Comirnaty, CoronaVac, Sinopharm, Sputnik V, Novavax, E484K: non siamo in Guerre Stellari, ma nel magico mondo dei vaccini
Di: Diana Scatozza
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Mi piace iniziare con una striscia della mitica Mafalda, quanto mai rappresentativa del periodo che stiamo vivendo e dell’impatto che esso ha su di noi.
Comirnaty, CoronaVac, Sinopharm, Sputnik V, Novavax, E484K… Non siamo in Guerre Stellari, ma nel magico mondo dei vaccini. “Magico” perché ci aspettiamo che i vaccini possano ottenere effetti prodigiosi, straordinari, grazie a virtù o capacità singolari. E, in effetti, è così. Ma sono ancora più magici i virus, data la loro capacità di modificare la struttura della parte con la quale aggrediscono le cellule del corpo umano, in modo da eluderne il sistema di difesa – gli anticorpi. È una guerra tra magie e tra maghi: Virus contro vaccino, natura contro uomo.
È ciò che stiamo vivendo: il SARS-CoV2 sta cambiando la struttura della sua famosa proteina spike – quella che circonda il virus come una corona, da cui il nome “Coronavirus” – con cui aggredisce le cellule umane, infettandole per replicarsi, e contro la quale agiscono i vaccini attualmente in uso o in sviluppo. Ricordiamo che i virus non sono autonomi, ma si riproducono solo all’interno di altre cellule, le nostre. Ma perché il virus cambia la struttura della spike?
Quando entriamo in contatto con un virus, il nostro sistema immunitario lo riconosce come estraneo e ci difende producendo anticorpi atti a bloccarlo. Tuttavia, gli anticorpi riconoscono e attaccano solamente il virus che hanno conosciuto al primo contatto: se il virus cambia, gli anticorpi non lo riconoscono più, non lo attaccano e lui può infettare le cellule, replicarsi e continuare a vivere. In altre parole, il virus cambia per difendersi dalle nostre difese.
In cosa consiste il cambiamento? E qual è la conseguenza?
Immaginiamo la proteina come un treno con tanti vagoni, in cui viene cambiato un vagone. Fuor di metafora, i vagoni sono gli aminoacidi: il virus cambia (mutazione) gli aminoacidi che formano la proteina spike.
Quali le conseguenze? I vaccini attuali sono stati prodotti utilizzando la proteina spike del ceppo originale cinese; quindi, in seguito alla vaccinazione, il corpo umano produce anticorpi che attaccano il virus riconoscendo la proteina spike dell’originale. Non riconoscono invece la proteina spike delle varianti, perché è diversa. Risultato: noi siamo meno protetti, ci difendiamo di meno e ciò permette al virus di circolare liberamente, continuando a modificare la sua struttura.
Diciamo che, al momento, la natura ha la meglio sull’uomo. La prima mutazione è stata rilevata in Inghilterra (variante B117) ed è stata seguita, nei mesi successivi, dalle varianti brasiliana e sudafricana, che hanno in comune la mutazione E484K.
Vaccini differenti…
In realtà, non tutti i vaccini sono uguali. Vediamo il perché, entrando nel merito delle classi tecnologiche.
Vaccini a m-RNA (Pfizer, Moderna)
Questi vaccini introducono nel corpo umano lo “stampo” genetico (m-RNA) per produrre la proteina spike, che stimola il sistema immunitario. Lo “stampo” è racchiuso in particelle di grassi, da cui è trasportato all’interno delle nostre cellule. Le cellule producono la proteina spike che il sistema immunitario riconosce come estranea, al seguito generando anticorpi specifici contro di lei – quindi, contro il virus.
Ovviamente, lo “stampo” genetico, al momento, è quello della proteina del ceppo originale cinese, non delle varianti. Nondimeno, questa tecnologia permette una certa flessibilità, anche rapida: si isola l’m-RNA (lo stampo per la proteina spike variata) dai nuovi ceppi di virus e lo si usa per produrre un vaccino che permetta al nostro organismo di produrre la proteina spike variata e, di conseguenza, gli anticorpi contro i nuovi ceppi di virus. Per questo si parla della possibilità di dover effettuare richiami a un anno o due di distanza dalla prima vaccinazione. Sembra che il processo di adeguamento del vaccino sia rapido, di circa 6 settimane, e che Moderna lo abbia già realizzato.
Vaccini con Adenovirus (AstraZeneca, Sputnik, Johnson&Johnson, Reithera)
Questi vaccini utilizzano un altro virus come veicolo (vettore) per introdurre lo “stampo” genetico (m-RNA) nelle cellule del corpo umano. Il virus che fa da veicolo viene modificato per perdere ogni proprietà infettiva: è privato del proprio codice genetico, che è causa di infezione, e dotato dello “stampo genetico” per la proteina spike.
Fin qui, tutto bene. Il problema è che il vettore più utilizzato è l’Adenovirus umano, un virus che il nostro sistema immunitario conosce molto bene. Per intenderci, è il virus che causa i comuni raffreddori e altre malattie respiratorie. Ne consegue che molti di noi hanno già gli anticorpi contro questo vettore e ciò può ridurre l’efficace della prima vaccinazione. Non solo: anche qualora non avessimo anticorpi contro l’Adenovirus, la prima dose di vaccino ne stimolerebbe la produzione, rendendo la seconda dose meno efficace.
È questo il motivo per cui i vaccini di AstraZeneca e di Reithera utilizzano l’Adenovirus rispettivamente dello scimpanzé e del gorilla. Dal canto proprio, Johnson&Johnson utilizza un Adenovirus umano, ma è in singola somministrazione; e lo Sputnik V due Adenovirus umani diversi nella prima e nella seconda dose.
… tecnologie differenti
Non finisce qui: il magico mondo dei vaccini prosegue inesorabile la lotta al virus con tecnologie differenti. La situazione è in evidente e rapida evoluzione. Ne è conferma la buona notizia che il Ministero della Salute, in seguito al parere della Commissione tecnico-scientifica dell’AIFA e alle precisazioni del Consiglio Superiore di Sanità, ha esteso la possibilità di utilizzare il vaccino di AstraZeneca, originariamente approvato fino ai 55 anni, fino ai 65 anni di età, a eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili (circolare del 22 febbraio 2021). Questo grazie all’arrivo di nuove evidenze scientifiche che riportano stime di efficacia e dati di immunogenicità (la capacità di stimolare la produzione di anticorpi) maggiori rispetto ai precedenti.
Quindi, non ci resta che andare avanti, sperando di riuscire a vaccinarci tutti e in tempi brevi, perché più ci si rifiuta o si ritarda, più aumenta il rischio che il virus muti. Le magie della natura sono spesso rapide e invisibili.
Una precisazione: Comirnaty è il nome commerciale del vaccino di Pfizer, CoronaVac quello dell’azienda cinese Sinovac, Sinopharm è un’azienda cinese, Sputnik V è il vaccino russo, Novavax è un’azienda americana e E484K è la mutazione della variante brasiliana e sudafricana.