La giornata dei calzini spaiati: un nome apparentemente bizzarro, ma che nasconde un significato più profondo e importante
Di: Samuela Piccoli
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Ieri, sulle chat di classe dei miei bambini, una al nido e l’altro alla scuola materna, è arrivata la richiesta delle maestre di far indossare ai bambini il giorno seguente (oggi per chi legge) un paio di calzini spaiati. L’idea mi è sembrata originale e curiosa al tempo stesso. Anche l’anno scorso, più o meno nello stesso periodo, gli alunni si sono recati a scuola indossando calze di colori e forme diverse. Da dove nasce questa iniziativa? Perché è stata ideata?
Celebriamo le differenze indossando calzini spaiati
L’iniziativa è nata 11 anni fa in una scuola primaria friulana. L’ideatrice, una maestra di nome Sabrina Flapp, ha deciso di diffondere l’idea di accoglienza alla diversità tramite l’utilizzo di calzini spaiati. Proprio quelli che qualcuno potrebbe considerare inutilizzabili, brutti e superflui.
Lo scopo della giornata è di sensibilizzare i più piccoli sull’autismo e su altre diversità. Non solo: anche di celebrare l’amicizia, quell’amicizia consapevole che può superare qualsiasi barriera. I bambini capiscono che “diverso” non è necessariamente sinonimo di brutto o cattivo; soprattutto, che è importante guardare all’altro senza giudicare imparando a considerarlo speciale per la sua unicità.
Con il tempo il progetto ha preso piede in tutta Italia ed ora la giornata viene celebrata ogni anno, generalmente il primo venerdì del mese. In realtà cosa rappresentano i calzini spaiati? I calzini spaiati sono una semplice ma efficace metafora della diversità e del fatto che colore, forma, lunghezza e dimensione non cambiano la natura delle cose, sempre calzini restano.
Chi di noi non si ritrova con due calzette diverse nel cassetto, perse chissà dove o fagocitate dalla vorace lavatrice?! Oggi è la giornata giusta per indossarli: un calzino a righe e uno a pois, uno giallo e uno a fiori per andare a fare la spesa o per recarsi al lavoro. Il loro essere diversi li farà diventare tutti uguali. I bambini imparano anche e soprattutto dall’esempio dei genitori, quindi aiutiamoli a colorare questa uggiosa giornata, il mondo e a scaldare un po’ i cuori.
Cosa ne pensano le maestre
Abbiamo voluto chiedere ad alcune maestre di nidi e scuole materne della zona di Settimo di Pescantina, in provincia di Verona, che cosa ne pensano di questa originale iniziativa e loro ci hanno fornito le seguenti risposte:
Anna, scuola materna Silvia Sartori: “Penso sia una bellissima idea poter insegnare ai nostri bimbi la bellezza e l’importanza della diversità attraverso un gesto concreto e tangibile come quello di indossare calzini spaiati. Oggi abbiamo anche organizzato una serie di giochi: sui alcuni fili in giardino abbiamo appeso una serie di calzine tutte di colori e forme diverse. Loro dovranno cercare di riformare le coppie. Sarà una giornata divertente, ma anche di riflessione.”
Alice, scuola materna Silvia Sartori: “Questa giornata è una grande occasione per parlare ai bambini della diversità e per far capire loro che la diversità stessa è una ricchezza per tutti. Essere diverso non vuol dire essere sbagliato, ma semplicemente avere delle caratteristiche peculiari”.
Anna M., maestra di sostegno scuola materna Silvia Sartori: “I calzini spaiati sono una metafora della diversità, l’essere diverso non cambia la natura delle cose: un calzino resta sempre e comunque un calzino. Come tanti calzini di svariati colori, forme o dimensioni la nostra bellezza consiste nell’ essere unici e in quanto unici tutti diversi. La diversità è ricchezza : è una meraviglia scoprire che <<siamo fatti di-versi perché siamo poesia>>”.
Francesca, nido Papaveri e Papere: “Oggi far indossare ai bambini i calzini spaiati significherà farli diventare tutti uguali nella diversità. Questa giornata colorata è la celebrazione delle differenze e della bellezza del non essere tutti uguali. Ci permette di sensibilizzare anche i più piccoli al tema della diversità”.
Anch’io oggi per uscire mi infilerò due calzini spaiati, rimasugli di qualche battaglia con la lavatrice o smarriti chissà dove sotto il letto o durante qualche viaggio. Forse qualcuno penserà vedendomi che sono matta, ma citando la dedica della mia vecchia amica Elisa sul diario delle superiori, risponderò: “Se ogni giorno è diverso, perché noi dovremmo essere tutti uguali?”. Pensavo allora che avesse ragione e oggi ancora di più.