Domenica 17 novembre 2019 alle 15.30 debutta al Teatro Filarmonico una nuova produzione de L’Elisir d’amore, celeberrimo melodramma giocoso di Gaetano Donizetti. Il regista Pier Francesco Maestrini colloca l’opera nel Midwest americano degli anni ’70, con un cast internazionale di giovani interpreti diretti dal maestro svedese Ola Rudner.
Repliche: martedì 19 novembre, ore 19.00 – giovedì 21 novembre, ore 20.00 – domenica 24 novembre, ore 15.30
L’Elisir d’amore, il capolavoro di Donizetti
La stagione lirica al Teatro Filarmonico della Fondazione Arena di Verona prosegue nel suo Viaggio in Italia nel tempo e negli stili con il titolo più emblematico – nonché più famoso – dell’opera semiseria di Gaetano Donizetti (1797-1848). L’Elisir d’amore gode da sempre di grande attenzione e numerose rappresentazioni a Verona. Sono attestate diverse recite nei teatri cittadini sin dal 1838, appena sei anni dopo la prima assoluta dell’opera. Inoltre, insieme a Il Barbiere di Siviglia, è l’unico titolo che sia mai stato eseguito in Arena molto prima della creazione del Festival (1856).
Il Festival estivo lo mise in scena nello storico anfiteatro nel 1936, mentre l’Ente lirico, poi Fondazione, l’ha ripreso più volte nella storia del Teatro Filarmonico. Qui l’Elisir d’amore è stato sempre accolto con successo dal 1981 al 2013, godendo dell’interpretazione di attori del calibro di Alida Ferrarini, Giuseppe Taddei, Max Renè Cosotti, Carlo Desderi, Zoltan Kelemen, Vittorio Grigolo, Irina Lungu, Francesco Demuro, Carlo Lepore, Francesco Meli, Serena Gamberoni e Bruno De Simone.
Nuovo allestimento, stessi “caratteri universali”: l’Elisir d’amore si tinge di country
Per la rassegna autunnale L’Elisir d’amore torna in scena con un nuovo allestimento arguto e spassoso, realizzato per la stagione estiva del Maggio Musicale Fiorentino. Grazie al suo successo, il capolavoro è entrato a far parte in breve tempo del repertorio dell’Opera di Firenze. Per il maestro Gianandrea Gavazzeni, conterraneo del compositore, il paesaggio naturale dell’Elisir non poteva che essere ispirato alle colline bergamasche, sebbene il libretto di Romani collochi la vicenda in un paese basco, ispirandola al francese Le Philtre di Auber e Scribe.
Ciò basterebbe per dimostrare che, anche se trasposta in altri contesti, l’opera non perde i propri caratteri universali, siano essi farseschi, buffi, teneri o umani. L’invenzione di Donizetti può insomma dirsi inesauribilmente forte e felice: indimenticabile ne è la musica tanto quanto lo sono i personaggi, dal protagonista Nemorino, innamorato non corrisposto, alla ben più spigliata Adina, dallo smargiasso in divisa Belcore all’adorabile ciarlatano Dulcamara, che spaccia alcolici annacquati per bevande miracolose.
Il Midwest, lo sfondo giusto per la storia giusta
Libero di creare grazie a questo principio, seppur mantenendo una forte coerenza con il testo originale, il regista Pier Francesco Maestrini, con le scene di Juan Guillermo Nova, i costumi di Luca Dall’Alpi e le luci di Paolo Mazzon, colloca la vicenda nel Midwest americano, in una Corn-Belt rurale non troppo diversa dal paesaggio bergamasco originariamente immaginato da Donizetti. Qui l’umile Nemorino ha più di un motivo per essere lo zimbello della piccola comunità sfiorata dalla Route 66; a propria volta, l’indipendente Adina, nella sua stazione di servizio, non può che cedere alle lusinghe e alle promesse di Belcore e Dulcamara.
Gag e citazioni visive degli anni ’70 pop e country abbondano nel divertente spettacolo di Maestrini, il quale ricorda molto bene la “Città dell’amore”. Egli ha già firmato a Verona due acclamate produzioni rossiniane innovative per l’interazione con proiezioni e cartoon.
«Nel repertorio brillante – spiega Maestrini – la vicenda è un pretesto per raccontare una storia e sviluppare situazioni divertenti che trattano temi universali. È relativamente facile decontestualizzare e portare la vicenda dove si ritiene che possa funzionare. Certe associazioni avvengono in base a quello che piace a ciascuno di noi, quasi in automatico. Parto sempre dalla musica, essendo musicista, e mi rendo conto di cosa possa avere i tempi comici o meno e di come possa creare una gag».
Personaggi, interpreti e cast
Dal 17 al 24 novembre, per un ammontare di quattro recite, salgono sul palcoscenico del Teatro Filarmonico giovani interpreti provenienti da tutto il mondo, alcuni dei quali al loro esordio a Verona. Nemorino è interpretato dal tenore Francesco Demuro, che proprio con questo titolo ha debuttato a Verona nel 2009. L’amata ma capricciosa Adina è il soprano Laura Giordano. Il baritono cinese Qianming Dou è Belcore, mentre Giannetta è impersonata da Elisabetta Zizzo. Accanto a loro nei panni del Dottor Dulcamara torna l’esperto buffo Salvatore Salvaggio, dopo il recente impegno nel Matrimonio segreto.
Eccezionalmente per questa produzione il Coro è preparato dal giovane maestro veronese Matteo Valbusa. Alla guida dell’Orchestra c’è invece il direttore svedese Ola Rudner, al proprio debutto operistico con i complessi artistici areniani.
Un teatro… per la scuola
Con L’Elisir d’amore, secondo titolo della rassegna autunnale, prosegue l’iniziativa Ritorno a Teatro, rivolta al mondo della scuola all’interno della proposta Arena Young 2019-2020. Martedì 19 novembre alle ore 18.00 e giovedì 21 novembre alle ore 19.00 gli studenti delle classi elementari, medie e superiori, i loro familiari, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale ATA potranno assistere allo spettacolo al prezzo speciale di € 6,00 per gli studenti e € 12,00 per gli adulti. L’incontro propone anche un Preludio all’Opera, momento introduttivo durante il quale sarà spiegata la trama e verranno forniti ai ragazzi elementi utili per la comprensione dello spettacolo. Seguirà quindi un aperitivo nel Bar del Teatro.
Per informazioni e prenotazioni: Ufficio Formazione della Fondazione Arena di Verona tel. (+39) 045 8051933 – fax (+39) 045 590638 – scuola@arenadiverona.it