Ritrovati quasi 1000 corpi di giovanissimi indigeni nei pressi di due vecchie scuole cattoliche nel territorio canadese

Di: Giorgia Visintin

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Nel giugno del 2021 è stata scoperta una fossa di 215 piccoli corpi nel giardino della Kamloops Indian Residential School, una vecchia scuola cattolica nella provincia canadese della British Columbia. Nello stesso mese, nei presi di un’altra scuola cattolica nel Saskatchewan, individuate ulteriori 751 tombe senza nome, principalmente di corpi infantili.

Questa tragica scoperta ha portato grande shock nei cittadini canadesi, e ha riaperto una ferita (in realtà mai del tutto chiusa) nella comunità indigena. Il dolore più profondo è riemerso soprattutto in coloro che a questa terribile vicenda sono sopravvissuti.

Le scuole cattoliche, chiamate all’epoca scuole residenziali, avevano iniziato la loro attività nella seconda metà del 1800 come parte di un progetto di cancellazione socio-culturale perpetrata dal governo. Per riuscire a privare i popoli indigeni di tutti i loro terreni e per non dover più sottostare ad accordi legali e finanziari con la popolazione nativa, il governo aveva deciso di eliminarli progressivamente. Per fare ciò venne imposta loro l’assimilazione della cultura occidentale.

Inizialmente venne vietata la pratica dei loro rituali, invitandoli ad abbondonare i loro usi e costumi tradizionali. Successivamente si istituì una rete di scuole residenziali a gestione di preti e suore cattoliche e a frequentazione esclusiva di bambini indigeni. I bambini, anche di pochi anni di età, venivano prelevati dalle famiglie, spesso con la forza e senza dar loro troppe spiegazioni. Giunti nelle scuole venivano pettinati e vestiti come perfetti giovani studenti europei, veniva vietato loro di parlare la loro lingua, ed erano obbligati a imparare e a praticare i valori cristiani.

Oltre la costrizione, l’abuso

Già a partire dal 2007, con la creazione della Commissione per la Verità e la Riconciliazione, sono state raccolte numerose testimonianze e portate avanti molte indagini sulla storia di questi istituti. Con la scoperta di queste fosse nuovi raccapriccianti racconti sono venuti alla luce. Nel programma Il Fattore Umano andato in onda lo scorso lunedì su Rai 3, alcuni testimoni hanno riportato la loro esperienza. Maltrattamenti, violenza fisica e abusi sessuali erano all’ordine del giorno.

I problemi causati da questa esperienza, purtroppo, non sono solo individuali, ma col tempo si sono riflessi sull’intera comunità indigena. I traumi lasciati dall’infanzia trascorsa in questi istituti ha fatto crescere persone instabili mentalmente, o non in grado di condurre una vita socialmente ed economicamente stabile.

Questo ha dato vita a zone abitate da persone indigene che vivono in condizioni di estrema povertà e vulnerabilità. Condizioni che alimentano la diffidenza, l’intolleranza, l’odio e la violenza nei confronti di questi individui. Una situazione di pericolo, di insicurezza e di disagio sociale che persiste da secoli.

Per non dimenticare

La notizia della scoperta di queste fosse riemerge ora, a distanza di un anno, a seguito della visita del Papa in Canada, il quale ha portato le scuse personali e della chiesa ai rappresentanti dei popoli indigeni. La chiesa si è offerta di risarcire economicamente le famiglie delle vittime, ma il trauma sociale e culturale resta certamente molto forte.

Questo sistema scolastico proseguì per più di cent’anni, a partire dal 1887 fino al 1998, quando chiuse l’ultimo Residential Institute. Secondo le stime della commissione per la Verità e la Riconciliazione sono più di 150mila i bambini aborigeni strappati alle loro famiglie e portati forzatamente in queste scuole.

Il 1998, per quanto appartenga al millennio precedente, non è così lontano come può sembrare. Ricordare questo tipo di vicende storiche, ricordare le azioni terribili di cui l’uomo è capace deve servirci da monito. Deve servire da memorandum morale e comportamentale per il perseguimento di un mondo rispettoso.

Siamo tutti cittadini del mondo, pari ed eguali, e nessuno mai deve arrogarsi il diritto di imporre il suo volere a un altro individuo. Ognuno deve essere libero di determinare le sue scelte, il suo pensiero, il suo stile di vita e il suo credo.

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