Un appuntamento d’eccezione quello di giovedì 6 giugno 2019 alle 20.30 nella splendida Sala degli Arazzi dell’Isola di San Giorgio Maggiore, alla Fondazione Cini.
Il calendario del “Veneto Festival 2019” (49° Festival Internazionale G. Tartini) che quest’anno vede “I Solisti” festeggiare la loro sessantesima stagione concertistica, propone al pubblico “Magia del Violino” con la partecipazione straordinaria di Uto Ughi e una prima esecuzione assoluta su musiche di Pino Donaggio.

Il concerto si apre con J.S.Bach (solisti: Paolo Grazia e Silvano Scanziani, oboi; Roberto Giaccaglia, fagotto). Le quattro Suites orchestrali bachiane si inseriscono nel più generale processo di assimilazione dei modelli compositivi francesi da parte dei compositori tedeschi che, sul finire del XVII secolo, guardavano a Versailles come a un riferimento culturale e artistico. L’Ouvertureinziale, il brano di maggior peso, apre con tono solenne e sfarzoso lo spazio sonoro della composizione, scandito dal ritmo puntato caratteristico dello stile francese. I movimenti seguenti, tutti in forma di danza, si succedono secondo un ordine consolidato: ad un’elegante Courante fanno seguito quattro coppie di danze (Gavotte I e II, Menuet I e II, Bourrée I e II, Passepied I e II) che utilizzano organici strumentali contrastanti. Tre le danze francesi canoniche spicca inoltre una Forlane, danza simile alla giga ma di derivazione friulana.

Il concerto procede con le suggestive pagine di Antonio Vivaldi (solista Roberto Giaccaglia al fagotto). Il vivaldiano Concerto in Si bemolle maggiore RV 501 per fagotto e archi, detto anche “La Notte”, è una delle pagine più suggestive del compositore veneziano. Dopo la misteriosa Introduzione, un Largo il cui respiro è interrotto da frequenti pause che proiettano ombre di inquietudine, entrano improvvisamente in scena i Fantasmi (Presto), con le loro rapidissime scale in canone a simboleggiare l’agitazione dei sogni. L’incantata immobilità del Largo successivo (Il Sonno) interrompe bruscamente la visione: solo il movimento conclusivo, intitolato Sorge l’Aurora, scioglierà la tensione accumulata in un Allegro finale.

A seguire la prima esecuzione assoluta di “Effetto notte” di Pino Donaggio. Nel 2015 e nel 2016 Pino Donaggio, che con “I Solisti Veneti” ha esordito come brillante giovane solista agli inizi dell’attività dell’Orchestra, ha dedicato loro una serie molto varia di composizioni raccolte in un CD edito dalla Warner e intitolato “Lettere”. Nel 2019, in occasione del 60.mo anniversario dei “Solisti”, il noto cantautore e compositore di colonne sonore, ha scritto ulteriori sette brani a loro dedicati e che faranno parte del CD “Dal Cinema alla Classica” prossimamente in uscita. Anche questa inedita composizione che vede il Maestro Lorenzo Guzzoni come clarinetto solista, è dedicata, ai Solisti in memoria di Claudio Scimone.

Il violino di Uto Ughi sarà protagonista assoluto della terza parte del concerto. Uto Ughi è il più popolare e amato violinista contemporaneo, un acclamatissimo interprete, tecnicamente superlativoe musicalmente ispirato, con il quale l’Orchestra da decenni ha stretto un’eccezionale collaborazione creativa.

Uto Ughi sarà il violino solista per la Romanza in Fa maggiore op. 50 che spicca nell’opera beethoveniana come una pagina pervasa da un’atmosfera lirica, toccante ed intimistica. Ma la sua aperta cantabilità, il tono levigato ed elegante, la semplicità e la compostezza formali ne hanno fatto uno dei brani più amati del compositore di Bonn, come testimoniano anche le numerose rielaborazioni e trascrizioni da parte di compositori successivi.

Dei cinque concerti per violino composti nel 1775 da Mozart diciannovenne, il quinto Concerto in La maggiore K219 è certamente il più elaborato e testimonia pienamente l’ampio ventaglio delle sue acquisizioni strumentali e l’originalità del suo linguaggio. La scrittura del Concerto rispecchia l’ammirazione del Salisburghese per i modelli della tradizione italiana (i concerti di Tartini e Vivaldi in particolare). Si apre con un memorabile Allegro aperto, ricco di temi dal carattere esuberante e affermativo. Nell’Adagio centrale, in forma-sonata, al raccoglimento intimistico si affianca un’espansione melodica di grande bellezza. Nel Rondò conclusivo Mozart strizza l’occhio a una moda assai diffusa accogliendo episodi di sapore turco, anticipando di fatto la celeberrima Marcia alla Turca dalla Sonata K331 e, soprattutto, l’opera Il Ratto dal Serraglio.

Il concerto si chiude con Pablo de Sarate e la sua “Fantasia sulla Carmen, uno tra i brani più amati dai virtuosi del violino, che unisce al brio e all’estro delle melodie del capolavoro di Bizet la scintillante fantasmagoria tecnica di uno tra i massimi violinisti di tutti i tempi.

Info complete sul programma https://www.solistiveneti.it/, info@solistiveneti.it
 

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