Giovani, gentili, pieni di progetti. Nel 2019, cinque ragazzi hanno aperto un locale a Verona, nella centralissima via Roma: benvenuti al bar Demos
Di: Samuela Piccoli
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Sorrisi, cocktails “fai-da-te”, piatti appetitosi e una brioche scura dal gusto molto particolare: sono questi gli ingredienti del locale “Demos”, nel pieno centro di Verona. Il nome non è stato scelto a caso: non significa “popolo”, come qualcuno potrebbe pensare, bensì viene da Demostene, politico e oratore ateniese, il quale era solito affermare che “spesso, le grandi imprese nascono da piccole opportunità”. Opportunità che Federico, Esky Sophie, Eugenio e Michele hanno saputo cogliere al volo.
La nascita del bar Demos
“Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo” cantava Gino Paoli. E forse è proprio quello che hanno pensato Federico, Eugenio e Sophie quando, nel 2019, hanno avuto l’idea di aprire il bar Demos. Probabilmente non intendevano davvero cambiare il mondo, ma di sicuro volevano creare un locale con uno stile nuovo, in una zona del centro dove ancora non esisteva alcunché di simile.
Così, hanno coinvolto nel progetto anche altri due ragazzi: Esky e Michele. Li hanno assunti rispettivamente come responsabile del bar e della cucina. Esky è un apprezzato bar tender professionista: ha affinato la propria arte studiando e specializzandosi a Miami. Michele, invece, ha cucinato in molti ristoranti stellati e, prima di lavorare per Il bar Demos, è stato richiesto anche da Perbellini . Andava tutto a gonfie vele: tra serate ed eventi, il bar era sempre pieno di giovani e i ragazzi contenti e soddisfatti. Cosa poteva andare storto? Poi è arrivato lui, il Covid, e con esso le chiusure.
Il bar Demos e il Covid
I “tre amici al bar” avrebbero potuto perdersi d’animo e invece hanno chiesto a Esky e a Michele di entrare in società. Perché, si sa, l’unione fa la forza. Ovviamente, loro hanno accettato con entusiasmo, divenendo anelli di una catena in cui le specificità particolari di ognuno possono essere d’aiuto agli altri. In fin dei conti, è proprio ciò che gli amici fanno gli uni per gli altri: aiutarsi e sostenersi nei momenti difficili.
Per questi giovani imprenditori, il Covid, da nemico giurato qual era, si è trasformato in un’opportunità, quella di dimostrare di potercela fare. Con capacità, professionalità ed entusiasmo dalla loro parte, i cinque soci hanno fatto fronte comune: nei mesi di chiusura, si sono prodigati per far funzionare il locale, nonostante tutto, offrendo prodotti da asporto di qualità. Soprattutto, non hanno smesso di regalare sorrisi e buonumore.
La riapertura del bar Demos e i progetti futuri
Il bar riapre a maggio e, durante il periodo estivo, ricomincia a essere frequentato da giovani, che animano il plateatico esterno. Il punto di forza del locale è l’abilità di Esky nel fare quei cocktails che lui definisce “fai-da-te”: “Tu scegli gli ingredienti e io creo la bevanda perfetta per te”, questo il suo slogan. Gustati insieme alle prelibatezze di Michele, servite da Sophie, Eugenio e Federico, non si può che decidere di tornare a trovarli, se non altro per fare quattro chiacchiere con loro.
In questo periodo e con la pressante minaccia di una nuova chiusura per le feste, non nascondono le loro preoccupazioni, anche perché sono in perdita costante; ciononostante, arrendersi non è un’opzione. “La burocrazia e il decreto Ristori non sono d’aiuto – mi confida Federico, che si occupa della gestione economica – perché coprono una parte minima delle spese fisse”. Inutile dire che le difficoltà ci sono, ma alla mia domanda: “Ce la farete, se ci sarà una nuova chiusura?”, la sua risposta arriva senza indugio: “Dobbiamo farcela! Ce la caveremo anche con un altro lockdown, anche perché abbiamo progetti per il futuro”.
Federico e Michele stanno ristrutturando il Bar Accademia e apriranno a breve un’osteria, mentre tutti insieme vorrebbero creare un concept di locale applicabile a molti altri bar della città. È inevitabile che i cinque, ormai diventati più che amici, abbiano obiettivi a lungo termine, perché, si sa, “squadra vincente non si cambia”.