancio fosse di “zero tituli”.