L’universo dal punto di vista di un ingegnere: Filippo Totani, alias Astro Filo, ci accompagna alla scoperta dello spazio
Di: Chiara Tomasella
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Presente sulla piattaforma dalla fine del 2018, Filippo Totani ha quasi raggiunto un pubblico di 3600 persone, con oltre 60.000 visualizzazioni dei propri contenuti. Originario de L’Aquila, laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, “Astro Filo” si occupa di divulgazione in campo astronomico e aerospaziale, coordinando il lavoro su molteplici piattaforme social.
UN CANALE RICCO DI OSPITI
Dalla prima live insieme ad Elisa Nichelli e Sandro Ciarlariello, autori di due libri che trattano, rispettivamente, di buchi neri e onde gravitazionali, si salta nel mondo della biochimica in compagnia di Stefano Bertacchi, che racconta di come i batteri possano vivere anche lontano dalla Terra. Gli argomenti di conversazione non si esauriscono qui: insieme ad Adele Piccardo, Astro Filo esamina i legami tra la psicologia e vita sulla ISS; insieme a Massimo Polidoro, invece, si parla di come fidarsi del mondo nell’epoca dell’infodemia e delle fake news.
Altro ospite di spicco è Luca Perri, che – con un asciugamano blu al collo come omaggio e citazione a Guida Galattica per Autostoppisti – racconta l’iniziativa di citizen science “La scienza sul balcone” e, in particolare, l’esperimento di misurazione dell’intensità della luce intrusiva, ovvero la luminosità che riesce a entrare nelle nostre case durante la notte per via dell’inquinamento luminoso.
IN VIAGGIO
In una serie di 13 video raccolti nella playlist “Astro Trip”, Filippo realizza un vlog dedicato ad un ambizioso viaggio che ha come protagonisti un’auto e due mete da raggiungere: una geografica, il Portogallo, e una interiore.
Nel corso delle varie tappe, Astro Filo coglie tutte le occasioni possibili per condividere riflessioni (scientifiche e non) con i suoi spettatori: alcune considerazioni sulla curvatura terrestre, sul problema della plastica dispersa nell’oceano, ma anche sulla bellezza di alcuni luoghi caratteristici in riva alle onde. Tra i pianeti da osservare, dopotutto, c’è anche il nostro.
ASTROPODCAST
Non tutti i contenuti presenti sul canale di Filippo sono video a tutti gli effetti. Alcuni, infatti, si limitano a riportare le tracce audio registrate per Spreaker e altre piattaforme di podcasting come Spotify, Apple e Google Podcast. Il punto di forza di queste puntate è la forza narrativa dello stile di scrittura del loro autore, che carica di ideali e sfumature emotive tutti i racconti proposti agli ascoltatori, a tratti commoventi, a tratti d’ispirazione, saldamente ancorati a episodi che fanno sì parte della storia dell’esplorazione spaziale, ma la rendono anche la nostra storia.
Astro Filo ci aiuta a ricordare che ci sono le persone e i loro sentimenti dietro alle realizzazioni più grandi, alle imprese più memorabili, ma anche dietro all’inaspettato dettaglio che emerge dalle vicende più famose. Ormai considerate note e conosciute in ogni aspetto, esse sanno riservare ancora sorprese che lasciano con le lacrime agli occhi di fronte all’immagine di una spilla d’oro, o a quella di un cumulo di macerie che copre di incuria un velivolo splendido come il Buran.
CONCLUSIONI E CONSIGLI
L’informativa sul canale di Astro Filo recita: “The universe discovered by an engineer”. Quello che si percepisce di più, però, è l’impulso di scoprire l’universo con gli occhi del cuore, più che con quelli di un titolo di laurea. Ed è forse questo l’invito che, tra tutti, merita di essere colto.
Di seguito, qualche suggerimento per esplorare il canale di Filippo:
- La costellazione Starlink, un approfondimento sul progetto di estensione della copertura Wi-Fi mondiale curato da Space X;
- Astronome straordinarie: la storia delle donne che conquistarono l’Harvard College Observatory. Una panoramica su Williamina Fleming, Annie Jump Cannon e Cecilia Payne.
- Scoprire l’età della Terra ci ha salvato la vita: un racconto incredibile che ci porta dall’origine del nostro pianeta alla pericolosità degli additivi al piombo tetraetile.
- Venere e il cambiamento climatico: uno specchio – e uno spauracchio – per il nostro futuro?