“Operazione piatto pulito” è una campagna contro lo spreco alimentare indetta dal presidente Xi Jinping nell’agosto del 2020
Di: Lorenzo Bossola
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“Lo spreco è vergognoso e la parsimonia è onorevole”
– Xi Jinping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese
“Operazione piatto pulito” (光盘行动, guāngpán xíngdòng)? Sembra il titolo di un film di James Bond. In realtà, è una campagna anti-spreco di cibo voluta da Xi Jinping nell’agosto del 2020. Pechino ha identificato questo spreco come un nuovo nemico della nazione da sconfiggere al più presto.
In tutta la Cina, infatti, vengono sprecate annualmente circa 35 milioni di tonnellate di cibo, sufficienti a sfamare 30/50 milioni di persone. Per comparazione, nel 2020 l’Italia ha sprecato in totale 5,2 milioni di tonnellate di cibo. Il primato mondiale spetta nondimeno agli Stati Uniti, con 40 milioni di tonnellate l’anno, ma con una popolazione di circa un terzo di quella cinese.
Operazione piatto pulito: l’ideazione
L’idea di ridurre lo spreco alimentare è sopraggiunta nel mezzo di un periodo molto particolare per la Cina. Il Paese, infatti, si trovava ad affrontare 1) la crisi sanitaria da Covid-19, 2) la “guerra commerciale” con gli Stati Uniti e 3) una serie di alluvioni e allagamenti che hanno compromesso il raccolto estivo. Non a caso, il presidente Xi Jinping ha sottolineato la necessità di “mantenere un senso di crisi riguardo la sicurezza alimentare. L’impatto della pandemia di Covid-19 di quest’anno ha fatto suonare l’allarme”.
Ciononostante, le autorità cinesi hanno affermato che la produzione annuale di grano è rimasta sempre sopra alle 650 milioni di tonnellate per tutto il 13esimo Piano Quinquennale (2016-2020). Contemporaneamente, però, la quota di grano importata è aumenta, fino ad arrivare a circa il 20/30% del totale. Benché al momento non vi sia una crisi alimentare in atto, le scorte sono sufficienti a soddisfare la domanda interna per un anno intero.
Così, Pechino ha deciso di mettere un freno allo spreco di cibo. L’inquinamento derivato, l’utilizzo di terra e acqua e lo spreco economico potrebbero appunto rallentare la crescita di tutto il Paese.
Le prime azioni
Le autorità locali hanno cominciato a implementare il volere di Xi Jinping con una serie di iniziative.
Nei ristoranti, bar e mense di tutto il Paese sono comparsi poster e slogan che incoraggiano la frugalità. La Wuhan Catering Industry Association, per esempio, ha consigliato a tutti i ristoratori della città di proporre ai clienti il sistema “ordinazione N-1”, per cui il numero totale di piatti ordinabili è pari al numero dei commensali meno uno.
Inoltre, sono state introdotte le mezze porzioni, le pozioni ridotte e le doggy-bag. È interessante notare come, nell’ultimo anno, molti giovani abbiano iniziato ad acquistare prodotti scontati perché in prossimità della data di scadenza; dunque, per ridurre lo spreco, molti supermercati hanno creato sezioni apposite con questa tipologia di prodotti.
Tutte queste iniziative possono sembrare banali ai nostri occhi, ma sono estranee ai costumi alimentari cinesi. Diversamente da noi, tutti i piatti ordinati sono posti al centro del tavolo a disposizione di tutti i commensali; quindi, si tende ad ordinare di più per soddisfare tutti. Inoltre, gli avanzi rappresentano un segno di cortesia, in quanto prova che il cibo era più che sufficiente. Pertanto, questa campagna anti-spreco si scontra inevitabilmente con la prassi e i valori legati al cibo della maggior parte dei cinesi.
Una nuova legislazione
Circa un anno dopo l’inizio della campagna “Operazione piatto pulito”, il 29 aprile 2021 il Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo ha promulgato una legge per ridurre lo spreco alimentare. Questa legge, come spesso accade in Cina, non ha solo una funzione normativa: si configura come una vera e propria guida morale per la società, atta a favorire razionalità e comportamenti salutari.
Per esempio, tutti gli show di binge-eating (persone che mangiano un’enorme quantità di cibo, spesso vomitando per continuare a mangiare) sulle piattaforme social come Weibo sono stati messi al bando, con multe fino a 100000¥ (circa 13000€).
Per quanto riguarda il settore della ristorazione, sono state introdotte multe per i ristoratori che convincono – o raggirano – i propri clienti a ordinare una quantità eccessiva di cibo. Contemporaneamente, i clienti che avanzeranno grandi quantità di cibo dovranno pagare una tassa per compensare lo spreco. In aggiunta, tutte le attività ristorative verranno multate fino a 50000¥ (circa 7500€) sulla base della consistenza dello spreco in ognuna delle fasi di approvvigionamento.
Per il momento, non è ancora chiaro cosa sia prettamente uno “spreco eccessivo”, in quanto non sussiste alcun protocollo di verifica. E ciò lascia ampio spazio all’interpretazione.
Critiche e responsi
Scettici e critici non hanno tardato a pubblicare online lamentele e commenti. Molti sostengono che queste misure si concentrano verso le classi più popolari, trascurando i più abbienti e le autorità. Altri, invece, criticano l’importante livello di controllo anche per le cose più minute, come il numero di piatti da ordinare. Altri ancora hanno commentato come “idealista” la pretesa stessa di poter controllare che sia i ristoratori e sia i commensali rispettino tutte queste nuove regole. Ma ciò non toglie, comunque, che altrettanti abbiano espresso la volontà di fare più attenzione a riguardo.
Nonostante tutto, è chiaro che Xi Jinping e le autorità centrali hanno intrapreso un arduo percorso anti-spreco. Questo per cercare sia di migliorare la sicurezza alimentare del Paese sia di proseguire la crescita economica al seguito di un periodo difficile.