Il femminismo, un movimento che garantisce l’espressione delle donne, per la conquista di pari diritti, su temi dai quali si sentono alienate
Di: Giovanni Pasquali
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Un femminismo, tanti femminismi…
Definire cosa sia il femminismo è difficile, data la sua complessità. Sono possibili molte flessioni, differenti a seconda dell’epoca o del Paese. Nelle sue manifestazioni, troviamo elaborate numerose teorie, talvolta anche divergenti. Per questo, sarebbe più opportuno usare il plurale e parlare di femminismi.
Il termine, in linea generale, assume due principali significati, come sottolinea l’enciclopedia Treccani: 1) critica alle discriminazioni subite dalle donne, sul piano sociale, economico e politico; 2) movimento politico, nato nell’Ottocento per dare pari dignità di sessi sul piano giuridico.
Alla nozione si fanno corrispondere “tre ondate”, come vengono definite: la differenza sta nel periodo di attualizzazione dei movimenti e nelle motivazioni mosse.
Le “ondate” del femminismo
La Prima Ondata Femminista risale al XIX, fino alla prima metà del XX secolo. Si concentra profondamente sul suffragio femminile, per rovesciare le differenze legali. Importanti sono le assai note esponenti di questa ondata, conosciute come suffragette. Le rivendicazioni principali riguardano, oltre il già menzionato diritto di voto, anche il diritto al lavoro in condizioni sostenibili e l’istruzione femminile per donne e bambine. Vi fu successivamente un riflusso della lotta – dopo la Seconda guerra mondiale – per riprendere vigore e tono nel corso degli anni Sessanta con l’ondata successiva.
La Seconda Ondata Femminista, risalente al ventennio 1960-1980, concerne un periodo di attivismo e filosofie femministe inaugurato negli Stati Uniti d’America e in seguito diffusosi in ogni dove. Rispetto al precedente, il moto ha ampliato il dibattito per includervi le disuguaglianze culturali, le disparità ancora esistenti nelle norme legali e il ruolo di genere delle donne all’interno della società.
La Terza Ondata Femminista, degli anni 1990-2000, viene intesa come una continuazione della Seconda e una risposta alla percezione dei suoi fallimenti. Oltre a rappresentare una continuità col passato, fu anche un trampolino per l’ascesa della Quarta Ondata negli anni 2010. Nate negli anni ’60 e ’70 come membri della generazione X, le femministe della terza ondata abbracciarono l’individualismo e la diversità e cercarono di ridefinire il significato di femminista.
Il movimento oggi
In Italia, il femminismo trova voce nella Rivolta Femminile. Con questo nome si intende uno dei primi gruppi di sole donne femministe italiane, nato a Roma nel 1970 dall’incontro fra Carla Lonzi, Carla Accardi e Elvira Banotti.
Esiste poi un manifesto da loro elaborato, che apparve sui muri della capitale il medesimo anno sotto la denominazione di Manifesto di Rivolta Femminile. Il gruppo aveva una propria casa editrice, fondata da Carla Lonzi, grazie alla quale venivano pubblicati gli scritti. Il suo nome era Rivolta femminile.
Le azioni del femminismo, dalle prime risalenti a secoli fa, hanno portato a risultati fondamentali, qual è il raggiungimento della parità in ambito giuridico. È altresì bene tenere presente che rimangono ancora molti gli atteggiamenti discriminatori subiti quotidianamente. Proprio per questo motivo, le donne oggi non smettono di farsi forza vicendevolmente, di porgere mano in situazioni avverse e di lottare per i loro diritti.
Ad ora, tra le tematiche più discusse all’interno trova spazio la disparità di genere sul lavoro, con rimando alle differenze salariali, alle molestie sessuali in ufficio e alle difficoltà nel fare carriera, tutte prevaricazioni prontamente denunciate.