di Andrea Panziera.
Le recenti elezioni europee hanno avuto un valore e provocato conseguenze che non tutti i nostri connazionali sono riusciti ad apprezzare nella loro interezza. Il Parlamento rappresenta l’unico organo legislativo dell’Unione scelto direttamente dal popolo ed in questo consesso, oltreché nella Commissione e nel Consiglio, si decidono le politiche, ed i provvedimenti conseguenti, che verranno adottati in ambito comunitario, la ricaduta dei quali impatterà su ognuno di noi. Finora l’Italia ha ricoperto ruoli di primissimo livello: la presidenza della BCE, la rappresentanza per gli Affari esteri dell’Unione, la stessa presidenza del Parlamento e questo ci ha consentito di limitare i danni anche in presenza di condizioni non proprio ottimali. Appare alquanto improbabile che queste posizioni , in tutto o in parte, siano riconfermate e a detta di quasi tutti gli opinionisti al nostro Paese spetteranno pochi incarichi e decisamente marginali. Il motivo è presto detto: la nostra rappresentanza più numerosa si collocherà all’opposizione della prevedibile maggioranza e ciò significa che verremo tagliati fuori da tutte le nomine che contano. Questa circostanza scaturisce dall’esito del voto italiano, in distonia con quello della maggior parte degli altri Stati, in primis quelli maggiori. Invero, un altro dato appare in tutta la sua evidenza: il 26 maggio si è consumata in termini fragorosi una frattura fra le grandi città metropolitane ed il resto del Paese, con scelte elettorali decisamente antitetiche, evento già presente in passato ma non in queste dimensioni. E’ come se esistessero due nazioni, che la pensano in modo diametralmente opposto su quasi tutto e che non riescono a comprendersi e dialogare fra di loro. Queste divergenze esistono anche altrove, si pensi all’America di Trump, ma da noi si sta allargando a dismisura non solo il gap economico, sociale e culturale, ma di visione del futuro, con una parte dell’Italia cosmopolita e innovativa proiettata verso il resto del mondo ed un’altra attanagliata dal sospetto e dal rancore, che tende sempre più a rinchiudersi in se stessa preda delle proprie paure e della ripulsa verso ogni forma di modifica dell’esistente. Anche se la memoria è corta e spesso traditrice, nel passato si sono già vissute situazioni analoghe e non hanno portato a nulla di buono.