Lavoro, salute e benessere: una correlazione dannosa, se mal gestita. Dieci regole per tenere a bada lo stress e prendersi cura di sé

Di: Mariapia De Carli

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Stacanovisti 2.0: così oggi potremmo definirci un  po’ tutti. Sempre più produttivi, in corsa verso la carriera, ma anche intrappolati da ritmi frenetici e orari d’ufficio prolungati, ostaggi di ansia e stress. “Eredi” del minatore sovietico Aleksej Stachanov, divenuto simbolo del duro lavoro e morto per infarto proprio a causa degli sforzi patiti. Già, perché lavorare troppo può davvero fare male alla salute.

Lavoro, benessere e il loro paradosso

Ritmi e carichi lavorativi squilibrati minano il benessere del nostro cuore. Ma anche insonnia, depressione, disturbi cronici possono comparire all’improvviso e farci scivolare in una spirale dalla quale poi risulta difficile uscire. Lo conferma la scienza, che, dati alla mano, informa sulla correlazione diretta tra carico lavorativo e insorgenza di patologie.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Lancet stabilisce che lavorare più di 55 ore alla settimana aumenta il rischio di ictus del 27%; quello di sviluppare una malattia cronica, invece, sale del 13%. A proposito di tempi lavorativi, secondo uno studio della Melbourne University, dopo i 40 anni sarebbe opportuno lavorare solo 25 ore alla settimana, considerato il calo progressivo della concentrazione e della produttività che riguarda indistintamente uomini e donne.

Il paradosso è che, in un’epoca in cui si parla tanto di welfare aziendale, il lavoratore si trova spesso inserito in contesti centrifuga. Contesti, cioè, caratterizzati da ritmi di lavoro prolungati, a volte indifferenziati tra giorno, sera e weekend, permeati dall’ansia di primeggiare e tenere a bada la paura di conflitti e giudizi negativi. Questi sistemi ormai caratterizzano la vita quotidiana ed è difficile liberarsene.

Difficile, ma non impossibile. L’equilibrio è una sfida che si può vincere. Tutto parte da noi: la soluzione sta nel trovare spazi di decompressione, imparando cioè a separare i momenti lavorativi da quelli personali – mai, ad esempio, mangiare davanti al pc! – e accettare il rischio di qualche insuccesso o inadempienza in nome di un ritrovato benessere. Ci vuole motivazione a ricostruire un nuovo modo di lavorare e vivere, ma così facendo si diventa più sani e si ritrova l’amico migliore possibile: noi stessi.

Dieci regole

Per alleggerire lo stress lavorativo si può seguire un semplice decalogo.

1) SOSPENDI LE ATTIVITÀ. Non lavorare al pc nei 90 minuti precedenti al momento di andare a dormire. Lo schermo, la luce e la pressione di portare a termine qualcosa “svegliano” il cervello.

2) LIBERA LA MENTE. Ci sono momenti in cui non devi lavorare, bensì lasciar spazio a nuove idee.

3) VIVI LA TUA CREATIVITÀ. In essa risiede la più grande fonte di soddisfazione personale, perché ci prendiamo tempo per fare ciò che ci piace.

4) FERMATI. Ogni volta che senti arrivare stress e paura, inizia a respirare profondamente. Manda il respiro in ogni parte del corpo, specialmente dove senti la tensione.

5) DECOMPRIMI. Gestisci lavoro e riposo in maniera differenziata e pianifica anche tempi di inattività.

6) FOCALIZZATI SULLA SOLUZIONE. Impegnati per arrivare alla migliore soluzione possibile, senza temere fallimenti o errori.

7) CONCENTRATI SUGLI ASPETTI POSITIVI. Quando devi affrontare un problema, non accanirti sull’idea che non ci sia una soluzione. Poni il focus su quello che c’é di positivo e parti da lì.

8) SEMPLIFICA. Quando le cose si complicano, fermati e cerca una modalità più semplice.

9) DIVENTA CONSAPEVOLE DELLA REALTÀ SOSTENIBILE. Quando c’è un’aspettativa, c’è sempre anche il rischio di disattenderla, quindi di fallire.

10) IMPARA A GESTIRE I LIMITI TUOI E DEGLI ALTRI. La realtà è duplice: ci sono i limiti, ma ci sono altrettante opportunità.