L’ansia, un disturbo che caratterizza la società moderna e di cui si preferisce non parlare: la protezione verso possibili minacce future e il suo ruolo adattivo

Di: Marina Storti

LEGGI ANCHE: Giornata della Memoria: ricordiamo chi mai morirà

L’ansia è un’emozione caratterizzata da sensazioni di minaccia, tensione, preoccupazioni e modificazioni fisiche, come l’aumento della pressione sanguigna, che colpisce sempre più persone, tra cui molti giovani.

L’ansia nella storia

La parola ansia deriva dal latino angere, letteralmente “stringere”; un termine che comunica esattamente la sensazione di disagio vissuta da chi ne soffre, ovverosia l’idea di costrizione, di incertezza sul futuro e di imbarazzo.

Melanconia
Cr. ph. ArtsLife

Gli antichi greci, tra cui Ippocrate e Aristotele, la chiamavano melanconia” ed erano convinti che derivasse da un eccesso di bile nera presente nell’organismo. Questo problema veniva quindi curato con il vino, inteso come rimedio naturale ai sintomi fisiologici manifestati.

Dall’800 in poi, essa fu progressivamente concepita come una malattia mentale da contenere con i farmaci e tramite psicoterapia, da intendersi dunque come terapia dell’anima.

La percezione di un pericolo

L’ansia è uno stato caratterizzato dalla paura che presuppone un reale pericolo. Per tale motivazione, le persone con Disturbi d’Ansia presentano pensieri ricorrenti e preoccupazioni legate a precise situazioni che volontariamente, nel tentativo di gestirle, scelgono di evitare.

Eppure, in tale disturbo, spesso, i soggetti temono un pericolo non reale: lottano per proteggersi e ciò non fa altro che portarli in una situazione di difficoltà crescente. Sono, quindi, ingannati dalla loro stessa mente.

Inoltre, tra i più frequenti sintomi fisici dell’ansia si annoverano sudorazione, tremolio, tachicardia, vertigini e capogiri; tra quelli psicologici, la volontà costante di fuggire e ricercare protezione, insieme alla sensazione di vuoto mentale e ai pensieri negativi.

Ansia
Cr. ph. Radio Gold

Ansia e paura: un ruolo adattivo

Spesso si tende a confondere i concetti di ansia e paura; tuttavia, le due si differenziano l’un l’altra, poiché la paura è una reazione funzionale volta ad affrontare un pericolo immediato, mentre l’ansia si ripropone di affrontare una preoccupazione sulla verificabilità di un evento.

È bene sottolineare che l’ansia e la paura non sono necessariamente sensazioni “cattive”, ma al contrario hanno un ruolo adattivo. La paura, infatti, è fondamentale in quanto permette di mobilitare tutte le risorse per affrontare una minaccia o per fuggire da essa.

Altrettanto, l’ansia aiuta a individuare reali pericoli esterni o minacce future da cui difendere l’individuo, progettando ipotetici scenari nei quali potrebbe essere coinvolto.

I giovani e il lockdown: una pandemia sinonimo di solitudine

I disturbi d’ansia – problematiche in aumento spiegate dal Prof. Massimo Biondi

Come riportato dal noto programma televisivo Le Iene, secondo uno studio su 200mila europei, dal primo lockdown sono emersi dati allarmanti: le nuove generazioni rischiano di essere segnate per anni dall’”era Covid”, rea di aver causato veri e propri danni psicologici.

Attualmente, quindi, diventa importante soffermarsi su come si affronterà il “dopo-pandemia”, l’aumento dei suicidi, del consumo di droga e di alcol. Allarmi che riguardano soprattutto i più giovani, che stanno anche affrontando il crollo dei nuovi posti di lavoro.

Rispetto a tutte le altre categorie della popolazione, infatti, i  livelli più alti di solitudine e ansia sono stati riscontrati  tra i ragazzi sotto i trent’anni, assieme a persone con problemi di salute mentale pregressi.

Le problematiche coinvolgono uno stress psicologico generale, con una costante preoccupazione verso il futuro, e le misure anti-Covid, per se stessi e per i propri cari. Nondimeno, il disagio ha raggiunto il suo culmine con l’applicazione delle misure per il distanziamento, che hanno ridotto, o in alcuni casi azzerato, i loro rapporti sociali.

“La paura del pericolo è diecimila volte più agghiacciante del pericolo stesso: il peso dell’ansia ci pare più greve del male temuto”.

– Daniel Defoe